Il villaggio perduto
Speciale Blogtour a cura di Eleonora Grotto
“Silvertjärn è un villaggio operaio del Norrland centrale, che è rimasto completamente inalterato dal 1959, quando tutta la popolazione residente – quasi novecento persone – scomparve in circostanze oscure.”
Per questa tappa del Blog Tour di Fazi, in occasione dell’uscita di “Il villaggio perduto”, di Camilla Sten, Thriller Life ha il piacere di condurvi nelle atmosfere di Silvertjärn, protagonista indiscusso delle pagine di questo libro.
Se amate le atmosfere di Shirley Jackson (autrice di “Un giorno come un altro” recensito qui), se misteri come quello della colonia scomparsa di Roanoke hanno popolato i vostri incubi e se serie come “The Leftovers”, sono il vostro pane, questo libro potrebbe decisamente fare al caso vostro.
Cinque giorni, cinque persone, il silenzio assoluto del villaggio, senza campo per i cellulari, la tensione, i segreti che vengono a galla, il bisogno di dare un senso al passato e la paura di non riuscirci.
Può un’ambientazione, influire sulla trama quasi più dei fatti che si stanno narrando?
Leggendo Il villaggio perduto, viene facile pensare che sì, è possibile.
Una piccola troupe parte per girare, con solo cinque giorni a disposizione, il trailer di un documentario che cercherà di fare luce sui misteri di Silvertjärn, un villaggio di minatori che alla fine degli anni ’50 è stato teatro di un fatto estremamente misterioso.
Tutti gli abitanti sono scomparsi nel nulla.
Tutti ad eccezione di una donna, lapidata e lasciata legata ad un palo, nella piazza centrale del villaggio, e di una neonata, abbandonata sola e piangente all’interno della scuola del paese.
Nel momento in cui il gruppo arriva a Silvertjärn, la pelle d’oca inizierà a fare compagnia al lettore (e continuerà ad essere presente fino all’ultima pagina).
Il silenzio assoluto che regna per le strade, le case rimaste cristallizzate in un giorno di agosto del passato, come se gli abitanti dovessero rientrare da un momento all’altro e tornare alle proprie occupazioni.
Le porte e le finestre lasciate aperte, come tanti occhi che scrutano gli incauti visitatori in ogni momento e che seguono le vicende e le mosse dei protagonisti, simili a un monito
che ci ricorda come qualcosa, in qualsiasi momento, potrebbe entrare o uscire da quelle case, aumentano esponenzialmente l’inquietudine che cresce di pagina in pagina.
I membri della troupe si muovono all’interno del villaggio come dei viaggiatori del tempo; entrando e uscendo dagli edifici abbandonati, ci accompagnano, alternativamente, tra le due linee temporali di questa storia, fino a condurci al finale, dove ogni cosa, forse, troverà una spiegazione.
In questa storia, ciò che non vediamo, ma che i protagonisti sembrano percepire in svariati momenti, è ciò che inquieta maggiormente durante la lettura.
L’incapacità di dare un volto e un nome al pericolo è il filo rosso che accompagna questa lettura, ma il grande e vero protagonista, è lui: il villaggio perduto.
Con questa pubblicazione Camilla Sten si presenta sul mercato italiano con un libro memorabile per le sue atmosfere da brivido ed entra a pieno titolo nell’elenco degli autori da tenere d’occhio.