Anna O
Recensione di Federica Cervini
TRAMA
Anna Ogilvy è una scrittrice venticinquenne di talento, ha fondato da poco un suo giornale, proviene da una famiglia importante e ha un brillante futuro davanti a sé.
Una notte, però, durante il sonno, pugnala a morte i suoi due migliori amici e, da quel momento, non si risveglia più.
È stata colpita da quella che i neurologi chiamano “sindrome della rassegnazione”, un rarissimo disturbo psicosomatico che la induce in uno stato di sonno perenne.
Sono passati quattro anni da quella terribile notte quando il dottor Benedict Prince, uno psicologo forense esperto nel campo dei crimini legati al sonno, viene incaricato di indagare sul caso di Anna O, la “Bella Addormentata”, come i tabloid l’hanno ribattezzata.
I suoi studi e i suoi metodi sembrano essere l’ultima speranza di risolvere il caso, svegliando l’assassina per far sì che possa essere finalmente processata.
Ma la situazione in cui si trova il Dottor Benedict Prince è molto più complicata: altre persone sono coinvolte nella vicenda e non sono affatto felici del compito che è stato assegnato al dottore. Lui, a sua volta, è un uomo dal passato turbolento e costellato di misteri.
Mentre lavora con Anna cercando di svegliarla, Benedict dovrà anche capire cosa è realmente accaduto e se è giusto ritenerla responsabile dei suoi crimini. Non sa, però, del pericolo che incombe su di lui e sulla sua paziente, e nemmeno immagina la portata dei segreti che si celano dietro al caso Anna O.
RECENSIONE
“Sembra un fantasma… Questa donna dorme da quattro anni. Praticamente è un fantasma”.
Gli amanti della psicologia e, in particolare della psicoanalisi, sanno che Anna O è stata la “paziente zero”, affetta da isteria e trattata dal dottor Breuer e dal dottor Freud alla fine dell’800: da qui, si dice, nacque la psicoanalisi.
I lettori appassionati di psicologia e del fenomeno del sonnambulismo leggeranno con interesse il sorprendente thriller d’esordio di Matthew Blake, appena pubblicato, già bestseller tradotto in trenta Paesi, a cui si sta lavorando per una serie Netflix.
La vicenda del romanzo “Anna O” è tutt’altro che semplice, ma l’autore dimostra una capacità non usuale di condurre la trama su più piani, attraverso la stesura di capitoli brevi che, per la maggior parte, sono affidati all’io narrante del protagonista, il dottor Benedict Prince.
I capitoli sono alternati alla lettura del diario personale di Anna Ogilvy: inquieta e crea curiosità e tensione, sin dalle prime pagine, il non sapere fino alla fine chi stia leggendo quel diario.
L’elemento chiave della vicenda è la numerosità degli interrogativi etici che l’autore propone al lettore, e non è possibile procedere nella lettura senza decidere se schierarsi nel “team Anna O” o nel “team la bella addormentata”.
Nel corso dei quattro lunghi anni del sonno mai interrotto di Anna, infatti, l’opinione pubblica si è divisa in questi due schieramenti e, in particolare, il gruppo degli haters (team la bella addormentata) ne ha dichiarato la colpevolezza, nonché la necessità di risvegliarla per poterla condannare per i crudeli e brutali omicidi commessi.
Ci sono stati podcast, editoriali sui media, articoli su riviste accademiche con domande e giudizi di colpevolezza/innocenza, e perfino il lettore di queste 500 e più pagine (che avrebbero potuto anche essere di meno) dovrà, ad un certo punto, prendere una posizione.
“C’è della compassione nel dottor Prince. Adesso lo vede. È dalla sua parte. Dalla parte di Anna. Lo farà con umanità.”
Possiamo essere ritenuti penalmente responsabili di quello che compiamo mentre siamo addormentati?
Quando subentra il sonno, dobbiamo considerare spenta la coscienza?
Anna O è vittima o è colpevole?
È corretto decidere di tentare il tutto per tutto per svegliare la ragazza, in definitiva solo per avviare il processo che la vedrà al banco degli imputati?
Peraltro non c’è modo di sapere in che condizioni sarà Anna al risveglio.
Dice la madre: “Vedere Anna svegliarsi e regredire sarebbe peggio che non vederla svegliarsi affatto.”
Matthew Blake dimostra una profonda conoscenza della letteratura in tema di omicidi compiuti nella fase di sonnambulismo, stato di incoscienza parziale a cavallo tra il sonno e la veglia, che suscita curiosità, oltre che timore.
Il sonnambulo ha gli occhi aperti e al risveglio non ricorda nulla di ciò che ha fatto: l’autore descrive parecchi casi studiati al riguardo dal dottor Prince.
“Chiedo ad Anna di toccarsi il viso.
Aspetto, chiedo di nuovo, poi guardo incantato mentre la sua mano destra cerca a tentoni il contorno della parte superiore del corpo.
Gli occhi sono ancora chiusi.
Non mostra sogni esteriori di veglia.
ma il suo cervello funziona ancora.
Lei è da qualche parte”.
Parimenti, non vi è una tecnica ufficiale per risvegliare il sonnambulo e sarà il “principe azzurro” Ben Prince (il cognome del protagonista appare quanto mai azzeccato) a cercare di riportare alla veglia la bella addormentata.
In parallelo, il dottor Prince avvia una propria indagine e il salto da psicologo forense a investigatore è presto fatto, con una serie infinita di colpi di scena, nuove direzioni dell’indagine, false piste e flashback che catturano inevitabilmente il lettore.
Nelle pagine di Anna O, Matthew Blake semina piccoli indizi qua e là, ma ciascuno punta ad una diversa soluzione dell’enigma, e, mentre il lettore continua a scervellarsi su quale sia il confine che distingue predatore da preda, innocente da colpevole, vittima da carnefice, il romanzo inesorabilmente si dirige verso una sorprendente e sconcertante conclusione, del tutto inaspettata.
Traduzione: Tiziana Lo Porto
Editore: La nave di Teseo
Pagine: 512
Anno pubblicazione: 2024
AUTORE
Matthew Blake è uno scrittore inglese. Ha studiato Lettere alla Durham University e al Merton College di Oxford. Ricercatore e speechwriter a Westminster, dopo aver scoperto che in media una persona passa dormendo trentatré anni della propria vita, inizia una ricerca approfondita sui crimini legati al sonno e sulla misteriosa malattia conosciuta come “sindrome della rassegnazione”, che lo porta a indagare su delitti compiuti in casi di sonnambulismo. Anna O, pubblicato in Italia da La nave di Teseo, nasce da questo interesse ed è il suo romanzo d’esordio.