Il cannibale di Tom Hofland

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Il cannibale

Recensione di Erika Gilberto

Lute è il responsabile del Reparto Qualità dell’Aletta, un’azienda farmaceutica olandese i cui uffici, affacciati sugli splendidi boschi della Veluwe, ospitano una gran quantità di personale devoto e tutelato da ottimi contratti.

Ma improvvisamente da un giorno all’altro l’azienda viene rilevata da un investitore svizzero e l’intero reparto viene dichiarato in esubero. Ora, per ottenere il massimo profitto dalla vendita, a Lute viene assegnato un compito gravoso: convincere decine di fidati colleghi a dimettersi.

E così quando Lombard, un cacciatore di teste freelance incontrato per caso, gli offre i suoi servizi, Lute, disperato, li accetta con entusiasmo. Ma non sa che Lombard prende la sua professione terribilmente sul serio.

Giorno dopo giorno, mentre il cacciatore di teste si insedia nel suo ufficio in compagnia di un cowboy armato di fucile e un minaccioso cane nero, una serie di episodi inquietanti comincia a funestare i corridoi aziendali…

L’Aletta è un’azienda farmaceutica che produce capsule.

È affacciata su un bosco rigoglioso, forse un po’ tetro, come ce ne sono tanti nella Veluwe, nei Paesi Bassi.

Se si guarda dalle finestre, si possono scorgere senza fatica famigliole di cinghiali che pascolano allegramente.

E Lute spesso guarda fuori, li osserva, li scruta immaginando di essere stato lui stesso un piccolo cinghiale che, alla nascita, ha deciso di abbandonare il branco per trasformarsi in un essere umano, messo a capo del reparto Vendite e Qualità dell’azienda.

È irrequieto, Lute.

Osserva mamma cinghiale dal vetro e sembra che guardi nella sua direzione, rimproverandolo della scelta presa da piccolo.

Lute, non è estraneo a questi pensieri bizzarri, è stressato.

Ora molto di più, perché il suo capo gli ha appena comunicato che l’Aletta sarà assorbita da una grande società e perciò il reparto Vendite e Qualità dovrà essere eliminato.

E lui dovrà comunicare l’infausta notizia a tutti i lavoratori del reparto, spingendoli a licenziarsi.

L’uomo ha perso il sonno, non fa altro che pensare a queste persone, che lavorano in azienda da anni e con cui lui ha instaurato un bellissimo rapporto.

Come può fare una cosa simile? Perché il suo capo gli ha dato questo compito così difficile? Non poteva occuparsene lei?

Mentre tutti questi pensieri gli brulicano in testa, decide di prendere la bici e andare a farsi un drink, perché tanto di dormire non se ne parla.

Ed ecco che al bar incontra Reiner, un curioso personaggio, vestito da cowboy e accompagnato da un grosso cane nero.

L’uomo gli si siede accanto, scusandosi per essere accidentalmente passato sopra alla sua bicicletta col pick-up nel parcheggio fuori dal bar.

Si offre di risarcirlo e quando Lute legge sul biglietto da visita dell’uomo che la sua professione è “cacciatore di teste freelance”, gli viene una illuminazione.

Chissà se Reiner può aiutarlo nel gravoso compito che lo aspetta nei giorni a venire?

Senza che Lute lo chiami, il giorno dopo compare in azienda il signor Lombard, uno strano uomo con una leggera peluria grigiastra in testa.

Dice di essere stato mandato da Reiner, per risolvere il suo piccolo problema.

Quando Mea, una dipendente ancora all’oscuro dei piani dell’azienda, dice a Lute, per l’ennesima volta, che la sua cara amica Essel ha bisogno di un lavoro, Lombard si offre di tenerla con sé come aiutante.

I colloqui con i dipendenti possono cominciare! Che il delirio abbia inizio…

Tom Hofland, attraverso una narrazione concitata, senza fronzoli e descrizioni troppo circostanziate, incuriosisce il lettore, capitolo dopo capitolo.

Carina l’idea di raffigurare un piccolo cinghiale all’inizio dei capitoli in sostituzione del numero.

Durante lo svolgersi degli avvenimenti, Il cannibale diventa pian piano surreale, in un crescendo di situazioni che, seppur portate all’esasperazione, non vanno tanto lontano dalla realtà lavorativa che ci coinvolge tutti.

Nei momenti più impensati, lo scrittore inserisce dei dialoghi assurdi, a tratti sembrano fuori luogo, ma allo stesso tempo divertono il lettore, nonostante si stia assistendo ad una scena macabra e grottesca.

La descrizione dei personaggi viene svolta attraverso esperienze personali degli stessi e non annoia.

I luoghi in cui si dipana la trama, peraltro non particolarmente intricata, sono cupi, ma non potrebbero essere altrimenti.

C’è tutto il materiale per farne un adattamento cinematografico.

Il cannibale è un thriller gotico, breve e di facile lettura.

Contiene delle piccole divagazioni, sì, ma non appesantiscono la narrazione, perché in qualche modo sono attinenti alla storia.

Il cannibale non è un romanzo per tutti.

Non è il classico thriller che ci si aspetta, ossia un cadavere, degli indiziati, una soluzione.

No, è una denuncia in versione macabra verso il mondo del lavoro, descritta con sapiente ironia.

Stephen King probabilmente direbbe che questo romanzo ha i denti affilati e lo apprezzerebbe.

Traduzione: Laura Pignatti
Editore: Carbonio Editore
Pagine: 250
Anno di pubblicazione: 2024

Thriller Life ha intervistato Tom Hofland sul suo libro Il cannibale, clicca qui per leggere l’intervista completa

Tom Hofland

Tom Hofland, classe 1990, è uno scrittore e podcaster olandese. Nel 2018 il quotidiano “de Volkskrant” lo ha definito il più grande talento letterario dei Paesi Bassi. 

Il cannibale è il suo terzo romanzo, vincitore, per «la sua sperimentazione formale, il suo senso dell’umorismo e la sua originalità», del BNG Bank Literature Prize 2022.

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