La colpa è mia
Recensione di Federica Cervini
TRAMA
“Certe volte quando parli sembra che tiri fuori un’altra persona,” dice Aby con inquietudine quando Bruno le confida un ricordo d’infanzia. E, come sempre, ha ragione; la sensazione di essere abitato da pensieri e pulsioni che non è capace di riconoscere si coagula per Bruno in un pensiero: “Le persone che ho attorno sanno di me molto più di quanto io saprò mai.”
Quando Bruno scopre che la sua ragazza Aby morirà, morirà davvero, l’unica cosa che può fare è fingersi all’altezza della situazione, fare l’uomo.
Ancora dipendente dalla generazione dei genitori e dei nonni, il cui sguardo severo lo opprime quanto l’incapacità di rendersi autonomo fino in fondo, da giornalista freelance prova a guadagnare qualche soldo calandosi nelle community degli indesiderabili, gli incel, involuntary celibates: uomini che esclusi dal gioco della seduzione fanno dell’odio per le donne la loro livorosa bandiera. Così conosce Petrus, sgradevole come i forum online dove manifesta pensieri misogini e persecutori. Eppure anche Petrus sembra sapere di Bruno qualcosa che lui non vorrebbe mai ammettere, e lo guarda come un profeta sulla soglia di un tempio, in attesa che l’adepto si decida a entrare.
In una Lecce allucinata e irreale, resa aliena dal lockdown, i protagonisti di “La colpa è mia” sono accompagnati dall’ombra anche sotto il sole più verticale eppure, abitati dal sovrumano bisogno di capire di chi sia la colpa della loro solitudine, non smettono di cercare.
RECENSIONE
La colpa è mia è un romanzo che parla a ciascuno di noi, perché mette al centro della vicenda due motori che ci spingono tutti: l’amore e la morte.
In pagine di cupa sofferenza, Andrea Donaera ci accompagna con “La colpa è mia” in una Lecce afosa in cui “sono tutti falsi ma sono pure tutti cortesi”, e nella quale convivono molti opposti.
Da un lato c’è la modernità dei social e di Instagram, dall’altro c’è una nonna che compie riti “magici”, antichi e misteriosi.
Da una parte ci sono i giovani che si amano, che devono con fatica riuscire a pagare l’affitto a fine mese, nonostante le difficoltà di un lavoro precario, che condividono letture e film preferiti.
Dall’altra parte ci sono gli incel (involuntary celibates) “ragazzi un po’ particolari che non hanno mai avuto una fidanzata e non riescono a trovarne una, e allora si riuniscono su internet e parlano di ‘sta situazione”.
Spinti dal bisogno di aiutarsi e condividere questa condizione, gli incel hanno creato gruppi , talvolta violenti, che si distinguono per misoginia e negazione dei valori del femminismo “mettendo al rogo anni e anni di emancipazione”.
Bruno, il protagonista di La colpa è mia, deve incontrare Petrus, uno di loro, per raccogliere informazioni sulla storia degli incel e scriverne un articolo. La sua mente, intanto, è sconvolta dalla notizia della grave malattia della sua fidanzata, Aby, che purtroppo sta per morire.
Lui sperimenta innanzitutto la paura della perdita della donna che ama, una paura intima e profondissima per qualcosa di certo e che accadrà a breve.
“Aby a breve sarà morta, non come muoiono tutti, non in un futuro lontano. No: morta nel giro di poco, quindi morta davvero, qui, accanto a me”.
La colpa è mia apre la riflessione sulle difficoltà di un uomo innamorato di affrontare la notizia devastante della morte imminente della compagna. Il titolo del romanzo è una confessione che conduce il lettore a pensare che alcuni eventi della vita non si possono cambiare, anche se si vuole saperne di più.
In Bruno, oltre alla paura c’è il senso di impotenza e l’impossibilità di salvare Aby. Si sente inadeguato anche verso una società che lo vorrebbe sempre forte, senza poter esprimere la sua fragilità.
Vive anche il desiderio di conoscere qualcosa di più sulla malattia di Aby, quasi che la sola notizia della morte imminente possa così essere allontanata.
“Io adesso ho bisogno di crollare, perché ho paura non della morte ma della fine, ho paura delle ultime volte, ho paura di ciò che adesso esiste e che è destinato a non esistere più”.
È inevitabile che il lettore empatizzi con il protagonista di “La colpa è mia”. Soffre e vive con lui questo incubo intollerabile, perché tutti sono toccati dall’amore e dalla morte.
Spiccano così le due posizioni opposte: da una parte abbiamo Bruno, che ama e soffre, e dall’altra ci sono gli incel ,che odiano.
L’autore scrive in “La colpa è mia” capitoli brevi, alternando dialoghi molto realistici e schietti a lunghi monologhi e riflessioni, correndo dietro ai pensieri di Bruno ed esprimendo tutto ciò su cui la sua coscienza si ferma a riflettere.
La scrittura di Andrea Donaera è una forza, una tempesta, un’onda travolgente in cui si parla del bisogno di essere accettati dagli altri, e si affrontano gli argomenti dell’emarginazione e di quanto può essere oscuro l’animo umano.
La vita di Bruno, quando Aby sarà morta, appare al lettore come una catastrofe a cui l’uomo non potrà sopravvivere, mentre gli incel sembrano avere già abdicato a questa società.
“Come può uno come me restare da solo domani, lì, in quel mondo dove smetteremo di avere paura perché la paura sarà uno stato d’animo costante e non eccezionale?”.
Questa non è una società del tutto immaginaria e l’autore fa riflettere il lettore sul fatto che il valore dell’uomo oggi sta nell’avere e non nell’essere, idea sostenuta dagli incel.
Il punto di forza di La colpa è mia è l’analisi psicologica del protagonista e della sua profonda sofferenza, unita allo stile narrativo dell’autore che ha una prosa a tratti essenziale e a tratti poetica.
La colpa è mia si chiude con un finale a sorpresa scioccante ed inaspettato, dal cui impatto il lettore esce sconvolto.
Editore: Bompiani
Pagine: 192
Anno pubblicazione: 2024
AUTORE
Andrea Donaera è nato nel 1989 a Maglie ed è cresciuto a Gallipoli. Nel 2019 ha pubblicato la raccolta “Una Madonna che mai appare” all’interno del XIV Quaderno italiano di poesia contemporanea edito da Marcos y Marcos. “Io sono la bestia” (NN Editore, 2019) è il suo primo romanzo. Seguono “Lei che non tocca mai terra” (NN Editore, 2021), “La colpa è mia” (Bompiani, 2024). Attualmente vive e lavora a Gallipoli.