Paolo Roversi è nato il 29 marzo 1975 a Suzzara (Mantova).
Scrittore, giornalista, sceneggiatore e podcaster, vive a Milano.
Collabora con quotidiani e riviste ed è autore di soggetti per il cinema e per serie televisive, spettacoli teatrali e cortometraggi.
Tiene corsi di scrittura crime per la scuola Holden di Torino, per Crime Fiction Factory, per Noirlab e per King of Noir. Ha fondato l’Accademia del Giallo di Milano. Nel maggio 2022 ha pubblicato il suo manuale di scrittura crime dal titolo Scrivere gialli di successo per Editrice Bibliografica.
I suoi romanzi sono tradotti in otto Paesi.
Si è laureato in Storia contemporanea all’Università Sophia Antipolis di Nizza (Francia) con una tesi sull’occupazione italiana in Costa Azzurra durante la seconda guerra mondiale.
È fondatore e direttore della rassegna dedicata al giallo e al noir NebbiaGialla Suzzara Noir Festival. Ha diretto MilanoNera web press, un portale dedicato interamente alla letteratura gialla.
Studioso di Charles Bukowski, alla sua opera ha dedicato diversi scritti, tra cui la prima biografia italiana, Scrivo racconti poi ci metto il sesso per vendere, coadiuvato da Fernanda Pivano, traduttrice d’eccellenza e profonda conoscitrice della Beat generation.
Con Marsilio, nel 2015 ha pubblicato il dittico Città rossa, due romanzi sulla storia della criminalità milanese degli anni Settanta e Ottanta.
Ha pubblicato due thriller con protagonista la profiler Gaia Virgili – Black Money con cui ha vinto il Premio selezione Bancarella 2022 e di cui sono stato venduti i diritti cinematografici PsychoKiller con cui ha vinto il Premio Scerbanenco dei lettori 2020.
Perfettamente a suo agio nella città più iconica del noir metropolitano, Paolo Roversi regala al lettore storie attualissime incastonate in uno scenario dal gusto retrò.
La serie di romanzi che vede come protagonista Enrico Radeschi, giornalista e hacker per diletto, alter ego dello scrittore, è arrivata alla sua nona pubblicazione: Blue Tango, La mano sinistra del diavolo, Niente baci alla francese, L’uomo della pianura, La confraternita delle ossa, Cartoline dalla fine del mondo, Alle porte della notte, Il pregiudizio della sopravvivenza e il nuovissimo L’eleganza del killer.
Paolo Roversi ha gentilmente accettato di rispondere ad alcune nostre domande.
- Il mondo per Enrico Radeschi è alla portata di un click. Le informazioni digitali costituiscono la base del suo lavoro di giornalista e hacker, ma trasformare questa materia grezza di input e rendere appetibile ai lettori un suo articolo è questione di fantasia e creatività. Qual è la miscela giusta, tra inventiva e ricerca digitale, per scrivere un buon romanzo?
Il segreto è sempre suscitare la curiosità nel lettore senza mai eccedere in spiegazioni troppo complicate o tecnicismi. La tecnologia fa parte della nostra vita di tutti i giorni ed è così anche in un romanzo giallo: dobbiamo sempre tenerlo presente quando scriviamo.
2. “Le parole aiutano a pensare, fissare concetti, ad analizzare le cose da una prospettiva differente”.
In questa frase di Enrico Radeschi è racchiuso un modus operandi di scrittura che presuppone una buona dose di elasticità e la capacità di rivedere le proprie convinzioni. Questa predisposizione mentale ti porta a rivedere la storia che scrivi più volte, rimaneggiandola, oppure sei semplicemente abituato ad appuntare le tue idee per poi dar loro forma?
Dopo tanti anni ho messo a punto un mio metodo che poi è lo stesso di molti autori: redigere una scaletta dettagliata degli eventi. Questo mi permette di non incappare in “sorprese” inaspettate durante la stesura del romanzo e, allo stesso tempo, non rovina il piacere della scrittura.
3. I lettori di Crime stories hanno da sempre avuto un rapporto particolare con i personaggi dei romanzi, rendendoli spesso iconici.
Protagonisti dalla psicologia tormentata, ben caratterizzati, credibili, persone vere in un mondo vero come disse Raymond Chandler nel suo saggio La semplice arte del delitto.
Il codice per scrivere il giallo perfetto ha regole ben precise.
