L’angolo dei ragazzi in giallo con Battlezone di Andrea Garello
Incastonato a cinquecentocinquanta metri in mezzo agli Appennini, sotto al Monte Penna, Gualdo ha un clima che ricorda la Mitteleuropa anche se in un’oretta sei a Falconara Marittima a fare il bagno
Siamo agli inizi degli anni ‘80 e Gualdo Tadino fa da sfondo e cornice alla storia che vi presentiamo oggi per L’angolo dei ragazzi in giallo.
Il protagonista è Luca, prossimo alla seconda media, trasferitosi nella cittadina umbra con la sua famiglia, dopo aver girato mezz’Italia per via del lavoro del padre Gianfranco, un tenente colonnello dell’esercito italiano,
un metro e ottanta e un’espressione perennemente scocciata, come se dovesse continuamente prendere una decisione da cui dipendono le sorti del pianeta e tu provassi a distrarlo con un problema da niente
Luca “non è un ragazzino petulante” anche se fa tante domande, ma è estremamente curioso e con una fervida immaginazione.
Come riferimenti ha i suoi cugini più grandi, che gli hanno trasmesso la passione per la musica metal che coltiva insieme a quella, altrettanto grande, per lo spionaggio, tanto che il suo obiettivo è quello di sventare un piano del Kgb sul territorio italiano.
Ma perché mai una spia del Kgb dovrebbe venire a Gualdo Tadino?
Luca è determinato a scoprirlo e non esita a coinvolgere nel piano anche Marco, suo grande amico, trascinandolo in una rocambolesca avventura sul Monte Penna.
Andrea Garello è scrittore e sceneggiatore per la televisione: Crimini, Distretto di Polizia, Sette vite, Il commissario Manara e Come fai sbagli e per il cinema, dove ha lavorato, tra gli altri, con registi come Gabriele Salvatores (Amnesia), Gabriele Muccino (Ecco fatto), Gianni Veronesi (Che ne sarà di noi), Sydney Sibilia (Smetto quando voglio), è l’autore di questo young adult, ambientato negli anni 80, quando nel panorama politico internazionale dell’epoca a tenere banco era la Guerra Fredda.
Battle Zone è la storia di due ragazzi, Luca e Marco, che si apprestano a lasciare il mondo protetto dell’infanzia per affacciarsi in quello degli adulti.
Lo fanno sospesi tra realtà e fantasia, su di un ponte tra infanzia e adolescenza attraversato con l’immaginazione straripante di un ragazzo curioso e dall’intelligenza vivace, con le amicizie che nascono grazie alla musica condivisa, con le prime, devastanti cotte:
Elisa ha un anno più di lui, capelli e occhi neri, pelle chiara, lentiggini: insomma una bella ragazzina di tredici anni
Il romanzo va ben oltre la trama puramente avventurosa per trattare con delicatezza ed ironia, grazie ad una scrittura pungente, ma anche profonda e sensibile, il primo amore, l’amicizia, lo scontro generazionale, i difficili rapporti familiari:
Non sa perché, il rapporto tra i suoi genitori è un mistero. Lungi da lui la speranza che i suoi si separino, il solo pensiero lo terrorizza, si chiede soltanto quand’è che li ha visti ridere insieme, abbracciarsi, come fanno quelli che si vogliono bene
L’autore si cala con estrema disinvoltura sia nei panni dei ragazzi che degli adulti.
Molto abile nella caratterizzazione psicologica dei personaggi, che descrive con poche parole, immediate ed efficaci:
Marco è uno che le cose non le grida, ma che gli vada bene è un’altra storia
Un romanzo che nasce come libro per ragazzi, ma che sa parlare anche agli adulti.
A quei ragazzini vissuti negli anni 80, all’epoca della Guerra Fredda, delle vacanze estive che duravano tre mesi, trascorsi tutti nelle case al mare, dove il papà raggiungeva la famiglia a Ferragosto, delle feste in casa alle quattro del pomeriggio, delle illusioni e dei grandi sogni, perché
se a dodici anni non sogni di cambiare il mondo, ti rassegni da subito all’irrilevanza, al grigiore