Lo strano delitto delle sorelle Bedin
Recensione di Claudia Pieri
Dopo il fallimento del suo matrimonio, il luogotenente Gaetano Ravidà, stimatissimo investigatore dell’Arma, ha lasciato la Puglia e si è trasferito al nord. Ad accoglierlo la Stazione dei Carabinieri di Asiago, nell’altopiano vicentino, teatro delle più sanguinose battaglie della Grande Guerra. Sul paese, all’apparenza tranquillo, si allunga in realtà l’ombra di un vecchio caso mai risolto, risalente a sette anni prima: l’efferato omicidio delle sorelle Bedin, archiviato di recente. Qualcuno, tappezzando i muri di poesie enigmatiche, sembra però sollecitare la riapertura delle indagini su una vicenda che chiede giustizia.
Recensione
Lo strano delitto delle sorelle Bedin è un romanzo che non si tinge solo di giallo, ma che si arricchisce di tutte quelle sfumature che afferiscono alla sfera sentimentale ed umana rendendolo intimo e profondo, a tratti poetico. Siamo ad Asiago, teatro di aspri combattimenti durante la prima guerra mondiale, e agli ingredienti tipici di un thriller con il suo carico di misteri da risolvere, l’autrice unisce abilmente quelli del romanzo storico: la Grande guerra e i suoi giovanissimi soldati dispersi sull’altopiano.
Il tramite tra passato e presente è il protagonista: il luogotenente Gaetano Ravidà, la cui storia personale diventa il filo conduttore attraverso il quale si sviluppa l’intera vicenda, nonché il motore delle indagini. Mosso dall’esigenza di ricostruire se stesso dopo il fallimento del suo matrimonio, Ravidà si trasferisce dalla Puglia sull’altopiano per ritrovare le spoglie di suo nonno disperso durante la grande guerra e, durante la sua indagine privata, decide di fare luce su un duplice e cruento omicidio avvenuto sette anni prima e rimasto impunito, imbattendosi così in nuovo delitto che sembra essere collegato ai precedenti.
La trama è ben costruita e coerente in ogni suo aspetto, intricata quanto basta per catturare e mantenere elevato l’interesse del lettore fino alla fine. Il ritmo narrativo non è incalzante, poiché la concitazione tipica dei gialli lascia maggiore spazio all’introspezione dei protagonisti e ai loro legami, vero punto di forza di tutto il romanzo.
Tutti i personaggi risultano ottimamente caratterizzati sotto l’aspetto psicologico, così come i sentimenti che incarnano, ma è soprattutto Ravidà, con le sue profonde riflessioni a caccia della verità, a creare una forte affezione e familiarità nel lettore. Con una scrittura brillante ed incisiva, arricchita da descrizioni vivide e realistiche, e da una grande sensibilità, l’autrice costruisce un impianto narrativo ricco di umanità, “una storia di uomini, con odi e rancori da tragedia” dove “nulla è quasi mai come appare”.
Editore: Newton Compton
Pagine: 256
Anno pubblicazione: 2022
Chicca Maralfa è nata a Bari, dove vive tuttora. È giornalista e responsabile dell’ufficio stampa di Unioncamere Puglia. Appassionata di musica indipendente e rock d’autore, ha collaborato con la “Gazzetta del Mezzogiorno”, “Ciao 2001” e Music, Antenna Sud e Rete 4. Nel 2018 con L’amore non è un luogo comune ha partecipato all’antologia di racconti L’amore non si interpreta (l’Erudita), contro la violenza psicologica sulle donne. Festa al trullo, pubblicato nel 2018 da Les Flâneurs Edizioni, è il suo primo romanzo.