Il maestro dei sogni
Recensione di Elide Stagnetti
Esistono incubi travestiti da sogni. E qualcuno li sta trasformando in realtà. Qualcuno che deve essere fermato prima che uccida di nuovo. Valentina Medici, giovane commissario del Servizio Centrale Operativo, sta per lasciare tutto. L’ultima indagine che ha diretto l’ha ferita, nel corpo e nell’anima, in modo irrimediabile.
Ma proprio quando sta per riconsegnare il distintivo, l’Europol la contatta per offrirle un incarico internazionale: dare la caccia alla donna che le ha rovinato la vita e fermare una pericolosa rete di criminali.
Valentina accetta e si trova presto a sprofondare in un gorgo oscuro di violenza e follia. Un assassino seriale è all’opera e i suoi omicidi sono tanto efferati quanto spettacolari. Le vittime non sembrano avere niente in comune.
Eppure in qualche modo tutto gravita attorno alla mente. Nel tentativo di andare a fondo dell’indagine e, allo stesso tempo, di riemergere dai propri incubi, Valentina sarà costretta a riallacciare legami che sperava sepolti nel suo passato.
Per affrontare i demoni che operano nel mondo, Valentina dovrà sconfiggere i propri demoni interiori. E pagare un prezzo altissimo.
Recensione
Non si è conclusa con il primo volume, La condanna dei viventi, l’inchiesta di Valentina Medici sulla Geenna, l’oscura organizzazione internazionale “che si celava dietro molti nomi e nessun nome”, un mostro che, con la sua struttura tentacolare e i suoi progetti mortiferi, divora vittime con la medesima ferocia con cui Moloch divorava esseri innocenti nel luogo biblico da cui essa prende il nome.
Valentina, miracolosamente superstite, ora agente dell’Europol, prosegue la sua ricerca, ossessionata dal ricordo della sua aguzzina, Hannie Janssen.
Ma questa indagine si intreccia con un’altra, più urgente e immediata, che la costringe a tralasciare, in parte e momentaneamente, quella sulla Geenna.
Con una serie di omicidi in grande stile, che non aspettano altro che di essere collegati tra loro, è apparso Samael, l’angelo della morte, il maestro dei sogni, un assassino ‘gentile’, che “uccide per liberare” e salvare le sue vittime, per realizzare i loro desideri.
All’inizio poco convinta della serialità dei crimini di Samael, Valentina si trova coinvolta nella caccia a questo killer per diversi motivi, anche molto personali.
La lettura è magnetica e incalzante, non consente di prendere fiato, perché riflette l’andamento tortuoso dell’indagine, che è possibile seguire in presa diretta.
Più volte, infatti, gli inquirenti sono costretti a tornare sui propri passi, a recarsi di nuovo nei luoghi interessati o a rileggere da una nuova prospettiva i fatti e gli indizi già acquisiti.
Le spiegazioni non sembrano mai sufficientemente esaurienti, anche perché i delitti di Samael sembrano (e sono) inconcepibili.
Le ambientazioni emergono con una forza particolare: non solo l’assassino sceglie con cura meticolosa le sue vittime, ma con altrettanta meticolosità allestisce per loro degli scenari che diventano dei veri e propri palcoscenici di morte.
Ville fatiscenti, casotti abbandonati, cimiteri, antichi sanatori, la città come la montagna: il killer colpisce in contesti di ogni tipo e il lettore si ritrova insieme a Valentina, Loris e Fabio a spostarsi da un luogo all’altro dell’Italia, in un macabro viaggio dell’orrore.
Questo non è l’unico itinerario che il lettore percorre: il libro consente di effettuare anche un viaggio virtuale attraverso la rete, nella sua parte più nascosta e proibita.
Il personaggio chiave in questo caso è Loris Manna, un informatico di primo livello, il cui apporto essenziale all’inchiesta consiste nel reperimento di informazioni, dati e corrispondenze incrociate sulla Geenna e su Samael.
A coadiuvarlo, un sistema da lui stesso messo a punto, un programma di intelligenza artificiale, significativamente soprannominato “Dio”.
