Ballata per Nina (Le visioni di Nina vol. 3)
Alfredo è certo che sua sorella Nina, ormai quattordicenne, abbia visto e sentito qualcosa di tremendo che l’ha portata a chiudersi in un silenzio impenetrabile. Soprattutto, si è convinto che c’entri con una serie di morti che la cronaca definisce suicidi e che, come tali, vengono archiviati nell’indifferenza generale.
Intanto, l’unico che riesce a strappare Nina al suo isolamento è Leonardo, un quindicenne in affido. Il loro è un rapporto esclusivo ed escludente, di chi si trova a condividere percezioni troppo sottili per poter essere credute. Sorda dall’età di dieci anni, Nina ha affinato la capacità di vedere e di sentire frequenze che agli altri non sono concesse.
Se alcuni lo definiscono un dono, per lei è una dannazione, visto che la sua sordità si sintonizza di nuovo su una storia di sangue. Stavolta, però, non può procedere come ha fatto in passato: il male corrisponde pienamente alla natura di chi agisce, e non cerca né comprensione né assoluzione.
Sullo sfondo di una città allo sbando, si muovono individui smarriti, travolti dai confinamenti imposti e dal cambiamento climatico, schiacciati da un’iper-realtà che annichilisce ogni capacità immaginativa.
Ballata per Nina, capitolo conclusivo di una trilogia, è anche e soprattutto una storia di legami che resistono come corde tese sull’abisso, e che la protagonista spezzerà solo per poterlo risalire da sola, carica di consapevolezze che non possono essere barattate con nessuna rassicurazione. L’amore che resiste persino allo strappo è l’unico che conta, e saprà dirle chi è diventata davvero.
RECENSIONE
Solo una grande ferita innesca una grande rivoluzione, questo Nina l’ha capito presto…
E lo ha capito anche Lorenza Ghinelli che in questo romanzo parla di grandi ferite e del male, quel male profondo che difficilmente si può “curare” e analizzare.
Ballata per Nina è un romanzo breve ma intenso, ricco di emozioni e suspense. I personaggi sono ben caratterizzati, anche se del passato di Nina si carpiscono ben pochi passaggi. Bisognerebbe, per avere un quadro completo, aver letto gli altri due romanzi che compongono la trilogia. Questa eventuale mancanza, però, non costituisce un vero e proprio ostacolo. La Ghinelli ha fatto in modo di rendere comprensibile la storia anche a chi la storia non la conosce.
Si era chiusa in un carapace di mutismo e di evitamento che aveva fatto avvizzire ogni affetto.
L’ambientazione è quella di una città allo sbando in pieno lockdown. E anche questo particolare non è affatto secondario.
I divieti e le punizioni ci rendono solo più creativi.
È forse la rappresentazione più realistica di Ballata per Nina. Dove e quando ambientare un romanzo del genere se non in un periodo storico come quello del COVID? Il 2020 è stato l’anno dello smarrimento generale e, personalità come quelle di Nina e di Leonardo, sicuramente sono state ancora più colpite da questa chiusura forzata, chiusura che per loro ha rappresentato perdita di ogni cosa: fede, speranza e umanità.
È così che i due si annichiliscono, che perdono quelle pochissime certezze che avevano, che si fanno forza l’un l’altro nel loro ritrovarsi, entrambi, senza prospettive.
Diventare adulti con prospettive minime.
E comunque vada a finire, senza andare a rivelare in alcun modo il finale, il marchio delle tempeste ricorda che dalle tempeste non si esce mai liberi.
Una lettura veloce e scorrevole, con un buon vocabolario, mai troppo banale e nemmeno troppo raffinato. Un romanzo che lascia dietro di sé più di una domanda. Insomma, un libro da avere nella propria libreria, da affiancare, magari, con le due precedenti pubblicazioni.
Editore: Marsilio
Pagine: 170
Anno pubblicazione: 2023
AUTORE
Scrittrice e sceneggiatrice, classe 1981, Lorenza Ghinelli è una grande esponente del panorama letterario italiano con all’attivo numerosissime pubblicazioni. La Ghinelli ha scritto Il Divoratore (venduto in diversi Paesi e pubblicato da Newton Compton nel 2011, poi ripubblicato in Universale economica Feltrinelli nel 2022 con prefazione di Valerio Evangelisti).
Il suo secondo romanzo, La colpa (Newton Compton, 2012), è stato finalista al Premio Strega. Sempre con Newton ha pubblicato Con i tuoi occhi e Sogni di Sangue.
Con Almeno il cane è un tipo a posto (Rizzoli ed Editions Thierry Magnier per la Francia) ha vinto il Premio Minerva. Sempre con Rizzoli ha pubblicato Anche gli alberi bruciano.
Con Tracce dal silenzio (Marsilio, 2019) è stata finalista al Premio Scerbanenco. Il libro apre una trilogia: Le visioni di Nina a cui fa seguito Bunny Boy (Marsilio, 2021) vincitore del Premio Glauco Felici e Ballata per Nina.
Diversi suoi racconti sono presenti in antologie pubblicate da Guanda, Bompiani, Elliot, Newton Compton, Il Castoro, CTRL. È stata editor interna, soggettista e sceneggiatrice per la televisione. Da oltre dieci anni collabora con la Scuola Holden. Dal 2021 fa parte del corpo docenti di Academy, l’università della Scuola. Dal 2023 è Direttrice didattica di Daimon, il Master biennale della Holden.