Madre d’ossa
Il commissario Teresa Battaglia ha perso davvero la sfida più grande di tutte contro la sua memoria? Sembra di sì.
È questo che pensano i colleghi e chi le vuole bene. È questo che pensa anche Massimo Marini, che dopo aver ricevuto una chiamata anonima si è precipitato in mezzo alle montagne.
Lì, dove un feroce crimine potrebbe essere stato compiuto, trova il cadavere di un ragazzo fra le braccia di Teresa.
Massimo sa che quella è una scena del crimine e che il commissario Battaglia non dovrebbe trovarsi lì. Sa che ha compromesso il ritrovamento e alterato gli indizi. Ma forse non è davvero così che stanno le cose…
RECENSIONE
Disclaimer: durante la lettura di Madre d’ossa vi consiglio di tenere a portata di mano il secondo libro della serie, Ninfa Dormiente.
Siamo giunti al quinto capitolo della serie bestseller, da poco approdata anche sul piccolo schermo, dedicata alla profiler Teresa Battaglia.
Capelli rossi, intuito eccezionale, capacità e competenze fuori dall’ordinario: questi gli elementi che contraddistinguono il personaggio che ha conquistato il cuore di milioni di lettori, in Italia e nel mondo.
La scena riprende, quasi, dal punto in cui l’avevamo lasciata con Figlia della cenere.
Teresa Battaglia si presenta al suo pubblico stanca e provata, la sua malattia sta prendendo il sopravvento e una delle sfide che dovrà affrontare nel romanzo è proprio contro la sua stessa mente.
Si era aggrappata a quel lavoro, al suo significato più profondo: il bisogno di credere nella redenzione dell’essere umano oltre ogni possibile speranza. Ora ci si aggrappava per non perdere se stessa.
Vecchi nemici si contendono la scena con inaspettati traditori.
A livello umano e sentimentale questo libro non fa sconti e regala emozioni e sofferenze in egual misura.
Come da tradizione, a fare da sfondo troviamo le valli e le montagne friulane con i loro culti ancestrali e le antiche leggende.
La capacità descrittiva di Ilaria Tuti è uno dei punti di forza del libro: lo scenario nel quale si svolgono i fatti attrae il lettore come una calamita.
Si rimane sempre affascinati dalle leggende che l’autrice inserisce e intreccia con le sue indagini, dopo aver letto ogni storia si è sempre più consapevoli e informati su qualche argomento che fino a quel momento si ignorava.
Questo porta l’esperienza di lettura ad un livello superiore.
Le pagine scorrono via velocemente grazie ad uno stile sempre elegante, articolato e ben elaborato.
Giunti all’epilogo, quasi tutti i tasselli trovano la loro collocazione anche se permangono degli elementi ancora da scoprire sulla vita della protagonista.
Quando i titoli di una serie di successo iniziano a diventare numerosi, da un lato è bello ritrovare i personaggi ai quali ormai siamo affezionati e vedere il loro percorso di crescita; dall’altro c’è sempre il timore di non veder soddisfatte le aspettative altissime che si hanno.
In questo caso, la parola “delusione” non è contemplata tra le riflessioni che affolleranno la vostra mente a fine lettura.
Madre d’ossa porta l’asticella del grafico di gradimento della serie nel suo punto più alto.
A presto, Teresa!
Editore: Longanesi
Pagine: 368
Anno pubblicazione: 2023
AUTORE
Ilaria Tuti vive a Gemona del Friuli, in provincia di Udine.
Ha esordito nella narrativa con Fiori sopra l’inferno (Longanesi 2018).
I suoi romanzi sono pubblicati in 27 Paesi.
Da Fiori sopra l’inferno è stata tratta l’omonima serie tv con Elena Sofia Ricci, in onda su Rai 1.