Paolo Roversi
Paolo Roversi, fondatore e direttore della rassegna dedicata al giallo e al noir NebbiaGialla Suzzara Noir Festival è uno scrittore, giornalista, sceneggiatore e podcaster.
Vive a Milano e collabora con quotidiani e riviste come Corriere della Sera, Rolling Stone, Diario, GQ, Detective Magazine ed è autore di soggetti per il cinema e per serie televisive, spettacoli teatrali e cortometraggi.
Tiene corsi di scrittura crime per la scuola Holden di Torino e per Feltrinelli Education ed è uno degli esponenti del cosiddetto noir metropolitano.
Ha pubblicato sei romanzi per adulti e uno per ragazzi che hanno come protagonista il giornalista hacker Enrico Radeschi tradotti in diversi Paesi.
Nel novembre 2022 ha rappresentato il giallo italiano alla SIBF | Sharjah International Book Fair la più importante fiera letteraria del mondo arabo a Dubai.
Il suo ultimo romanzo, Alla vecchia maniera, uscito il 20 giugno 2023 è pubblicato da Mondadori.
Paolo Roversi ha gentilmente risposto alle nostre domande
Ciao Paolo! Gli amanti del genere giallo sanno che settembre è il mese del Premio NebbiaGialla. Il 23 sarà proclamato il vincitore di questa 16esima edizione. Com’è nata l’idea di creare un premio letterario dedicato al romanzo noir e poliziesco?
Dopo qualche anno che organizzavamo il festival ci siamo detti che sarebbe stato bello arricchire l’iniziativa con qualcosa di nuovo ed ecco i premi letterari!
Una delle caratteristiche del NebbiaGialla è la presenza di una giuria popolare. Vuoi spiegare ai nostri lettori come funziona e come ci si può candidare? Perché si è scelto di affiancare alla Commissione Scientifica una giuria di lettori?
Ci sono 50 lettori (30 suzzaresi e 20 provenienti dal resto d’Italia) che durante le vacanze estive leggono i romanzi finalisti e che il 23 settembre si troveranno a Suzzara per votare, in diretta, il vincitore. Per iscriversi, ogni anno a febbraio, pubblichiamo un modulo sul sito di NebbiaGialla. Chi prima arriva meglio alloggia perché riceviamo ogni volta centinaia di richieste!
Questa edizione 2023 vede la presenza di uno degli autori più mediatici e amati dal pubblico Italiano, Carlo Lucarelli. “Bell’Abissinia” è un romanzo iconico del lavoro di questo scrittore, tanto per il periodo storico in cui si svolge la vicenda, quanto per il suo stile. In base alla tua esperienza, la presenza di un “big” della letteratura, che influenza ha sulla competizione?
Non saprei dire: a volte il grande nome ha vinto, altre è arrivato in coda alla classifica delle preferenze. Diciamo che tutto dipende dalla qualità del singolo romanzo.
Se si analizzano i 4 romanzi finalisti di questa edizione, si vede quanto ampio possa essere lo spettro coperto dal genere giallo. Ad esempio, Bell’abissina, di Lucarelli, è ambientato nell’Italia Fascista del 1935, La ritrattista, di Chiara Montani, si svolge a metà ‘400, mentre tanto Il delitto di Ferragosto di Pennone che Annabella Abbondante – L’essenziale è invisibile agli occhi di Barbara Perna hanno un’ambientazione contemporanea. Considerando che le opere sono estremamente diverse tra loro, come si fa a scegliere un vincitore tra romanzi così trasversali?
Sono tutti romanzi gialli a dimostrazione di quanta sia la varietà letteraria di questo genere. Saranno i giurati a premiare “la corrente” che più li soddisfa.
Le opere finaliste, come dicevamo, sono molto diverse. Uno dei punti che hanno in comune è l’ambientazione in Italia. Ritieni che, in generale, il pubblico si immedesimi maggiormente quando i libri sono ambientati nel nostro paese?
Credo di sì. Un’ambientazione convincente e conosciuta dal pubblico italiano sicuramente aiuta a conquistare voti!
Le quattro opere finaliste fanno parte di una serie; a tuo giudizio, a cosa è dovuta questa tendenza a scrivere romanzi seriali?
Diciamo che il ritrovare dei personaggi che già conosciamo piace molto a noi lettori. Da Simenon a Camilleri è sempre stato così no?
Com’è noto, il Premio Nebbia Gialla ha una sezione anche per le opere inedite. In 16 anni di esistenza, possiamo immaginare che siano stati scoperti molti talenti. Vuoi citarne alcuni?
Non voglio fare torto a nessuno perciò vi invio a dare uno sguardo all’albo d’oro dei vincitori di tutte le sezioni QUI
Parlando degli esordienti scoperti dal NebbiaGialla, è mai successo che uno di loro vincesse o fosse candidato, magari qualche anno dopo, nella categoria “Opere Edite”?
Per ora non è ancora successo ma mai dire mai.
Negli ultimi tempi stiamo assistendo al cambiamento narrativo in atto in Italia, soprattutto nel genere noir. È decaduto il mito dell’investigatore dannato e geniale, dell’eroe senza paura, delle ambientazioni fumose e misteriose e ci ritroviamo a leggere di protagonisti “normali”, facilmente identificabili, di città che hanno perso la loro aura magica e di storie che riflettono lo specchio dei tempi. La narrativa è la cartina tornasole degli umori della società?
In un certo senso sì ma spesso certe tematiche e situazioni ritornano ciclicamente. Poirot e Sherlock Holmes non passeranno mai di moda.
Parlando con gli autori italiani di crime che passano inevitabilmente dai concorsi letterari, dai festival, dalle interviste e dalle presentazioni, abbiamo avuto modo di constatare la peculiarità di ognuno di loro. Non solo. Abbiamo toccato con mano lo spirito di appartenenza che si è instaurato tra molti di loro. Da capo-mastro di diversi eventi letterari, come spieghi questo cameratismo tra autori?
Noi giallisti ci leggiamo fra noi, ci apprezziamo e non siamo invidiosi. Se uno ama i gialli legge tutti, quindi perché litigare? Meglio fare squadra no?
Thriller Life ringrazia Paolo Roversi per la disponibilità.
a cura di Alessandro Quadri Di Cardano e Patty Pici