Gabriella Genisi
Autrice di numerosi gialli apprezzati da pubblico e critica, barese doc e creatrice di quel fantastico personaggio che sta spopolando in Libreria e in Tv: Lolita Lobosco.
Chi è Lolita, o meglio Lolì?
Bella, determinata, trentasei anni ( a partire dal primo libro del ciclo – La circonferenza delle arance ), nata a Bari da madre siciliana e padre napoletano.
Adora cucinare, è irriverente e tosta come solo una Donna, tra uomini e pregiudizi ben radicati nella sua terra pugliese, sa essere.
Vicequestore della Questura di Bari, Sezione Omicidi, gestisce la vita professionale senza rinunciare alla sua sensualità e ai tacchi vertiginosi.
Gabriella Genesi racconta a Thriller Life le varie sfaccettature di questo personaggio così amato:
TLife: « Lolita Lobosco: la commissaria più bella del Mediterraneo. Bella, sensuale, tacco 12 grinta da vendere, e un’aurea di malinconica nostalgia, che la rende così simile a molte quarantenni di oggi. Lolita incarna un modello femminile, un misto di forza ancestrale segnata dalle certe fragilità che molte donne conoscono bene; è un esempio di donna che tu ritrovi nel mondo reale? »
G.Genisi: « Quando nel 2006 ho immaginato Lolita Lobosco molte donne occupate a svolgere ruoli considerati “maschili”, tendevano a indossare una corazza e a nascondere la parte femminile.
La mia Lolita invece la enfatizzava con tacchi e capelli lunghi.
In questo oggi c’è molta più libertà, mi è capitato di incontrare tantissime giovani donne che si riconoscono in lei. »
Vi ricordate i pranzetti succulenti di Montalbano?
Sì, il personaggio più iconico dei romanzi di Camilleri.
Ecco! Lolita non vuole solo esserne la controparte femminile e un riconoscente omaggio da parte della Genisi al grande scrittore, ma non fa assolutamente rimpiangere le leccornie siciliane, apparecchiando al lettore gustosissime ricette pugliesi.
TLife: « Lolita è Bari, e Bari è Lolita. Seducente, animata, invitante e prelibata, specie a tavola. Ne Lo scammaro avvelenato, ( ultimo del ciclo dedicato a Lolita Lobosco ) la tradizione culinaria pugliese è senza dubbio la vera protagonista di questo racconto, specie grazie a tutte le ricette riportate in appendice (classiche o rivisitate secondo il gusto di Lolì). Il tuo è una sorta di tributo, voluto e sentito, alla tavola della tua Bari? Ti sei lasciata ispirare anche da qualche manicaretto targato “famiglia Genisi”? Possiamo sperare nella pubblicazione di un ricettario creato da Lolita? »
Gabriella Genisi: « Se la prima parte dello Scammaro avvelenato è la decima indagine della Commissaria Lobosco, la seconda è un vero e proprio ricettario di cucina dove ho raccolto tutte le ricette pubblicate fino ad ora con l’aggiunta di altre.
In Puglia, a Bari, la cucina è sentimento.
Si cucina e ci si siede a tavola per nutrire i legami, prima ancora che il corpo.
Nel ricettario ci sono ricette della tradizione, di famiglia, ma anche alcune rivisitazioni. »
A proposito di Montalbano, grandissimo Personaggio che ha saputo regalare ai lettori e poi agli spettatori Tv, indimenticabili momenti d’ironia e italianità:
TLife: « Lolita è stata la prima e unica commissaria ad essere definita “la Montalbano al femminile”. Come hai reagito a questo paragone? Compiaciuta, lusingata, certamente, ma forse anche leggermente infastidita? Mi spiego meglio: non è forse arrivato il momento di smarcarci dall’idea di una scrittura al femminile o al maschile. L’autore scrive, senza genere, senza paragoni. L’etichetta di genere può solo che penalizzare. Sei d’accordo con me? »
G.Genisi: « Prima di leggere i libri di Andrea Camilleri non leggevo gialli.
Li ho scoperti attraverso il commissario Montalbano, un personaggio fantastico che ha appassionato milioni di persone nel mondo.
La sua figura dal mio punto di vista faceva notare un vuoto nella letteratura poliziesca italiana sulle figure femminili con ruoli dirigenziali.
Esistevano cioè le poliziotte ma al massimo erano ispettrici.
Lolita, nei panni di una commissaria della Omicidi, arrivò a colmare la lacuna.
Diversissima da Montalbano, naturalmente. Ad ogni modo certi paragoni altissimi non possono che farmi piacere. »
Lolita Lobosco vive immersa nel suo lavoro e nelle indagini personali che porta avanti autonomamente e quando la incontriamo la prima volta è single.
La sua vita sentimentale non è propriamente tranquilla, in parte per dolorosi ricordi legati al passato, in parte perché la sua è un’esistenza appagante, dove la sorella, la madre e l’amica Marietta hanno un ruolo fondamentale.
