Il piede destro di Byron di Alberto Toso Fei

Il piede destro di Byroon

Il piede destro di Byron

Lontano dall’assedio dei turisti, in una soleggiata laguna di Venezia, Alessandro Nicoli durante una gita in barca con la sua morosa trova un’antica moneta d’oro vicino all’isola abbandonata di San Giacomo in Paludo.

Per Nicoli, veneziano da sempre, ex giornalista e investigatore per caso, è l’inizio di un’indagine intricata che, tra fatti di cronaca e antichi enigmi, lo porterà a addentrarsi nelle calli e i canali più nascosti della Serenissima nel tentativo di capire cosa accomuni due omicidi senza un legame apparente, un frate esorcista che sostiene di avere inventato il Cronovisore – una macchina capace di superare le barriere del tempo –, l’Hypnerotomachia – un libro vecchio di secoli che racchiude i segreti dei sogni – e Lord Byron, il celebre poeta che abitò a lungo a Venezia fra licenze e scandali, la cui ombra inquieta aleggia sull’intera vicenda.

Costretto a guardarsi dai fantasmi del passato e dai pericoli del presente, Nicoli, goffo e scaltro al tempo stesso, affronterà molti ostacoli per riuscire a sciogliere a uno a uno i misteri celati nel corpo di pietra della città.

RECENSIONE

Alessandro Nicoli, ex giornalista, si muove per la sua Venezia tra campi, calli, campielli e canali ed è proprio durante una gita in “sàndolo” (caratteristica barca veneziana) con la sua morosa Marina, all’isola di San Giacomo, che trova un’antica moneta d’oro.

Ma non solo, trova anche un frate assassinato e un teschio.

A questo punto il nostro protagonista si troverà a dover fare l’investigatore per dipanare la trama di questo noir che lo porterà a introdursi negli angoli più nascosti della Serenissima nel tentativo di capire cosa accomuni due omicidi senza un legame apparente, un frate esorcista che sostiene di avere inventato il Cronovisore, una macchina capace di superare le barriere del tempo e l’Hypnerotomachia, un libro vecchio di secoli che racchiude segreti e che esiste realmente.

La sirena di un lancione granturismo, carico di anziane signore spagnole che si rinfrescavano col ventaglio, lo riscosse. Aveva abbandonato la voga proprio in mezzo al canale. Si alzò un po’ vergognoso e riprese a remare, inseguito da qualche risata chioccia e commenti ad alta voce che finivano invariabilmente in or. Ma…’nde remengo……posibile che gnanca a la laguna se riessa a star soli un minuto co la morosa?

Nicoli è un uomo spesso maldestro e goffo, ma anche scaltro e divertente.

È un personaggio ben strutturato, con un passato che non ha dimenticato e che ritorna, un presente da definire e un contorno di personaggi che movimentano in maniera magistrale il racconto.

Tutti i personaggi sono descritti molto bene con personalità ben definite e originali che ben si sviluppano con la trama del romanzo.

Il suo stomaco suggerì di uscire e perdersi nelle calli restrostanti alla ricerca di un bar in cui mangiare qualche cicheto, il tipico assaggino veneziano da consumare al volo, antesignano dell’elitario finger food: polpette, mezze uova con l’acciuga, chele di granchio, bovoleti, folpeti, latte di seppia o qualsiasi altra cosa la cucina di strada veneziana avesse offerto nel corso dei secoli

Il romanzo si svolge in una città alle prese con i problemi di sempre: turismo di massa, grandi navi e acqua alta.

Qui, il protagonista si imbatte in enigmi di un passato che risolve come fossero delle vere e proprie indagini: come il caso di Lord Byron, il cui piede destro fu notoriamente e misteriosamente ritrovato tagliato nella tomba e la cui vicenda si svolge in una trama intricata tra indizio e credenza che porterà Nicoli fino a viaggiare nel tempo, ai confini dell’immaginabile.

Nicoli si sposta tra Venezia e la sua laguna, non quella turistica che i più conoscono ma racconta i suoi lati nascosti, si muove tra le piccole isolette che pochi conoscono, quelle che sicuramente sfuggono alla grande massa del turismo mordi e fuggi.

Libro scorrevole e ben scritto, dove i misteri si infittiscono e ci scappa pure qualche risata, grazie a un sottile umorismo che si legge tra le righe.

Un libro molto originale con dei risvolti inaspettati, soprattutto quando si mescola al sovrannaturale.

Si sente Venezia e la sua “venezianità”, passatemi questo aggettivo, in ogni sua pagina.

L’inserimento nel racconto di frasi in dialetto veneziano danno un’ulteriore originalità al libro.

L’autore, con la sua grande esperienza, non solo come scrittore, ci tiene attaccati al libro pagina dopo pagina, con sottile umorismo e un sarcasmo tutto veneziano, sembra tenerci per mano, accompagnandoci dentro la storia, dentro il mistero.

Ci rende protagonisti non solo lettori.

Un consiglio? Leggetelo.

Editore: Marsilio
Pagine: 256
Anno pubblicazione: 2023

AUTORE

Alberto Toso Fei discende da un’antica famiglia di vetrai, a Murano dal 1351.

Scrittore, saggista e giornalista, ha scritto una serie di titoli tra storia e mito, cronaca e leggenda – tradotti in più lingue e venduti in migliaia di copie –, che hanno creato un nuovo modo di raccontare Venezia e la sua laguna.

I suoi libri sono come viaggi nel tempo e nella stratificazione della storia: a partire da Leggende veneziane e Misteri di Venezia – nati dal recupero della tradizione orale, con la raccolta delle antiche storie narrate dagli anziani che rischiavano di andare perdute –, passando per Veneziænigma (vincitore del Gambrinus Mazzotti), il graphic novel Orientalia (disegnato da Marco Tagliapietra), fino all’ultimo I graffiti di Venezia (con Desi Marangon), ricerca unica nel suo genere con la mappatura di oltre seimila graffiti storici a cui Toso Fei ha restituito una narrazione.

Per Marsilio ha pubblicato i libri-gioco Venezia – The Ruyi (2014) e Roma – The Ruyi (2016). Il piede destro di Byron segna il suo esordio nella narrativa.

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