L’ultima canzone all’Eden
Recensione di Alessandra Boschini
TRAMA
Bologna, maggio 1938. Ottavia De Angelis, cantante e diva del palcoscenico, è bella, generosa
e innamorata, eppure c’è chi la odia. Tocca al maresciallo Vittorio Righi cercare di far luce sulla sua sorte.
Nei giorni della visita di Hitler in Italia comincia l’indagine più difficile che abbia mai affrontato, condotta negli ambienti dell’alta società bolognese resi intoccabili dalla protezione delle autorità. Vittorio si aggira tra palazzi, grandi alberghi, locali eleganti, sedi del Fascio e quartieri popolari dove le informazioni gli arrivano, contraddittorie e centellinate.
Quasi dispera di capirci qualcosa quando il caso prende una svolta imprevedibile grazie a un viaggio a Roma dell’amico Jacopo Grimani, sempre al suo fianco. E la sorte di Ottavia di colpo si intreccia con l’alta politica fino a svelare la verità. Verità, ma non giustizia, perché Righi sembra avere tra le mani il crimine perfetto, compiuto senza lasciare tracce. Tra colpi di scena in grado di sconvolgere gli equilibri e trovate geniali, riuscirà il maresciallo dei Reali Carabinieri ad averla vinta?
RECENSIONE
L’ultima canzone all’Eden è il terzo romanzo che vede protagonista il maresciallo dei reali Carabinieri Vittorio Righi. Ci troviamo in una Bologna in fermento per il passaggio del Führer dalla stazione col treno
diretto a Roma, per l’incontro con Mussolini.
Tra le ombre dei portici e i palazzi del centro, maggio porta i suoi profumi, ma anche malumori, insoddisfazioni, sospetti e un malcelato clima di paura per la piega che gli eventi politici stanno assumendo.
C’è chi si appoggia alle proprie conoscenze e le usa per rafforzare la propria azienda come Guglielmo Zangrande, titolare dell’omonima industria che, puntando all’asse Roma – Berlino, vede proiettato al futuro le proprie mire espansionistiche. Sta per sposare, in seconde nozze, la cantante Ottavia De Angelis, conosciuta anche fuori dall’Italia per le sue doti canore e per essere una donna colta, intelligente e di buon cuore.
Ma la famiglia del futuro sposo nasconde parecchi segreti, cattiverie, odio e rancori. All’apparenza così uniti, i figli di Guglielmo sono crudeli e spietati: Giovanni, impegnato nell’azienda, Emma, donna fragile e Nicola, un bohémien narcisista.
Sarà in questo clima torbido che dovrà scavare il maresciallo Righi, quando Ottavia muore sul
palco del teatro Eden, durante la sua ultima esibizione. “Era una donna di forti ideali e dotata di coraggio inaudito. Era stato questo suo coraggio a decretarne la morte?” Chi la voleva morta?
Lei così buona e gentile “con la sua voce bassa e vibrante che si fondeva con l’anima della
canzone”, lei, elegante di natura, in procinto di sposare quell’uomo generoso e sensibile che
la amava così tanto. Vittorio e l’amico Jacopo Grimani, che sta pensando di lasciare l’insegnamento per entrare nell’Arma, indagano a fondo, scoprendo che anche Ottavia nascondeva dei segreti così
importanti e consistenti da mettere in pericolo la sua vita.
Scoprire il colpevole in “L’ultima canzone all’Eden”, però, non equivale ad avere giustizia perché “i panni sporchi non saranno sciorinati” e “con tanti limiti non ce la faremo mai, solo un colpo di fortuna può aiutarci, confido come sempre nel tuo intuito”. Ne L’ultima canzone all’Eden, attraverso una storia vivida e coinvolgente, il lettore viene
trascinato nel 1938 per le strade di una Bologna affascinante e misteriosa, tra i portici e i
negozi di via Indipendenza, nei locali pieni di fumo, nei palazzi e nelle chiese.
Ne L’ultima canzone all’Eden si respira l’aria della città di provincia che si sta industrializzando ma che, in fondo, rimane legata alle sue tradizioni. L’ultima canzone all’Eden è un susseguirsi di colpi di scena, dove si intrecciano vicende storiche e di fantasia, personaggi reali e romanzati, creando così una trama congeniale e ben sviluppata.
Ne L’ultima canzone all’Eden l’importante tema di fondo, l’imminente vento di guerra e l’inizio delle persecuzioni razziali,
sono autentici e vivi, grazie alla capacità di Maria Luisa Minarelli di creare dialoghi e situazioni
veritieri e realistici. Non c’è pesantezza né tortuosità, anzi, la lettura risulta fluida e scorrevole, grazie ad un linguaggio semplice e ricco di dialoghi, a personaggi che vengono presentati a tutto tondo e
anche a situazioni divertenti.
L’autrice ha una spiccata capacità di saper creare atmosfere e sensazioni che ci riportano ad
un’epoca tragica, orribile e ignobile ma, sotto certi aspetti, anche vivace e frizzante.
EDITORE Indomitus
PAGINE 247
ANNO DI PUBBLICAZIONE 2024
AUTORE
Maria Luisa Minarelli, giornalista e scrittrice, è nata a Bologna dove si è laureata in Storia. Ha
collaborato con periodici come Storia Illustrata e Historia e si è occupata di salute, bellezza e turismo.
Nel 1989 ha scritto Donne di denari (Olivares), un saggio sull’imprenditorialità femminile attraverso i secoli, tradotto anche in Germania.
Oltre a Un cuore oscuro, ha pubblicato Delitto in Strada Maggiore, La veggente di via dè Toschi e L’ultima canzone all’Eden (questi ultimi ambientati a Bologna negli anni Trenta). Scarlatto veneziano, Oro veneziano, Sipario veneziano, Crociata veneziana, Biondo veneziano e Oriente veneziano compongono invece la fortunata serie con protagonista l’avogadore Marco Pisani, tradotta in Francia, Spagna e Gran Bretagna, e il cui spin off è La congiura dei veleni.