La navigazione nel torbido mare del dark web lo mette in contatto con le prove dell’esistenza di un male che sembra non avere né inizio né fine e che ha colpito senza tregua, anche in tempi e luoghi lontani (“il diavolo non muore mai”).
Il viaggio più affascinante -almeno per me- resta comunque quello attraverso la malattia mentale, l’immersione negli abissi della psiche umana, sia dell’omicida, sia delle sue vittime, che è il vero e proprio fil rouge di questo thriller.
Indimenticabile la visita di Fabio Costa e dell’ispettore capo della Polizia Gaja Giannini al Museo della Mente, sorto al posto del manicomio romano di S. Maria della Pietà, dopo la chiusura nel 1999 (per effetto della legge Basaglia).
Custode della memoria, ma soprattutto del dolore degli internati, questo luogo racconta una lunga storia di sofferenze, di fronte alla quale è difficile rimanere impassibili:
L’intera superficie di mattoni e intonaco era ricoperta di disegni, parole, frasi, fitti geroglifici creati con la punta di un coltello, forse, e a volte magari con le unghie. Un reticolo di memorie. Un diario di pietra. Aveva ragione Mario Tobino, pensò Costa. Il dolore trasudava da quei muri.
Sofferto continua a essere anche il rapporto tra i due protagonisti, Valentina e Fabio.
Anche se la forza del sentimento li attrae inesorabilmente l’uno verso l’altra, il rispettivo vissuto non permette loro di instaurare una relazione ‘normale’.
Del resto, avere attraversato un’esperienza come quella raccontata ne La condanna dei viventi, non può non lasciare segni indelebili nell’evoluzione di questi personaggi.
Il contatto diretto con il male li ha riempiti di rabbia, li ha circondati di un’ombra scura che non li abbandona, li ha resi soli e potenzialmente pericolosi: una sorta di contagio dal quale non sembrano capaci di guarire.
Questa ambiguità tocca molte figure de Il maestro dei sogni, al punto che risulta esserne uno dei temi portanti.
Essa sembra trovare un corrispettivo simbolico nel contrasto cromatico tra luci e ombre, sul quale l’autore insiste più volte.
Il sole calò fuori dalla finestra e per una strana coincidenza il volto di Adriano scomparve nel buio improvviso. Nessuno si mosse o accese la luce e lui continuò a parlare anche se non ne vedevano più la sagoma
L’altro non cambiò espressione. Ma il raggio di sole si spostò dal suo viso, scivolò via con il tramonto […]. Costa tornò a essere avvolto dall’ombra che lo seguiva e che coincise con il progressivo oscurarsi del sole. Solo che adesso sembrava molto più scura e densa.
Casa editrice: Longanesi
Pagine: 496
Anno di pubblicazione: 2024
Thriller Life ha intervistato Marco De Franchi sul suo libro Il maestro dei sogni, clicca qui per leggere l’intervista completa.
Marco De Franchi è scrittore e investigatore.
Ha infatti un passato da Commissario Capo di Polizia, periodo durante il quale ha lavorato presso il Servizio Centrale Operativo (SCO), l’ufficio investigativo italiano che più si avvicina all’FBI.
Ha pubblicato racconti in riviste come L’Eternauta, Weird Tales e M-Rivista del Mistero e in antologie per Mondadori, Newton Compton, Meridiano Zero, Addictions, Alacra`n, Flaccovio e altri.
È stato soggettista e sceneggiatore di fumetti per testate come Lanciostory e Skorpio.
Nel 2008 ha pubblicato per Barbera Editore il romanzo noir La Carne e il Sangue e nel 2013 Il giorno rubato per La Lepre edizioni.
È stato finalista ai premi Tolkien di narrativa fantastica e Ormegialle di narrativa gialla e noir. E`stato tradotto in Francia per la rivista di narrativa fantastica Antares.
Le esperienze sul campo sono state fondamentali per la scrittura del thriller La condanna dei viventi edito da Longanesi nel 2022. Nel 2024 esce il seguito, Il maestro dei sogni.