Ho qualche domanda da farti di Rebecca Makkai

Ho qualche domanda da farti di Rebekka Makkai
“Non ero ancora arrabbiata con te. Lo sarei stata dopo. Non avevo capito che volevo delle risposte da te. Ma l’inconscio ha uno strano modo di procedere.”

Ho qualche domanda da farti

Recensione di Ba

Bodie Kane è una docente di cinema e podcaster di successo e tende a non indugiare troppo nei ricordi del passato, un passato che comprende una tragedia familiare che le ha funestato l’adolescenza, quattro anni perlopiù infelici nel collegio di una scuola superiore del New Hampshire e l’assassinio della sua compagna di stanza nella primavera dell’ultimo anno.

Anche se le circostanze dell’omicidio di Thalia e l’arresto di Omar Evans, il preparatore atletico della scuola, sono oggetto di feroci discussioni in rete, Bodie preferisce non farsi coinvolgere troppo. Quando però la sua vecchia scuola, la Granby School, la invita a tenere un corso, Bodie è inesorabilmente attratta dal caso e dalle sue falle sempre più evidenti.

Nella fretta di arrestare Omar, la scuola e la polizia hanno forse sottovalutato altri possibili sospetti? Il vero assassino è ancora a piede libero? Bodie comincia a pensare che forse, nel 1995, era a conoscenza di alcuni dettagli che avrebbero potuto aiutare a risolvere il caso.

Recensione

Bodie, la protagonista di Ho qualche domanda da farti, è una ragazzina con un’infanzia disastrosa alle spalle a causa della morte del fratello e del padre, mentre la madre, super narcisista, si preoccupa solo di girare gli Stati Uniti dopo averla abbandonata presso una famiglia di Mormoni.

Per sua fortuna e grazie al loro aiuto, Bodie riesce ad entrare a Granby, un collegio d’élite frequentato in prevalenza da ragazzi dell’alta società, dove, per ovvi motivi, si sente un pesce fuor d’acqua e riesce a fare amicizia solo con altre due ragazze, anche loro fuori dagli schemi.

Siamo nel 1995 è l’ultimo anno di scuola, l’anno del diploma e i ragazzi sono già proiettati verso il futuro, l’università, quando una mattina Thalia Keith, compagna di stanza di Bodie, viene trovata morta nella piscina della palestra.

Le tecniche forensi sono agli inizi, ma il DNA rinvenuto sul corpo della ragazza, accusa Omar, un preparatore atletico afroamericano che lavora nel campus.

L’uomo viene interrogato senza sosta dalla polizia che, alla fine, riesce ad ottenere una confessione, ritrattata però il giorno seguente poiché Omar, da quel momento in poi, si professa innocente.

Dopo oltre vent’anni, a Bodie viene offerto un lavoro temporaneo come insegnante nel suo vecchio campus a Granby.

Ora è una donna con due figli, non più un’adolescente impaurita.

È una professionista nel settore dei podcast e ne produce uno chiamato “Starlet Fever” che riesamina la vita delle donne nel cinema.

Prima ancora di scendere dal taxi Bodie si accorge che tutte le sue paure stanno tornando a galla e capisce di avere una vera e propria ossessione in merito alla morte di Thalia.

È sempre più convinta che non sia stato Omar ad ucciderla, ma qualcun altro e che la soluzione del caso potrebbe nascondersi tra i suoi ricordi.

Ambientato nel 2018 quando il movimento #MeToo è iniziato negli Stati Uniti a causa degli scandali per gli abusi sessuali subiti da donne, in particolare, dello star-system, Ho qualche domanda da farti tratta in maniera approfondita il tema delle molestie e degli abusi attraverso le esperienze dirette della sua protagonista.

Bodie, infatti, si trova a riconsiderare la propria esperienza a Granby, ripensando ai comportamenti sessualmente espliciti da parte di compagni di università che, più di una volta, ha accettato come fossero normali.

La ragazza ricorda diversi episodi, in flashback, in cui ha subito molestie di vario genere.

Contemporaneamente inizia anche un accanimento mediatico contro il suo ex-marito Jerome, padre dei suoi figli, che avrebbe insistito per fare sesso nei luoghi e negli orari più strani con una sua ex fidanzata, già maggiorenne all’epoca, che, però, ora lo accusa di averle sconvolto la vita con quelle richieste “particolari”.

Quindi la protagonista, da una parte condanna nella sua mente i suoi ex-compagni che avrebbero “abusato” della sua ingenuità, ma dall’altra cerca in tutti modi di giustificare il suo ex-marito per questi atteggiamenti non proprio corretti.

L’autrice è fortemente critica nei confronti dei predatori sessuali, personaggi ambigui e pericolosi e cerca di tenere sotto controllo i suoi pregiudizi verso gli uomini in generale, invano:

un brav’uomo è difficile da trovare

Allo stesso tempo, però, riesce a creare una tensione strisciante che tiene il lettore incollato alle pagine.

La Makkai critica ferocemente anche il fenomeno del “true-crime”, che spopola sui social network e in televisione: ormai si trovano podcast, dirette o trasmissioni di questo genere ovunque.

Tuttavia, fino a che punto è lecito spingersi?

È giusto “sfruttare” le vittime e spettacolarizzare la loro morte?

Usare anche l’immaginazione per riempire le eventuali lacune lasciate dalla conoscenza dei singoli casi?

Il titolo, mai come in questo caso, è rivelatore: Ho qualche domanda da farti infatti, si riferisce ad una persona precisa, Dennis Bloch, all’epoca insegnante di musica, sempre molto gentile e disponibile, in particolar modo con Thalia, che aveva atteggiamenti ambigui, secondo i ricordi di Bodie.

Non ero ancora arrabbiata con te. Lo sarei stata dopo. Per ora eri solo un osservatore. Non sentirti lusingato. Non avevo capito che volevo delle risposte da te. Ma l’inconscio ha uno strano modo di procedere

La scelta di puntare il dito contro questo insegnante e rincorrere, per tutto il libro, la sua presunta colpevolezza, rispecchia il tono quasi confidenziale usato nei podcast di true crime e mette il lettore “sull’attenti”.

Rebecca Makkai dissemina Ho qualche domanda da farti di eventuali colpevoli che avrebbero potuto uccidere Thalia per vari motivi, e lo fa attraverso un uso sapiente dei flashback della protagonista e dei suoi ex-compagni.

Mentre il romanzo scorre, con capitoli brevi e frasi affilate come coltelli, si capisce bene il taglio poliziesco che l’autrice ha volutamente dato alla storia.

Peccato per la conclusione, perché ho trovato la soluzione finale molto debole e non all’altezza delle aspettative create durante la lettura del romanzo.

Traduzione: Marco Dionigi Drago
Editore: Bollati Boringhieri
Pagine: 480
Anno pubblicazione: 2024

Rebecca Makkai è un’autrice statunitense.

Docente universitaria, il suo romanzo d’esordio. L’angolo dei lettori ribelli (in Italia pubblicato da Piemme nel 2012) è stato inserito nella Top Ten Debuts di «Booklist» e i suoi racconti sono stati selezionati per diverse edizioni dell’antologia The Best American Short Stories.

Con I grandi sognatori, pubblicato in Italia nel 2021 da Einaudi, Makkai è stata finalista del Premio Pulitzer e del National Book Award, oltre ad aver ricevuto prestigiosi riconoscimenti, tra cui la Andrew Carnegie Medal e il Los Angeles Times Book Prize.

Nel 2024 esce per Bollati Boringhieri Ho qualche domanda da farti.

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