I tuoi personaggi sono perfettamente identificabili, pur nelle loro sfumature e il motore delle tue storie ha ingranaggi ben calibrati, sei abituato a seguire anche tu i canoni più classici del genere crime?
Assolutamente sì: un lettore si aspetta di trovare in un romanzo crime alcuni elementi ben identificabili, chiamiamoli capisaldi, che vanno sempre rispettati. All’autore, però, rimane sempre la possibilità di innovare e sorprendere il lettore con storie originali e intriganti.
4. La tua narrazione è impreziosita da tante citazioni e rimandi letterari di una certa caratura.
Il Sosia di Dostoevskij ha suggerito al lettore attento una doppia interpretazione. Non vi è solo rimarcata la doppiezza dell’animo umano, ma ma anche la proiezione della psiche del protagonista sul suo “doppio”.
Il rapporto osmotico tra Paolo ed Enrico è palese, è così anche nella vita vera? O Enrico rimane relegato tra i confini della copertina del libro?
Radeschi, all’inizio della sua avventura letteraria, aveva alcune caratteristiche in comune con me: giornalista, appassionato di informatica e con una vespa gialla del 1974 (che io possiedo ancora). Romanzo dopo romanzo, però, il personaggio si è evoluto, è cambiato, è diventato più cinico: insomma, si è trasformato in qualcosa di molto diverso dal suo creatore.
5. “ Lui, che di mestiere i ladri li sbatte in galera, in quei frangenti si comporta esattamente come loro: se la svigna alla chetichella”
Loris Sebastiani è un personaggio fortemente cinematografico e incarna alla perfezione l’uomo rude ed elegante alla Humphrey Bogart.
In realtà tutta l’atmosfera in L’eleganza del killer ha una patina in bianco e nero, nonostante affronti tematiche attualissime. Omaggio malinconico all’espressività artistica degli anni passati?
Ogni scrittore penso risenta e anzi sia condizionato, seppur in maniera inconscia a volte, da tutte le letture che ha fatto. Pertanto che nella creazione dei miei personaggi ci siano echi di classici hard boiled o polizieschi d’antan è assolutamente plausibile.
6. Il panorama narrativo degli ultimi anni si è arricchito di proposte editoriali che rispecchiano lo spirito d’inclusività proprio delle nuove generazioni.
Nella categoria del genere giallo, noir e thriller, i protagonisti sono spesso molto diversi dai cliché degli anni Trenta, il ruolo del macho ha lasciato il posto ad un uomo più sfaccettato, emotivo, dagli orientamenti sessuali liberi; è possibile che personaggi come il vicequestore Loris perdano così il loro fascino?
Sebastiani è uno tipo di personaggio “vecchia maniera” ma è anche affiancato da un coro di altri che, invece, Radeschi in testa, rispecchiano maggiormente lo spirito dei tempi.
7. “Noi uomini tendiamo spesso a sottovalutarvi. Dico bene?”
La letteratura è inevitabilmente lo specchio dei tempi ed è evidente che la caratterizzazione dei personaggi femminili si stia pian piano rimodellando, allineandosi al superamento di un’obsoleta asimmetria di genere.
L’agente Carla Rivolta, una stacanovista che spicca per intuito e determinazione su tutti gli altri, ne è un esempio perfetto.
Quanto è cambiato l’approccio nei confronti della donna nella narrativa del genere? E quanta importanza pensi che abbia la parola scritta nel rivoluzionare rigidi schemi sociali ?
L’approccio è cambiato radicalmente, fino a qualche anno fa erano davvero pochi gli uomini che avevano protagoniste femminili nelle loro serie. Ora siamo in tanti, e dico siamo perché anch’io ne ho una dedicata alla profiler Gaia Virgili già incontrata in Psychokiller e ora in Black Money che è finalista al premio Bancarella 2022.
8. Se dovessi indicare tre parole che ti rappresentano, quali sceglieresti?
Solare, determinato, nerd.
9. Se dovessi scegliere tre cose di cui non potresti mai fare a meno, ovviamente escludendo la scrittura, quali sarebbero?
Le serie crime americane, la pizza e, ovviamente, leggere.
10. Prima di salutarci e anzi, proprio per inaugurare un saluto di eccezione, che messaggio o augurio ti piacerebbe lasciare ai nostri lettori?
Approfittate di questa estate caldissima per leggere tanti libri!
ThrillerLife ringrazia Paolo Roversi
a cura di Patty Pici