Il giudizio del passato di Jørn Lier Horst

Il giudizio del passato, copertina
Una doppia indagine che intreccia crimine, traumi familiari e segreti inconfessabili in un piccolo centro della provincia norvegese.

Il giudizio del passato

Recensione di Federica Salzano

Sofie Lund ha sempre visto suo nonno Frank per quello che era: un criminale senza scrupoli responsabile della morte di sua madre, finita in carcere ingiustamente proprio a causa dei loschi traffici di Frank. Ora che lui è morto, però, e che lei sta crescendo da sola una figlia piccola, la casa ricevuta in eredità è un buon motivo per tornare a Larvik, cittadina costiera della Norvegia.

È qui che incontra per caso l’amica di infanzia Line, figlia dell’ispettore di polizia William Wisting e cronista di nera per il quotidiano locale. Ed è grazie a lei che Sofie comincia a indagare su chi fosse davvero Frank Mandt: un noto contrabbandiere di alcolici o un delinquente coinvolto in giri molto, molto più oscuri e pericolosi?

La risposta potrebbe essere a portata di mano, addirittura nella nuova casa, lì dove Frank ha finito i suoi giorni dopo essere, a quanto pare, caduto dalle scale. Nella cantina del nonno Sofie ha trovato una cassaforte in cui sono custodite informazioni di cruciale importanza.

Non solo per l’ispettore Wisting, impegnato in un caso di persona scomparsa ormai a un punto morto, ma anche per i cittadini di Larvik, la cui esistenza potrebbe venire sconvolta in maniera irreversibile.

Una doppia indagine che intreccia crimine, traumi familiari e segreti inconfessabili di un piccolo centro di provincia. Un nuovo, affascinante capitolo della saga dell’ispettore Wisting che ha conquistato i lettori di tutto il mondo.

Recensione

Il giudizio del passato è il secondo romanzo tradotto in Italiano e il decimo della serie con protagonista l’ispettore William Wisting, ora alle prese con un caso di “apparente” sparizione:

“Jens Hummel era un tassista sparito insieme alla sua vettura la notte di venerdì 6 gennaio. L’ultimo ad averlo visto era un cliente che aveva lasciato all’una e ventitré di notte davanti all’hotel Grand di Storgata, a Larvik. Da allora erano passati più di sei mesi e il caso era ancora un mistero.

Line, figlia dell’ispettore Wisting, si è presa una pausa dal suo lavoro di giornalista di cronaca nera perché ormai prossima al parto, ha deciso di acquistare una casa a Larvik per essere più vicina al padre ed iniziare una nuova vita da madre single.

Durante un giro in centro per arredare la sua nuova casa, Line incontra una sua vecchia compagna di scuola, Sofie Lund, anche lei sola e con una bambina piccola.

Sofie si è trasferita poco distante da casa di Line, nella dimora di suo nonno, Frank Mandt, noto contrabbandiere, da poco deceduto, con il quale Sofie non aveva più contatti da molto tempo. 

Mentre l’ispettore Wisting e la sua squadra brancolano nel buio per risolvere il caso Hummel, Line gli consegna una rivoltella trovata nella cassaforte del seminterrato del nonno di Sofie, chiedendogli di disfarsene senza rivelare, in un primo momento, a chi appartenesse.

L’intrigo criminale, come spesso accade nei romanzi di Jørn Lier Horst, nasce quasi per caso.

Le indagini sulla scomparsa di Hummel sono ad un punto morto e la rivoltella consegnatagli da Line risulta essere, dopo un esame balistico, l’arma del delitto di un omicidio avvenuto la notte di Capodanno a Kristiansand.

Apparentemente i due casi non hanno nulla in comune, ma, grazie alle sue abilità investigative, Wisting scopre un collegamento scavando nel passato del nonno di Sofie, stravolgendo, così, il processo per l’omicidio di Capodanno, in procinto di iniziare.

Sebbene non manchino i bravi autori scandinavi di narrativa poliziesca, Horst risulta, a suo modo, un apprezzabile scrittore.

Le sue descrizioni sono chiare e precise, i personaggi ben delineati.

Ho trovato particolarmente interessante la dinamica tra Wisting e sua figlia Line: entrambi hanno un forte senso di rettitudine che esprimono in modo completamente diverso.

Line è una donna forte come suo padre, libera, una giornalista d’inchiesta abituata a scavare in profondità per trovare la verità e scoprire elementi utili alle investigazioni di Wisting.

Non ha paura di dar voce ai propri pensieri, ma, allo stesso tempo, è una donna molto empatica pronta a mettersi in gioco pur di difendere le sue convinzioni e amicizie.

L’ispettore Wisting, invece, è un uomo pragmatico, intelligente e risoluto, molto efficiente, che non si lascia ingannare dalle apparenze e, per questo, risulta essere un ottimo investigatore:

“Wisting la guardò chiedendosi se dirle cosa pensava a proposito del collegamento, ma alla fine lasciò stare.
«Io non credo alle casualità» rispose.

Considerato che lo stesso Horst è un ex-poliziotto, traspare nella narrazione de Il giudizio del passato, un forte senso di giustizia che il pubblico intuisce dietro il carattere e le gesta del protagonista.

La trama, soprattutto nella seconda parte del romanzo, diventa più incalzante poiché vengono presentati molti indizi e nuovi personaggi, fino ad arrivare alla scoperta del colpevole a “sorpresa”.

A tratti, però, la vicenda risulta troppo complessa perché vengono inseriti numerosi elementi sui quali, a mio parere, l’autore doveva soffermarsi maggiormente.  

Tuttavia, i punti di forza de Il giudizio del passato sono due: le descrizioni asciutte, senza fronzoli e il fatto che lo scrittore riepiloghi più volte l’intreccio come se sapesse che è facile, per il lettore, perdersi all’interno di trame labirintiche e ben congegnate.

Traduzione: Claudia Valeria Letizia & Eva Valvo
Editore: Rizzoli
Pagine: 432
Anno pubblicazione: 2024

Nato nel 1970 a Bamble, Jørn Lier Horst vive e lavora con la moglie e due figli a Stavern, una piccola città nel comune di Larvik

Dopo gli studi di filosofia, psicologia e criminologia, ha lavorato per diversi anni a Larvik, nella contea di Vestfold, come ufficiale di polizia anziano.

Ha esordito nella narrativa gialla nel 2004 con la prima indagine del commissario William Wisting, una serie arrivata, nel 2018, al dodicesimo capitolo e premiata con i più importanti riconoscimenti del settore quali il Martin Beck Award nel 2014 per Jakthundene.

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