Le nostre assenze
Recensione di Claudia Pieri
Due ragazzini scoprono una tomba etrusca e decidono di scavarla di nascosto dopo la scuola. Cosa succede se alla fine un tesoro viene davvero allo scoperto? Qual è il suo vero valore? E quello delle persone che lo posseggono? Scomparse, tradimenti, tombaroli accecati dalla febbre dello scavo e un primo amore sbocciato nell’inverno del ’43. Tutto precipita con il ritrovamento di un oggetto creato tremila anni fa. Ma ad affiorare dalla terra non è solo un reperto di grande valore: insieme, vengono allo scoperto le vere identità di molti personaggi. Compresa quella di un bambino che non sa niente di sé, e che ha solo un’arma per affrontare i cambiamenti: andare avanti. Con l’occasione del romanzo, Sacha Naspini costruisce un’autobiografia che narra in maniera bruciante i sentimenti intensi e contraddittori della prima adolescenza. La smania inesorabile e cieca di rivalsa.
Recensione
Alcuni romanzi suscitano in chi legge emozioni talmente forti che è difficile tradurre in parole e Le nostre assenze è sicuramente uno di questi, per le tematiche affrontate e per via della voce narrante, quella del protagonista, che è solo un bambino di dieci anni.
Un bambino che racconta la sua storia e quella della sua famiglia, una storia di miseria, degrado e desiderio di riscatto, e che lo fa senza filtri, con la sincerità lucida e spietata che appartiene ai suoi pochi anni.
L’inizio parte lento, quasi in sordina, è difficile entrare nel vivo del racconto che invece di accogliere il lettore, sembra respingerlo, come una sorta di rifiuto del dolore e della sofferenza che si respirano sin dall’inizio.
Nonostante la narrazione in prima persona singolare, il processo di identificazione con il protagonista, che non ha un nome, non è immediato, sicuramente per l’età, ma anche perché l’autore non si preoccupa di renderlo simpatico agli occhi di chi legge, dipingendolo anzi come un piccolo tiranno nei confronti di Michele, il suo “pezzente”, come lo definisce spesso, compagno di giochi.
Lo stesso avviene per tutti i protagonisti del romanzo, dei quali vengono messi in rilievo i limiti, i difetti e i profondi disagi esistenziali che li abitano, perché quello che veramente conta è rappresentare la realtà, dura e difficile, senza edulcorarla in alcun modo, perché la vita in fondo è proprio così, imperfetta, aspra, a volte tragica.
A un certo punto della narrazione però, il ritmo cambia improvvisamente, la voce del protagonista è riuscita ad aprire un varco e ha iniziato a scavarci dentro, ecco allora che la lettura si fa urgente e nonostante il dolore che provoca e che stringe lo stomaco e la gola, inchioda il lettore alle sue pagine, lo travolge e lo scuote nel profondo.
Un romanzo duro, che non fa sconti alla realtà che descrive, toccante e lucidamente spietato nel rappresentare il processo di crescita e di maturazione del suo protagonista attraverso il dolore dell’abbandono, la sofferenza e la violenza come reazione ai tradimenti della vita.
Editore: E/O
Pagine: 170
Anno pubblicazione: 2022
Sacha Naspini ha pubblicato vari libri, tra cui I sassi (Il Foglio), Noir Désir. Nè vincitori nè vinti (Perdisa Pop), Con I Cariolanti (Elliot, 2009) si è rivelato una delle migliori voci della narrativa italiana di oggi. Nel 2012 Elliot ha pubblicato anche il suo romanzo Le nostre assenze, racconto degli avvenimenti che hanno coinvolto tre generazioni di una famiglia toscana. Il suo sito web è www.sachanaspini-eu.