Intervista a Matteo Strukul
A cura di: Sharon Lattanzi
Lo scrittore Matteo Strukul è il graditissimo ospite di oggi del nostro spazio dedicato alle interviste.
Matteo Strukul è nato a Padova nel 1973.
È laureato in Giurisprudenza, dottore di ricerca in Diritto europeo e membro della Historical Novel Society.
Le sue opere sono in corso di pubblicazione in quaranta Paesi e opzionate per il cinema.
Per la Newton Compton ha esordito con la saga sui Medici, che comprende Una dinastia al potere (vincitore del Premio Bancarella 2017), Un uomo al potere, Una regina al potere e Decadenza di una famiglia.
Successivamente ha pubblicato Inquisizione Michelangelo, Le sette dinastie, La corona del potere, Dante enigma, Il cimitero di Venezia, Il ponte dei delitti di Venezia, Tre insoliti delitti e La cripta di Venezia.
“La cripta di Venezia” è stato letto e recensito per Thriller Life da Alessandra Boschini QUI
Matteo Strukul ha gentilmente accettato di rispondere alle nostre domande.
Thriller Life : Cosa l’ha ispirata per la saga della Serenissima? Le leggende popolari legate al folklore germanico/serbo/polacco sono frutto di un attento studio o sono finzione?
Matteo Strukul: L’ispirazione arriva dal desiderio di raccontare la Venezia del Settecento attraverso lo sguardo di Giovanni Antonio Canal detto il Canaletto, il più importante pittore del Settecento e il più emblematico per la Serenissima. Le leggende popolari sono frutto di un attento studio. Ne faccio menzione nella nota dell’autore al termine de La cripta di Venezia. Rapporti di medici militari, manuali di demonologia scritti da abati, perfino un provvedimento imperiale di Maria Teresa d’Austria: c’è una straordinaria messe di documenti a supporto di quanto scrivo.
Thriller Life: In quale dei due personaggi femminili si identifica di più a livello caratteriale e valoriale? In Giulia Lama, libera artista e fiera della sua posizione (anche se emarginata) oppure in Orsolya Estheràzy, donna austera e in costante ricerca di vendetta?
Matteo Strukul: Direi in Giulia Lama per via del suo essere rivoluzionaria per i canoni artistici del tempo e anche per il senso di libertà che le appartiene. Non mi identifico in Orsolya Esterhazy, anche se le sue motivazioni sono più che comprensibili e la rendono meno univocamente crudele di quanto si potrebbe credere.
Thriller Life: Per quanto concerne l’ambientazione degli omicidi, ad esempio la cripta di San Zaccaria, la descrizione dei macabri luoghi è frutto di una visita e/o uno studio delle stesse oppure è stata inventata? Se le ha visitate, che sensazione le hanno provocato?
Matteo Strukul: Le ho visitate. Mi hanno procurato meraviglia e inquietudine. Le cripte non sono sempre accessibili ma posso garantire che, se si riesce a entrarvi, si viene ripagati da visioni sconvolgenti, dal fascino oscuro. Se possibile, consiglio a tutti di recarsi in quei luoghi perché raccontano una Venezia completamente diversa. La chiesa di San Zaccaria è più facilmente visitabile ed è vicina alla basilica di San Marco che ha, a sua volta, una grande cripta al proprio interno. San Simeon Piccolo è ancora più scioccante ma potervi entrare è molto complicato. Custodisce, però, una catacomba a dir poco incredibile.
Thriller Life: Quale parte del processo di scrittura è stato per lei più difficile in questo ultimo romanzo della saga?
Matteo Strukul: Ho scritto il romanzo con il sorriso. Non ho avuto difficoltà. Amo Venezia e amo la mia professione di scrittore a tempo pieno. Sono un uomo fortunato.
Thriller Life: Cosa vuole dire ai lettori di Thriller Life?
Matteo Strukul: Se vi piacciono l’Arte e la Storia, allora continuate a leggere i miei romanzi. E sostenete la letteratura italiana. L’Italia ha un grande passato che però è poco narrato. Ed è un peccato. Il romanzo storico racconta il Medioevo, il Rinascimento, il Barocco, il Risorgimento: periodi di assoluto splendore che meritano di essere conosciuti da lettrici e lettori.
