Il nido del pettirosso di Lorenzo Sartori

Il nido del pettirosso
“Il tempo ti aiuta a convivere con tutto a patto che tu gli dia la possibilità di farlo"

Il nido del pettirosso

Recensione di Alessandra Boschini

TRAMA

La scomparsa improvvisa di una ragazza riporta a galla un terribile omicidio avvenuto in passato e mai dimenticato.

Ad Alveno, paese di poche anime tra i monti del Trentino, Alice ha lasciato i ricordi più belli e anche i più atroci.

Dopo alcuni anni di assenza, sta andando lì con gli amici di sempre.
Sono in macchina, diretti al Nido del Pettirosso, l’albergo che i suoi genitori gestivano quando lei era ancora una bambina e che ora sua madre Laura ha deciso di vendere per lasciarsi alle spalle i tragici eventi accaduti nei dintorni.

Undici anni prima, infatti, sua sorella Sara era stata ritrovata morta in fondo a un burrone: come siano realmente andate le cose resta un mistero ma la sua famiglia, nel frattempo, è andata in pezzi.

L’indomani, Laura riceve una telefonata dalla polizia: l’auto su cui viaggiava Alice è finita in una scarpata; lei e un suo amico si sono allontanati per chiedere aiuto e da quel momento nessuno ha più avuto notizie di loro. Laura si precipita sul posto per seguire le indagini, portate avanti dall’agguerrita ispettrice Valenti. Possibile che la montagna voglia prendersi anche l’unica figlia rimastale?

Tutte le paure e i dubbi del passato si riaffacciano come ospiti indesiderati dalle finestre delle stanze ormai vuote del Nido del Pettirosso: che fine ha fatto Alice? La sua scomparsa è legata in qualche modo alla morte di Sara? Riusciranno Laura e l’ispettrice Valenti a ritrovare la ragazza prima che accada di nuovo l’irreparabile.

«Dopo tre giorni di ricerche, alla fine l’avevano trovata. In fondo a un dirupo, morta. Quello stesso dirupo che Laura adesso sta cercando di raggiungere con il cuore che è ormai una pietra acuminata e a ogni passo le incide il petto da dentro, togliendole fiato più del pendio».

RECENSIONE

Con uno stile pulito, lineare e scorrevole, Lorenzo Sartori ci regala Il nido del pettirosso, un thriller che gioca sui ricordi, malinconico e doloroso.

Ci fa conoscere per bene tutti i personaggi, assistiamo alla loro evoluzione, al crescendo della storia, ci fa entrare in punta di piedi nel Nido del Pettirosso, quell’albergo punto di partenza di tutta la vicenda, per poi farci correre sulle montagne di quella valle trentina, sui sentieri che si inerpicano verso un finale inaspettato.

Protagonisti della storia sono la montagna, un paesino fittizio che potrebbe essere un qualsiasi nucleo della val Rendena, con i suoi abitanti duri e testardi, chiusi e ottusi, dove i forestieri non sono visti di buon occhio, gente di poche parole e tanti segreti.

E poi il dolore di una madre, Laura, la scomparsa di una figlia che dilania il matrimonio, forse già in equilibrio precario e di una sorella che, a quel dolore, cerca risposte dopo undici anni.

Il nido del pettirosso è un cold case che punta il dito sui pregiudizi e sull’etichetta che diamo alle persone marchiandole per sempre, sull’incoscienza dell’adolescenza, sull’amore fraterno e sul passato, quel tempo che necessita di risposte alle tante domande accumulatesi come polvere.

“A 17 anni sei solo una stupida ragazzina che nuota in un mare di illusioni, inconsapevole di quanto possano far male i sogni.”

Ed è a causa di quel passato che Alice torna al Nido, testarda e risoluta ha bisogno di sapere e di ricordare, rimettere insieme i cocci di quell’estate di undici anni prima, quel passato da cui sua madre è fuggita, il passato che ha allontanato suo padre, sfasciato la loro famiglia e spezzato la vita di sua sorella Sara.

Per undici anni Laura ha chiuso i ponti con la montagna, “l’ha fatto per salvare ciò che restava della sua famiglia”, ma ora che anche Alice è scomparsa, l’incubo si riaffaccia ed è costretta a tornare tra quelle montagne.

Lì, dove Sara è stata trovata morta, Laura rivive l’angoscia di quei giorni, costretta a rivangare “il passato che torna sempre a chiudere il cerchio e a chiedere il conto”, pressata dagli inquirenti mandati dalla questura milanese, con l’angoscia di perdere anche Alice e incolpata dal marito: “non sarebbe successo se non ti fosse venuta l’idea di andare a gestire quel, maledetto posto”.

C’è un segreto nascosto da undici anni e forse è legato anche alla sparizione di Alice.

I capitoli di “Il nido del pettirosso” sotto forma di flashback creano l’evoluzione della storia, mostrano al lettore il dipanarsi degli eventi e lo fanno entrare nel vivo delle dinamiche, respirando l’ansia crescente che porta al bisogno di sapere, al desiderio di far luce su quelle verità nascoste per troppo tempo.

Attraverso il linguaggio limpido e impregnato di forte realismo della scrittura di Sartori, con Il nido del pettirosso vivremo pagine autentiche ed emozionanti che sviluppano una trama davvero avvincente.

EDITORE: Fazi editore collana Darkside

PAGINE: 336

Anno di pubblicazione: 2024

AUTORE

Lorenzo Sartori, giornalista, vive tra Crema e Milano. La sua produzione letteraria spazia dal genere fantasy al thriller, dal noir alla fantascienza. Ha pubblicato le seguenti opere: Home Run (racconto lungo, Sad Dog Project) – thriller fantascientifico, Sonata per violino (racconto lungo, Sad Dog Project) – noir surreale, Michael Farner (romanzo, Nativi Digitali Edizioni) – noir surreale, L’ombra del primo re (romanzo, Gainsworth Publishing) – fantasy, Alieni a Crema (romanzo, Plesio) – fantascienza, La Sindrome di Proust (romanzo, Lambda House/Plesio) – thriller futuristico.

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