Il paradosso dell’alce
Recensione di Giannicola Nicoletti
TRAMA
Il nostro eroe, Henric Koskinen, un ex matematico dalla vita assai complicata che lavorava per una compagnia di assicurazioni, si era convinto di essere finalmente riuscito a ristabilire un po’ di ordine nella sua vita e nel parco avventura di cui è proprietario.
All’improvviso, a metter di nuovo tutto sottosopra, ricompare dal passato inopinatamente una figura (foriera di mille rogne e mille grane) che riteneva sparita per sempre.
E dal momento che, come vuole la migliore tradizione, i problemi non sorgono mai da soli, Henric scopre che l’azienda da cui si riforniva di attrezzature per il parco è stata rilevata da un losco trio: perché la FinGiochi SpA non vuole vendergli l’attrazione principale del parco, ovverosia il nuovo Scivolo dell’Alce?
Come se non bastasse, la relazione di Henric con l’artista Laura Helanto sta raggiungendo un punto di rottura e le cose non promettono nulla di buono.
Per portare a casa la pelle e per cavarsela, Henric Koskinen dovrà spingere i suoi calcoli oltre ogni limite. Assurdamente divertente, commovente e pieno di suspense, Il paradosso dell’alce, dopo Il fattore coniglio, è il secondo capitolo di una trilogia acclamata dalla critica di tutto il mondo.
Il nostro eroe, Henric Koskinen, un ex matematico dalla vita assai complicata che lavorava per una compagnia di assicurazioni, si era convinto di essere finalmente riuscito a ristabilire un po’ di ordine nella sua vita e nel parco avventura di cui è proprietario.
All’improvviso, a metter di nuovo tutto sottosopra, ricompare dal passato inopinatamente una figura (foriera di mille rogne e mille grane) che riteneva sparita per sempre. E dal momento che, come vuole la migliore tradizione, i problemi non sorgono mai da soli, Henric scopre che l’azienda da cui si riforniva di attrezzature per il parco è stata rilevata da un losco trio: perché la FinGiochi SpA non vuole vendergli l’attrazione principale del parco, ovverosia il nuovo Scivolo dell’Alce?
Come se non bastasse, la relazione di Henric con l’artista Laura Helanto sta raggiungendo un punto di rottura e le cose non promettono nulla di buono. Per portare a casa la pelle e per cavarsela, Henric Koskinen dovrà spingere i suoi calcoli oltre ogni limite. Assurdamente divertente, commovente e pieno di suspense, Il paradosso dell’alce, dopo Il fattore coniglio, è il secondo capitolo di una trilogia acclamata dalla critica di tutto il mondo.
RECENSIONE
“Il Paradosso dell’Alce” di Antti Tuomainen è un thriller che inizia con una grande promessa, ma che, purtroppo, perde un po’ di ritmo man mano che la storia si sviluppa.
La trama de “Il paradosso dell’alce” ruota attorno a due fratelli, Henric e Juhani, alle prese con la gestione di un parco divertimenti. Henric, il genio della matematica, è diventato il capo del parco dopo la presunta (e inscenata) morte di Juhani, ma le cose si complicano quando quest’ultimo torna improvvisamente a farsi vivo.
Quel bel giorno, infatti, quasi per pretesa, chiede che le cose ritornino come prima e cioè che sia lui a capo del parco giochi, cosa che Henric non prende in minima considerazione, consapevole del fatto che, in mano sua, il parco divertimenti colerebbe a picco in pochissimo tempo.
Purtroppo, però, Juhani (perenne fonte di guai, disgraziato piantagrane) non è l’unico suo problema e non può permettergli di vanificare gli sforzi che sta facendo nel cercare di tenere a galla tutto il complesso.
Continuando ad affidarsi ai suoi minuziosi calcoli matematici, necessari a quantificare le spese e le entrate per far quadrare i conti, dovrà comunque tenersi pronto ad affrontare nuove grane.
Infatti, come se non bastasse, Henric scopre che la FinGiochi SpA (azienda da cui si riforniva di attrezzature per il parco) è adesso in mano a un losco trio di individui che non manca di fargli visita (con tanto di minacce), per costringerlo ad acquisire una nuova giostra (Il Lago dei Coccodrilli) a cui Henric non è affatto interessato e, allo stesso tempo, rifiutandosi categoricamente di concedergli quella da lui tanto ambita.
Infatti lui pensa che Lo scivolo dell’Alce sia l’unica attrazione che permetterebbe al parco di ottenere la così tanto agognata svolta economica.
Nel frattempo, il recente inizio di relazione tra Henric e l’artista di talento Laura Helanto, sembra che stia già raggiungendo un punto di rottura, dovuto alle varie vicissitudini che si susseguono nella storia e le cose non promettono nulla di buono.
Non mancano neanche i tentativi di far del male a Henric da parte dei suoi aguzzini, ma, fortunatamente, lui riesce sempre ad avere la meglio.
Alcuni personaggi di contorno alla storia narrata nelle pagine di “Il paradosso dell’alce” ricoprono ruoli più incisivi di quelli affidati, per esempio, a Juhani che, invece, sembra solo essere fonte di guai e nel quale il fratello protagonista non nutre più tanta fiducia.
Nonostante tutte queste premesse, però, il romanzo “Il paradosso dell’alce” presenta poca azione, poche morti e come se non bastasse ho trovato il finale un po’ scialbo e tanto veloce, dimostrando una certa rapidità da parte dell’autore nel voler chiudere la storia assolutamente in quel punto.
Essendo il secondo di una trilogia, spero vivamente che la terza parte giustifichi questa scelta e riesca a valorizzare la storia in tutta la sua interezza.
La scena che ho apprezzato di più nel “Paradosso dell’alce”?
Sicuramente quella del funerale.
TRADUZIONE: Nicola Raino’
EDITORE: Mondadori
PAGINE: 281
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2024
AUTORE
Il finlandese Antti Tuomainen era un pluripremiato copywriter quando nel 2007 ha fatto il suo debutto letterario come autore di suspense. Due anni dopo è stato pubblicato l’acclamato My Brother’s Keeper. Nel 2011, il terzo romanzo di Tuomainen, Il guaritore, è stato premiato con il Clue Award per il “Miglior romanzo poliziesco finlandese del 2011” ed è stato inserito nella lista dei candidati al Glass Key Award. La stampa finlandese ha definito Il guaritore – la storia di uno scrittore alla disperata ricerca della moglie scomparsa in una Helsinki post-apocalittica – “imprescindibile”. Due anni dopo, nel 2013, la stampa finlandese ha incoronato Tuomainen “il re del noir di Helsinki” con la pubblicazione di Dark as My Heart.
Con uno stile penetrante ed evocativo, Tuomainen è stato uno dei primi a sfidare la formula del genere poliziesco scandinavo e il suo struggente, cupo ed esilarante L’uomo che morì è diventato un bestseller internazionale, entrando nella shortlist dei premi Petrona e Last Laugh.
Palm Beach Finland (2018) ha riscosso un immenso successo, con il Times che ha definito Tuomainen “lo scrittore più divertente d’Europa”, mentre Little Siberia (2019) è stato inserito nella shortlist del Capital Crime/Amazon Publishing Readers Awards, del Last Laugh Award e del CWA International Dagger, e ha vinto il Petrona Award come miglior romanzo scandinavo di genere poliziesco. Il fattore coniglio è il primo libro della prima serie di Antti. Il fattore coniglio è anche in fase di sviluppo per diventare un film di Amazon Studios con Steve Carell.