Marco, Sveva, Vittorio, Piggi, il Boss: compagni di classe in un liceo romano, hanno condiviso gli anni magici in cui il futuro è ancora tutto da immaginare, e anche ora che la vita adulta li ha messi di fronte alle sue difficoltà sono rimasti un gruppo affiatatissimo.
Ma nell’animo di Marco – sceneggiatore di successo – c’è un grande buio che da sempre lui si allena a tenere nascosto.
Sarà un semplice gesto di Sveva e Vittorio a far divampare quell’oscurità risvegliando una fiamma rimasta troppo a lungo sotto la cenere: quando gli affidano le loro chiavi di casa, sicuri di consegnarle all’amico più fidato …
Milano, trent’anni dopo.
La città del lavoro e dell’efficienza, luogo ideale in cui fuggire dal passato confondendosi tra la folla che corre.
Ma Sara è una giovane donna in gamba e sa che per andare lontano bisogna fare i conti con il passato: sarà lei a cercare le chiavi per scoprire il segreto che ha segnato per sempre il suo destino.
RECENSIONE di Federica Cervini
Quando l‘amore si ammala, le conseguenze possono essere terribili
Paolo Ricchiuto esordisce nel mondo del thriller con Le chiavi di casa, un romanzo dalla trama complicata ed avvincente, dalla tensione psicologica fortissima – che la frase appena citata riassume in un’esperienza da molti condivisibile.
La caratteristica alla base di Le chiavi di casa infatti è la possibilità di vivere le medesime emozioni dei protagonisti, empatizzare con loro e provare i loro sentimenti descritti nelle pagine.
Partiamo dalla fiducia: chi di noi non ha lasciato una copia del mazzo delle proprie chiavi di casa al vicino o all’amico più caro – che passerà a bagnare le piante durante la nostra settimana di vacanza estiva, o nel weekend per dare da mangiare al gatto?
La fiducia è alla base di questo atto semplice e comune, né di certo possiamo pensare che l’amico fidato potrà fare una copia delle chiavi all’insaputa di noi proprietari, per intrufolarsi in casa nostra e frugare e metter mani nei nostri cassetti, fra la biancheria, nell’armadietto del bagno.
Passiamo al secondo elemento comune a molti di noi, la curiosità: in molti vorremmo poter guardare nella vita domestica dei nostri più cari amici a loro insaputa, per scoprire come organizzano i vestiti nell’armadio (in ordine di colore? o suddivisi per tessuto?) o quanti servizi di piatti belli conservano -e mai utilizzano- nella credenza antica in soggiorno.
E di sicuro da qui nasce in noi anche il rimorso – per l’aver anche solo immaginato di poter compiere un’effrazione reale (nella casa dell’amico) o metaforica (nei suoi pensieri e segreti).
Ebbene Paolo Ricchiuto mette in campo tutti questi elementi creando una trama talmente reale da permettere al lettore di viverla in ogni risvolto emotivo.
Cinque amici per la pelle dai tempi del liceo hanno condiviso le esperienze della vita dall’adolescenza in avanti, e ora sono adulti ancora affiatati, nonostante le normali difficoltà che la vita presenta.
Sveva e Vittorio, fidanzati fin dal liceo e ora sposi, affidano all’amico più stretto del gruppo – cioè Marco – le loro chiavi di casa, in vista di un breve viaggio a Parigi che faranno per festeggiare una bellissima novità della loro vita.
Marco, affascinante scrittore maledetto, è sempre stato profondamente innamorato di Sveva, e avere ora fra le mani le sue chiavi di casa lo fa precipitare in un abisso da cui il suo animo oscuro (sino a ora silente) si risveglia e si scuote.
Quello di gioventù si trasforma in un amore malato e prende le tonalità inquietanti di una mente che sta perdendo il controllo; le emozioni troppo a lungo trattenute esplodono quando Marco può, all’insaputa dei padroni di casa, mettere mano nella loro intimità e scoprire i segreti della coppia.
