Il valzer dei traditori di Rosa Teruzzi

Il valzer dei traditori

Il valzer dei traditori

In una Milano battuta dalla pioggia e offuscata dal grigio del maltempo, si rannuvola anche l’umore di Libera, la famosa Miss Marple del Giambellino: da un lato è tormentata per la relazione con Gabriele, che aspetta un figlio da un’altra donna, e dall’altro è sulle spine per la ricerca del Gatto con gli Stivali, il rapinatore mascherato che potrebbe essere suo padre.

Ma c’è un’emergenza a cui far fronte: le uscite serali della figlia Vittoria, ormai sempre più frequenti, potrebbero metterla in pericolo?

Le preoccupazioni aumentano quando Libera scopre che la ragazza sta indagando in segreto per scagionare il padre del compagno: si tratta di Armando Belardinelli, un pregiudicato che sconta una condanna per omicidio volontario.

L’uomo è accusato di aver assassinato Fiorella Domenici, una nota ricettatrice, e tutti gli indizi sembrano essere contro di lui: la sua coppola rinvenuta sul luogo del delitto, la testimonianza di un inquilino dello stabile e una canzone incriminante ripetuta dal pappagallo della vittima…

RECENSIONE

Siamo all’ottavo libro delle avventure della “Miss Marple del Giambellino” come è stata ironicamente soprannominata Libera, la protagonista, una fioraia con una fama ben consolidata di “porte bonheur” riferito ai suoi bouquet di fiori da sposa che “portano bene”.

Per questo ci delizia con i dubbi su quali fiori siano più adatti alla sposa di turno, tutte un po’ “particolari”.

 I fiori, con le piante fiorite e gli arbusti, sono una costante nei libri della Teruzzi, così fragranti che se chiudi gli occhi puoi sentirne il profumo, assieme all’odore della terra bagnata dalla pioggia, che rende Milano un po’ malinconica.

Le indagini che vedono coinvolta Libera in Il valzer dei traditori sono svolte sempre con l’aiuto della madre Iole, una vera hippie che pratica da sempre l’amore libero, con sommo dispiacere della figlia Vittoria, poliziotta tutta d’un pezzo che ha voluto ricalcare le orme di quel padre ucciso in servizio quando lei era solo una bambina.

Anche Libera è cresciuta senza sapere chi fosse suo padre e dopo varie indagini lo ha individuato, forse, nel ‘Gatto con gli stivali’, come viene soprannominato il ladro che sta disperatamente cercando di rintracciare.

Queste tre protagoniste mi ricordano il trio della cacciatrice di taglie Stephanie Plum, con mamma e nonna Mazur al seguito, di Janet Evanovich.

Preferisco comunque nonna Iole con il suo stile ironico e pungente, con le sue battute:

la mutanda è sopravvalutata

oppure

sì, è un reggipetto, ma non serve solo a costringere se usato con un po’ di fantasia

che, aggiunti ai suoi travestimenti, rende il racconto piacevole e frizzante e serve da contraccolpo alla ‘tranquillità’ di Libera.

Nel libro –Il valzer dei traditori – troviamo una giornalista detta “la smilza” con il suo capo-redattore “Dog, il cagnaccio” che hanno preso sempre più spazio col passare delle avventure e aiutano le nostre protagoniste con le indagini.

Non è necessario leggere i libri precedenti per capire i caratteri delle protagoniste, anche se dopo aver letto Il valzer dei traditori sarete curiosi di conoscere l’evoluzione delle tre donne e non potrete fare a meno di partire dal primo romanzo per gustarlo completamente.

E’ impossibile seguire questo giallo senza empatizzare con Libera, tifare per lei e magari ‘spingerla’ un po’ verso il traguardo dell’agognata felicità nella sua travagliata vita amorosa.

E’ passata infatti dal vuoto assoluto, perché rimasta vedova troppo presto, a un po’ troppo movimentata. Gabriele, capo di Vittoria, suo attuale amante che però aspetta un figlio da un’altra donna e Furio, cuoco simpatico e brillante che non si rassegna al no di Libera e cerca di conquistarla in ogni modo.

Anche la giovane cronista di nera, Irene la smilza, con il suo segreto non ancora svelato e la sua capacità di collegare fatti e scavare nelle notizie, trasmette pathos con la sua dedizione e voglia di fare e, per inciso, mi ricorda l’autrice ai suoi esordi da cronista di nera.

In questo giallo troviamo, a differenza del romanzo precedente Gli amanti di Brera, un omicidio al primo capitolo che ha come testimone un pappagallo cinerino che canticchia “l’Armando”, canzone di Jannaci.

Siamo davanti ad un cosiddetto cold-case, perché il fattaccio è successo oltre un decennio fa e coinvolge direttamente il nostro trio: per questo omicidio, infatti, è in carcere il papà del compagno di Vittoria, l’Armando appunto, che si proclama da allora innocente.

Resta da scoprire se riusciranno ad ammaestrare il pappagallo per capire chi è il vero colpevole, oppure useranno il loro infallibile intuito, perché si sa, l’intuito è donna.

È un tema importante quello che ci presenta Rosa Teruzzi: persone che vengono condannate sulla base di pochi indizi e che si rivelano poi essere davvero innocenti; in questo giallo viene spiegato per bene la ricostruzione che fanno i due giornalisti e come trovano collegamenti fotografici, oltre a video mai esaminati, che potrebbero portare alla riapertura del caso.

Teruzzi utilizza una scrittura semplice, lineare, con ambientazioni ben delineate ma coinvolgenti, al punto da rendere la città stessa, Milano, protagonista a sua volta del romanzo; lontana anni luce da quella città conosciuta quasi esclusivamente come modaiola e festaiola, ci regala un ritratto intimo, nostalgico che partecipa alle indagini e all’insonnia di Libera.

Editore: Sonzogno
Pagine: 160
Anno pubblicazione: 2023

AUTORE

Rosa Teruzzi (1965) ha pubblicato diversi racconti e tre romanzi.

Esperta di cronaca nera, è caporedattore della trasmissione televisiva Quarto grado, in onda su Retequattro.

Per scrivere si ritira sul lago di Como, in un vecchio casello ferroviario, dove colleziona libri gialli. Per Sonzogno, nel 2016 ha pubblicato La sposa scomparsa e, nel 2017, La fioraia del Giambellino.

Il valzer dei traditori è l’ottavo libro dedicato a Miss Marple del Giambellino.

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