La vera storia di Martia Basile di Maurizio Ponticello
Recensione di La lettrice sovrana
In una inconsueta Napoli, capitale del viceregno spagnolo a cavallo tra Cinquecento e Seicento, si compie un atroce delitto. Ne è vittima Martia Basile, una giovane donna, una sposa bambina che si scontra con l’aspra realtà dei suoi tempi fin dall’adolescenza, quando il padre la cede in moglie a un commerciante che traffica con la corte: don Muzio Guarnieri. Pian piano la ragazza inizierà a prendere coscienza di sé, ma la sua maturazione sarà compiuta soltanto dopo che lo stesso consorte avrà barattato con dei potenti il suo fisico avvenente. Nel frattempo, la donna è ammaliata da una comunità femminile che pratica sortilegi e l’aiuta a curarsi le ferite del corpo e dell’anima. Fra stregonerie, fughe rocambolesche e violenze, avrà inizio una nuova fase della vita di Martia la quale, riuscendo a sopravvivere a ogni angheria, troverà finalmente l’amore. Ma, proprio mentre a Roma finisce sul rogo Giordano Bruno, Martia viene incolpata di aver ucciso il marito, e nelle spaventose carceri della Vicaria subirà un processo esemplare in cui sarà coinvolto pure il Santo Officio che le imputerà di aver stretto un patto con il Diavolo in persona. Che fine farà la protagonista accusata di aver commesso un viricidio? E perché Martia, per tutto il Seicento, fu considerata un’eroina? E per quale motivo, poi, questa vicenda scabrosa fu invece censurata? Tra luci e ombre quasi surreali, sensualità, tempeste, epiche battaglie contro i turchi e spionaggio internazionale, il romanzo è ispirato alle vere vicende della donna, e si cala nelle pagine più autentiche della città di Napoli che già si stava preparando alla rivolta di Masaniello. Martia è uno dei simboli della condizione femminile tra Rinascimento ed età barocca, eppure è di un’attualità sconvolgente.
Recensione
Esistono storie che hanno attraversato i secoli sino a giungere a noi e ve ne sono altre che tanto fu fatto e tanto fu detto affinché venissero affossate dal peso della storia e lasciate lì, sepolte, dimenticate.
Il destino della storia di Martia Basile fu vicinissimo e rientrare in quest’ultima categoria, se non fosse per un tale, Giovanni della Carretòla, poeta seicentesco che alla giovane dedicò un poemetto, seminando così tra gli archivi storici il breve passaggio su questa Terra di una giovane donna, vittima dell’ingiustizia e dell’ignoranza popolare.
“…Voi perdonate me e mi uccidete, ma io non perdono voi. E dall’aldilà avrete soltanto le mie maledizioni, perché sono certa che arriveranno come saette a bruciarvi l’anima pezzente che avete indosso.”
Martia Basile ha vinto sul terribile giudizio inflittole e, dopo circa 400 anni, ritorna prepotentemente tra noi e rivive attraverso la penna di Maurizio Ponticello; ci conduce nella sua Napoli, capitale del viceregno spagnolo, in una scenografia suggestiva, tra folklore, fanatismo religioso, soprusi, ingiustizie e condanne a morte come spettacoli ai quali è assolutamente vietato mancare. Un vero e proprio affresco ai piedi del Vesuvio.
Una fanciulla depredata della propria innocenza e guidata verso una vita di violenze fisiche e psicologiche che altro non possono presagire se non un tragico epilogo.
Così come ha vissuto, Martia se n’è andata e finalmente ora la sua anima potrà trovare pace perché tutto ciò che aveva da dire è stato rivelato.
Gli elementi per comprendere la vicenda sono tutti presenti nella presentazione del romanzo, non vi sono eclatanti colpi di scena nella narrazione, la capacità dell’autore nel saper coinvolgere il lettore e travolgerlo con un vero e proprio salto nel passato, sta nella sua prosa, così vivida e fortemente realistica fondendo la realtà storica alla fiction narrativa e mischiando la lingua italiana al napoletano dell’epoca, addolcendo il suono in modo tale da risultare a tutti di facile comprensione. Ponticello rende omaggio e, soprattutto giustizia, a un personaggio lontano eppure così attuale, soffocato da una società maschilista, classista e superstiziosa, in cui persino l’amore può trasformarsi in un sentimento così pericoloso che è meglio tenere a debita distanza.
Maurizio Ponticello, giornalista e scrittore, è stato corrispondente di testate radiofoniche e televisive, redattore di vari quotidiani e cronista de “Il Mattino”.
È autore di diversi libri, tra i quali: La nona ora (Bietti, 2013) e I Pilastri dell’anno. Il significato occulto del Calendario (Edizioni Mediterranee, 2013).
Per la Newton Compton ha pubblicato: Misteri, segreti e storie insolite di Napoli (con Agnese Palumbo, 2012), Forse non tutti sanno che a Napoli… (2015), Un giorno a Napoli con san Gennaro. Misteri, segreti, storie insolite e tesori (2016) – dal quale è stato tratto un documentario – e Napoli velata e sconosciuta (2018). Ha ricevuto vari riconoscimenti tra cui il premio Domenico Rea.
È presidente della storica associazione di giallisti Napolinoir. La vera storia di Martia Basile è il suo primo romanzo storico.