TLife: « L’uccisione del padre avvenuta 40 anni prima ha lasciato un solco profondo nella vita di Lolita, che si ripercuote sui rapporti precari che ha con tutti gli uomini; ultimo in ordine di tempo è Caruso, con cui sembrava avesse finalmente trovato ciò che cercava. Lolita scappa per paura di soffrire oppure è alla ricerca di quella perfezione che solo un padre rappresenta per la figlia? »
Gabriella Genisi: « Pur avendo creato il personaggio, all’inizio neanch’io comprendevo bene il suo modo di porsi con gli uomini e nelle relazioni personali.
Solo in seguito ho capito che ricerca una figura maschile idealizzata negli anni dell’infanzia. »
La Puglia, Bari, Lecce, i profumi, i gesti, il dialetto, i panorami; Lolita incarna tutti i colori della sua terra e li elargisce in tutta la sua vasta gamma emotiva.
TLife: « La Puglia è sempre stata protagonista nelle pagine dei tuoi romanzi, dove tra un piatto e una leggenda, il racconto scava nei bassifondi sociali. Da Bari a Lecce, da Lolita a Chicca, ogni storia porta con sé la voce della gente che vive e respira l’aria della tua terra. Se dovessi descrivere le emozioni che ti suscitano Lecce e Bari, quali sarebbero? »
G.Genisi: «Lecce è il sogno, la magia, l’incredulità davanti a certi scenari.
Il Salento è capace di suscitare emozioni ancestrali.
Bari è la leggerezza, l’appartenenza, il bon vivre.»
TLife: «Dopo aver visto le nuove puntate in TV molti telespettatori si sono riversati sui siti turistici di Bari e della Puglia. Quindi oltre alla Ferragni c’è anche la Genisi come Influencer! Che effetto fa?»
G.Genisi: «Direi che più che la Genisi, la vera influencer è Lolita, tra tacchi, camicie di seta e collane. L’effetto è comunque molto divertente»
Le indagini di Lolita Lobosco 2 è la serie Tv in onda su Rai 1 che sta riscuotendo un enorme successo tra il pubblico e le puntate che andranno in onda sono liberamente tratte dai romanzi di Gabriella Genisi. In questa stagione vedremo degli episodi tratti da Mare Nero, da Lo scammaro avvelenato e da Viva gli sposi.
TLife: «È appena uscita in TV la nuova serie di Lolita Lobosco e il boom di ascolti ha confermato l’apprezzamento del pubblico. Esiste un sottile gioco psicologico che lega l’autore del romanzo alla trasposizione televisiva, gioco che a volte vede prevalere le logiche commerciali e visive, piuttosto che la fedeltà al testo. Ci sono autori che cambiano il testo per modellarsi ai contenuti più immediati della scena visiva, altri che non hanno nessun interesse a partecipare alla trasposizione dell’opera. In quale rapporto sei con le scene che vedi in Tv e con le parole che fluiscono dallo schermo? Sei anche sceneggiatrice delle serie che vediamo in Tv?»
G.Genisi: «Il mestiere dello sceneggiatore televisivo è molto diverso da quello dello scrittore.
Occorre conoscere altri linguaggi, saper parlare a un pubblico amplissimo ed eterogeneo, saper costruire le linee orizzontai.
L’autore dei libri, e anche i lettori, devono tenere ben presente che si tratta di dimensioni differenti»
TLife: «Il genere “cosy-crime” sta prendendo sempre più piede, in letteratura, ma anche in TV. Prova ne è che la fama di Lolita, dopo la prima stagione della fiction RAI, con la bellissima Luisa Ranieri nelle vesti di commissaria, è cresciuta esponenzialmente. Abbiamo tutti bisogno di maggiore ironia, anche nel “giallo”?»
G.Genisi: «l cosy- crime è un genere molto divertente e apprezzato dai lettori.
Non credo però che la definizione calzi per i miei libri, nonostante siano pieni di ironia.
Le regine del cosy crime sono Barbara Perna e Valeria Corciolani.»
Per quanto il pubblico si sia innamorato di un personaggio narrativo o televisivo, bisogna tener conto dei confini entro i quali le aspettative possono soffocare la creatività spontanea di ogni scrittore.
TLife: « Scrivere romanzi seriali ha la prerogativa di far affezionare il lettore al protagonista, ma il rovescio della medaglia è che l’asticella delle aspettative si alza sempre di più. Lolita ti tiene in ostaggio? La serialità aiuta lo scrittore, o ne schiaccia la creatività?»
Gabriella Genisi: «Ahimè, la seconda. Ecco perché sto pensando a una svolta narrativa più orientata verso il romanzo e meno nel giallo noir.»
Thriller Life ringrazia di cuore Gabriella Genisi per la sua gentilezza nel rispondere alle nostre domande.
a cura di Ilaria Bernini, Katia Fortunato e Patty Pici.