Il mistero della stanza blu di Riku Onda

il mistero della stanza blu

Il mistero della stanza blu

Recensione di Samantha Placucci

E’ una notte calda e afosa degli anni Sessanta, quando nella città giapponese di K viene compiuto un misterioso ed efferato omicidio: durante una festa di compleanno a casa del dottor Aosawa, un eminente medico proprietario di un’importante clinica, diciassette persone muoiono avvelenate.

L’unica sopravvissuta della famiglia è la figlia Hisako, mentre sul tavolo della cucina viene ritrovata una lettera con un verso criptico, probabilmente lasciata dall’assassino. Hisako, che ha perso la vista dopo un incidente, è tra i pochi testimoni della strage ma non ricorda quasi nulla: nel suo interrogatorio confuso parla soltanto di una stanza blu, piccola e semibuia, e di fiori bianchi.

Pochi mesi dopo, il fattorino che ha consegnato le bevande alla festa viene trovato morto, apparentemente suicida, con un biglietto in cui si dichiara colpevole dell’omicidio.

Le indagini si chiudono frettolosamente, ma in molti sono convinti che altre persone siano in realtà coinvolte nel delitto.

Attraverso le voci di chi è stato testimone dell’omicidio, Il mistero della stanza blu ricompone come un mosaico l’intera vicenda, ricostruendo magistralmente le pieghe e le ombre di quella giornata terribile.

Un giallo raffinato, selezionato dal “New York Times” come uno dei migliori libri del 2020, una critica profonda alle contraddizioni e alle ipocrisie della società giapponese, una riflessione lucida e spietata sulla natura del male e gli abissi insondabili della memoria.

Recensione

Ci sono delitti che rimangono indelebili nella storia e nei ricordi delle persone.

Il mistero della stanza blu si basa proprio su questo e ci racconta di come negli anni, più persone abbiano cercato di fare chiarezza su un’atroce strage di innocenti, avvenuta negli anni Settanta, nonostante un ragazzo avesse ammesso la sua colpevolezza prima di suicidarsi a pochi mesi dall’accaduto.

La struttura del romanzo è molto interessante: non ci troviamo davanti ad un racconto di fatti ma ad una raccolta di interviste di persone coinvolte nella strage che lentamente cerca di ricostruire ciò che è realmente accaduto.

Ogni capitolo presenta la prospettiva di un personaggio diverso che condivide i propri ricordi e pensieri; la voce di ogni personaggio è completamente diversa dagli altri e cogliere le diverse sfumature è l’unico modo che ha il lettore per poter conoscere i protagonisti.

Questa struttura però rende davvero molto difficile empatizzare con loro e crea un po’ di confusione poiché non permette di avere una visione generale degli eventi, ma solo parziale e che dipende da cosa decide di raccontare l’intervistato del momento

Viene però avvalorata in questo modo una riflessione che uno dei personaggi apre durante la sua intervista: è davvero possibile conoscere la verità?

Ho quindi concluso che sia del tutto impossibile arrivare a conoscere fin nei minimi dettagli qualcosa di realmente accaduto.

La verità è costantemente filtrata attraverso la percezione di ognuno di noi e per questo motivo ognuno ha una propria verità che può differire da quella degli altri.

Ed è un po’ questo il filo conduttore della trama: esiste una verità universale sui fatti che hanno portato alla morte di diciassette persone?

Solo il finale darà una risposta a questa domanda, finale che ovviamente non spoilero ma che posso dire potrà anche essere deludente per alcuni.

Oltra a questa riflessione sulla natura della verità, nel testo sono presenti anche altre riflessioni e piccoli rimandi alla vita e alla cultura giapponese, informazioni interessati e piacevoli da leggere, ma che in alcuni momenti sembrano messe lì a caso e quindi fuori luogo.

E’ davvero difficile, per me, dare un giudizio su questo libro: se da una parte ci sono elementi che mi hanno convito, dall’altra ce ne sono alcuni che non mi hanno convinto per nulla; è una storia originale, scritta con una struttura davvero interessante e nuova, ma non ne sono stata mai pienamente coinvolta.

Traduzione: Bruno Forzan
Editore: Mondadori
Pagine: 400
Anno pubblicazione: 2022

Riku Honda

Riku Onda (1964) è una scrittrice giapponese.

Autrice di numerosi romanzi, ha vinto alcuni tra i più prestigiosi riconoscimenti letterari in Giappone, tra cui il premio Naoki nel 2017.

Condividi questo articolo:

Potrebbero interessarti anche: