Assenza da giustificare
Recensione di Alessia Chierico
Elena Cantini, professoressa di italiano al Liceo Parini di Roma, viene ritrovata morta in un parco. Incensurata, nubile, senza figli.
A indagare viene chiamata d’urgenza l’ispettrice Alina Mari, fresca di nomina. Anche lei senza figli. O forse no. «I muri sono tappezzati di ritagli di giornali, la maggior parte sono fotografie di donne, di tutte le età, etnie, classi sociali. Giro su me stessa e non riesco a trovare un centimetro di muro che non sia occupato da un viso.»
Quando riceve la telefonata dal commissariato, l’ispettrice di polizia Alina Mari non potrebbe essere più distante da Roma e dal lavoro: si trova in una clinica di Bruxelles per tentare un intervento di inseminazione artificiale.
Il commissario però è molto chiaro: c’è un caso di omicidio di cui deve occuparsi, ha poche ore per rientrare in sede, altrimenti sarà tagliata fuori. Alina mette in pausa il suo futuro e prende il primo volo. Appena arrivata a Roma inizia a indagare sull’omicidio di Elena Cantini, insegnante di un prestigioso liceo cattolico. Elena conduceva una vita normale: una grande passione per il suo lavoro, poche amiche affezionate, nessuna relazione sentimentale, nessun conflitto.
E allora chi può averla colpita alla testa, lasciandola inanime in un parco cittadino, con il corpo a formare una croce e un anulare mozzato?
Mentre le indagini si fanno sempre più serrate e i vicoli di Roma mostrano il loro profilo più irregolare, Alina è costretta a scendere a patti con i suoi fantasmi e a dar fondo alla sua intuizione per tentare di risolvere un caso le cui radici sono più profonde di quanto potesse immaginare.
Recensione
Assenza da giustificare di Alessandra Acciai, edito da Piemme Editore, è la prima indagine che vede come protagonista Alina Mari.
Conosciamo Alina a Bruxelles, in una clinica per l’inseminazione artificiale. Lei non ha nessuno: né genitori, né marito.
Può contare solo su Tito, un caro amico, quasi un fratello, che le ha regalato il suo seme, per tentare di non essere più sola.
Alessandra Acciai riesce subito a trasmettere le sensazioni di freddo e di asettico che Alina prova in ospedale e in quella città dal clima rigido, bagnata da una pioggia fine e incessante.
Nello stato di catalessi in cui si trova, dovuto all’anestesia, con la testa che sembra scoppiarle, l’ispettrice riceve una telefonata dal suo capo, Angelo Bosisio, che la informa del ritrovamento di un cadavere, nel centro di Roma.
Spinta dal senso del dovere, decide di non proseguire con la fecondazione, ma di ritornare immediatamente in Italia.
L’autrice tratta, in modo velato, la tematica legata al lavoro femminile, quando si ricoprono alti livelli professionali. È possibile conciliare il lavoro manageriale con l’essere madre e avere una famiglia?
La vittima è Elena Cantini, cinquantun anni, insegnante di italiano. È stata uccisa mentre portava a passeggio il suo cane.
“Il cane ha occhi scuri smarriti, è un incrocio strano di tanti incroci, mi abbaia, ha paura. Decido in un attimo che mi assomiglia, storie di istituti e solitudini, di bastardi senza famiglia. Intravedo la medaglietta appesa al collare rosso: si chiama Dirac, come il fisico e la sua equazione
È fatta! Dirac ha una nuova mamma e Alina non è più sola.
A dirigere le indagini preliminari viene incaricato il pubblico ministero Pietro Ricceri.
Anche lui e l’ispettrice hanno qualcosa in comune: faticano a relazionarsi con le persone.
Questo romanzo tratta il tema della solitudine, forzata o per scelta.
Anche la vittima era una donna sola, proprio come Alina, ed entrambe hanno un cane a far loro compagnia.
Per tutte e due, in modi diversi, la vita viene interrotta all’improvviso.
Anche sul lavoro l’ispettrice è solitaria, preferisce seguire l’istinto e bruciare i tempi. D’altra parte, è dovuta diventare adulta in fretta.
Cresciuta in un orfanotrofio, non ha conosciuto il calore di una mamma, nessuno le ha mai conciliato il sonno raccontandole le favole della buonanotte.
Ecco perché ha bisogno di sentirsi protetta. Il camper, in cui vive, e il suo ufficio rappresentano il suo guscio, la sua corazza.
Una casa con le ruote offre la possibilità di andarsene in un qualsiasi momento, senza dover fare la valigie.
“Il camper visto da lontano sembra un alieno. Risalta e stride con la sua lucida vetroresina esterna addosso al muro antico di mattoni marroni. Lo chiamano veicolo ricreazionale, ma io non ci faccio ricreazione, ci vivo
L’ambientazione di Assenza da giustificare si sposta dal commissariato all’appartamento di Elena, dal camper di Alina alla sontuosa scuola, il liceo Parini, nel quale insegnava la professoressa Cantini.
Le due donne si muovono nel raggio di pochi chilometri quadrati, dentro i quali hanno il loro mondo: la casa, il luogo di lavoro, il parco.
Sono donne che vorrebbero accettarsi di più, ma per loro è difficile mettere se stesse “al primo posto”, rifiutano tutto ciò che sia superficiale o imponderabile e non hanno tempo libero.
Anzi, se l’avessero, non saprebbero cosa farne.
Assenza da giustificare tratta anche la tematica dell’amore fraterno, quello che lega Alina a Tito. Sono, l’uno per l’altra, l’unica vera famiglia che abbiano conosciuto.
Finché, uno dei due, non decide di costruirsene una propria.
Forse, per Alina,
“le relazioni sentimentali sono come una guerra piena di prigionieri, feriti e morti
Non è facile per lei gestire le emozioni, è meglio non avere abitudini perché, quando cambiano, fanno soffrire.
Le donne, e le loro sofferenze fisiche e psicologiche, sono poste al centro dell’indagine e delle tematiche. La caratterizzazione dei personaggi è accurata e la scrittura è nitida, pulita, decisa, assomiglia molto al carattere della protagonista, per certi versi fragile, ma in realtà intrepida e coraggiosa.
Alina è un personaggio pieno di sfaccettature e ne abbiamo conosciuta solo una piccola parte.
Un ottimo esordio per Alessandra Acciai: quello ad Alina Mari è sicuramente soltanto un arrivederci alla prossima indagine.
Editore: Piemme
Pagine: 384
Anno pubblicazione: 2024
Alessandra Acciai è laureata in Discipline dello spettacolo.
È attrice, sceneggiatrice e produttrice cinematografica.
Assenza da giustificare è il suo esordio nella narrativa.