L’angelo dell’Apocalisse
Recensione di Federica Cervini
TRAMA
1274. A quattro anni dalla disfatta dell’Ottava crociata e dalla morte di Luigi IX “il Santo”, Yves le Breton ha abbandonato Parigi e si è ritirato nel minuscolo villaggio bretone di Morlaix.
Schiacciato dal rimorso per le troppe morti dell’ultima expeditio crucis, il frate trascorre le sue giornate in preghiera, tormentato dai dubbi e dal senso di colpa, ma un ordine di Gregorio X in persona lo costringe a riprendere l’officium.
Per il Santo Padre, solo Yves può far luce sulla misteriosa morte di una sua vecchia conoscenza: il teologo domenicano Tommaso d’Aquino, uomo ammirato e controverso, da molti considerato ai limiti dell’eresia.
Obbediente al volere del papa, e desideroso di rendere giustizia all’amico, l’inquisitore si mette in viaggio con il giovane frate Bernard de Guyonne e il ritrovato Jean da Montfort per ripercorrere gli ultimi e concitati mesi di vita del magister: dalla brusca interruzione dei suoi studi e della scrittura, fino alla partenza per partecipare al Concilio di Lione e all’improvviso malore che l’ha portato a spegnersi nel convento di Fossanova.
Gli anni hanno incurvato le spalle di Yves ma certo non hanno scalfito il suo intuito, capace di districarsi nella selva di intrighi, menzogne e piste false, per disvelare un’insospettabile e terribile verità.
RECENSIONE
“Pax vobiscum, magister”.
“Et cum spiritu tuo”.
La collana di Rizzoli “ Historiae – il passato come non è mai stato raccontato ” pubblica “L’angelo dell’Apocalisse” di Luigi Panella, terzo volume della serie delle Cronache dell’Inquisitore, un thriller storico sulla morte di Tommaso d’Aquino, sulla quale deve indagare l’inquisitore Yves le Breton, già noto ai lettori delle cronache.
“60 anni, pochi capelli bianchi tagliati corti intorno alla tonsura, occhi verdi”, ormai anziano frate domenicano, Yves è “il maestro dei principali inquisitori in circolazione” e viene convocato da papa Gregorio X alla morte del confratello e amico Tommaso, per chiarirne il decesso che sembra non essere avvenuto per cause naturali.
Yves si è ritirato in Bretagna per pregare e non sembra che “un vecchio su un mulo” potrà sopportare la responsabilità di una analisi così cruciale: eppure il lettore sa che non c’è mente più fervida ed attenta della sua, e che quanto più la materia è oscura e fonte di dubbi, tanto più sarà avvincente sbrogliare la matassa al suo fianco, in un incarico dai retroscena infernali. Instancabile e geniale, l’uomo conduce una precisa raccolta di dati ed interroga molte persone con le quali Tommaso è entrato in contatto negli ultimi mesi di vita. È colto, intelligente, mite ed ironico, mosso dal desiderio di scoprire la verità.
E l’avventura non manca in “L’angelo dell’Apocalisse”, a costo di rischiare la propria vita e quella dei suoi due compagni di viaggio, già noti ai lettori della serie delle Cronache: si tratta di Bernard de Guyonne, uno dei più giovani frati del convento, e del Conte Yean da Montfort. I due, insieme ad Yves devono venire a capo di intrighi e menzogne, anche attraversando false piste.
Sono tutti personaggi molto ben descritti, ma principalmente affascina la descrizione di Tommaso, protagonista “assente” del romanzo “L’angelo dell’Apocalisse” perché già morto, eppure figura predominante per come l’autore riesce a tratteggiarlo in ogni capitolo del romanzo: “alto, corpulento, con pochi capelli, l’uomo più sapiente che io abbia conosciuto, devoto, intelligente e con un senso dell’ironia non comune”.
Luigi Panella riesce subito a catturare l’attenzione fin dalle prime pagine di “L’angelo dell’Apocalisse”, stuzzicando il desiderio di capire cosa sia cambiato nella mente di Tommaso prima della morte. Difatti, le persone con cui l’uomo aveva avuto a che fare nelle ultime settimane di vita avevano notato un cambio di atteggiamento molto repentino: era passato dall’essere gioviale ed affettuoso, all’esatto opposto, ossia profondamente triste, chiuso ed assorto in pensieri cupi.
Insieme ad Yves, il lettore deve “trovare un filo che colleghi tutto e porti alla verità. Un filo molto esile, come un filo di paglia” che, nonostante i molti dettagli raccolti nell’indagine, risulta difficile individuare.
Perché uccidere Tommaso d’Aquino, uomo inoffensivo dedito solo agli studi teologici?
Questo il quesito di fondo del romanzo che conduce a riflettere persino sulle sostanze separate (i diavoli) che il filosofo stava studiando in quell’epoca. I passi filosofici e la trattazione dei temi di studio di Tommaso sono presenti in abbondanza nel romanzo.
Uno degli elementi più affascinanti di questo libro è proprio la disamina di argomenti quali il concetto di eternità, volontà e libero arbitrio, esistenza dell’anima, Dio/motore immobile; la materia è affrontata con dovizia di particolari, ma mai in modo pesante o difficile.
L’autore ha studiato le fonti e pone una cura incredibile nei dettagli, non solo nei molti dialoghi ed interrogatori a cui Yves sottopone i personaggi della vicenda, ma anche nella descrizione dell’ambiente – primo fra tutti l’Abbazia benedettina di Fossanova, di cui appare una mappa nelle primissime pagine del romanzo, molto utile per comprendere appieno i fatti narrati e i luoghi in cui si svolgono.
La descrizione dei luoghi e dei personaggi non è mai scontata, anzi è ricca di dettagli, e le citazioni delle località visitate nel corso dell’indagine è di certo imperdibile per gli amanti dei romanzi storici.
La trama ricchissima, coerente ed avvincente ed il periodo storico ben documentato sono altri elementi chiave di una lettura che conduce il lettore all’analisi del quesito ‘Perché uccidere Tommaso?’ con stile magnetico ed elegante, mentre Yves le Breton analizza e scarta una ad una le ipotesi di soluzione dell’intreccio.
Luigi Panella dimostra di essere un maestro nel coniugare la tradizione del grande romanzo storico ad una spy story dal finale inatteso; non si può non tornare col pensiero a “Il nome della rosa” di Umberto Eco, poiché l’epoca è la medesima ed ugualmente si tratta di in un thriller tra le mura di un monastero.
Ne “L’angelo dell’apocalisse” la novità sta nella scelta di personaggi reali (non solo Tommaso d’Aquino, ma anche il re Carlo d’Angiò e papa Gregorio X), attraverso i quali si può apprezzare il fine lavoro storiografico condotto dall’autore, in uno stile “neo-storico” che propone al lettore un misto di fatti reali documentati, citazioni dotte in latino e vicende thriller.
Editore: Rizzoli
Pagine: 217
Anno pubblicazione: 2024
AUTORE
Luigi Panella è avvocato penalista ed esercita a Roma. È autore dei romanzi “Nel nome di Dio” (Rizzoli 2021, vincitore del Premio Selezione Bancarella 2022) e “Il tesoro del diavolo” (Rizzoli 2022), che hanno come protagonista l’inquisitore Yves Le Breton, e coautore dei “Fantasmi dell’Impero” (Sellerio 2017).