Marco vive tutte quelle emozioni ora che ha le chiavi di casa di Sveva e Vittorio – e il lettore con lui: curiosità
Passo al setaccio la posta in arrivo e quella inviata -n.d.r. nel PC di Sveva e Vittorio-, ricostruisco ogni passaggio con la concentrazione sporca di un investigatore
poi indecisione e vergogna
Potrei anche accenderla la luce del corridoio, ma mi sento ancora addosso una specie di vergogna come se mi stessero guardando
poi euforia
Sono dentro e ho davanti una montagna di ore per rimanere qui a fare tutto quello che mi passa per la testa
e infine rimorso per aver compiuto un gesto inammissibile
Che diritto ho di stare qui, come un ladro, a frugare nei loro oggetti … che cazzo faccio qui? Basta, basta con questa follia. Devo andare via. Ora.
Il lettore soffre con Marco, fruga nei cassetti accanto a lui, scopre una verità nascosta di Sveva e Vittorio e progetta la fine.
La prosa asciutta, diretta e schietta dell’autore di Le chiavi di casa accompagna la crescente depravazione morale di Marco, mentre l’opprimente oscurità della sua mente già lavora a un folle piano per riuscire ad avere Sveva.
Comincia qui la seconda inaspettata parte del romanzo.
Con un salto temporale di quasi 30 anni l’autore introduce Sara, una donna alla ricerca della verità circa il proprio passato, e propone un vero colpo di scena.
Lo fa sia nelle ultime pagine della prima parte del romanzo, in cui Marco è protagonista, sia poi in questa nuova linea di sviluppo della trama, del tutto imprevista.
Uno degli elementi più interessanti di Le chiavi di casa è il progredire della vicenda tra passato (cioè gli anni del liceo), presente (a Roma con le chiavi di casa materialmente nelle mani di Marco), e futuro (a Milano quando Sara deve riuscire a forzare il lucchetto che cela le verità nascoste circa le sue origini).
L’autore dosa passato, presente e futuro in modo magnetico, catturando l’attenzione del lettore con l’arma dell’empatia sia nella capacità di comprendere il dolore che Marco sta vivendo, sia nella possibilità di mettersi nei panni di Sara per capire.
La penna di Ricchiuto è vibrante, informale e con un buon ritmo narrativo, garantito dalle molte voci dei personaggi, nonché dai salti temporali: a pagine ricche di particolari come per esempio nella descrizione particolareggiata della casa di Sveva e Vittorio:
Sul tavolino, proprio davanti alla porta, penne, blocchetti per gli appunti, le chiavi della macchina e lì accanto la pendola, quella della casa di campagna con le fasi lunari dipinte a mano
si alternano capitoli con frasi scarne e brevissime, a tratti anche poetiche
Corro più forte. Inizia a mancarmi il respiro. Il peso. Il dolore nel petto. Lo riconosco. Papà. Aiutami. Non te ne andare.
Con un gesto di sfida, che è l’inizio della partita che Marco gioca con con se stesso, l’autore apre per ben due volte nel corso del romanzo il vaso di Pandora.
Riversa sul lettore tutti i mali del mondo: nella prima parte del thriller con la perdita di lucidità di Marco, nella seconda svelando a Sara il proprio agghiacciante passato.
Ricchiuto scrive con Le chiavi di casa un thriller disturbante, dalla trama complessa e con un’attenta analisi psicologica dei personaggi, nonché tanta tensione che accompagna il lettore dalla prima all’ultima pagina.
Un esordio davvero ben riuscito.
È una grande storia sull’amicizia, sull’amore e su come questi possano corrompersi e degenerare.
Sì, lo chiamerò Le chiavi di casa. La mia sarà la storia di un povero imbecille innamorato da sempre di una sua compagna di classe che ha sposato un altro, e che per un caso si ritrova in mano le chiavi ed entra di nascosto nelle loro vite
Editore: Giunti Editore
Pagine: 300
Anno pubblicazione: 2023
AUTORE
Paolo Ricchiuto (1969) vive, lavora e gioca a tennis a Roma.
Ha una moglie e due figli.
Avvocato, si occupa soprattutto di privacy.
Le chiavi di casa è il suo primo romanzo.