Lo hijab mancante di Roberto Pegorini

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Lui è il capro espiatorio ideale per una società che si nutre di social.

Lo hijab mancante

Recensione di Federica Cervini

TRAMA:

Due ragazzi che si amano, due famiglie che si oppongono. Una storia già sentita. In questo caso però uno dei due amanti viene incolpato dell’omicidio dell’altra: Umut, giovane pachistano, è il principale sospettato dell’uccisione di Jessenia, diciassettenne afghana. Il ragazzo fugge e si nasconde, l’ispettore Valerio Giusti conduce le indagini, ma fatica a credere alla colpevolezza di Umut, che ha avuto l’occasione di conoscere frequentando il ristorante dello zio. L’inchiesta procede tra mille difficoltà, con le famiglie che non collaborano e proseguono nella loro faida, un gruppo di estrema destra milanese che sembra avere a che fare con l’aggressione alla vittima, e uno hijab, il velo islamico, mancante.

RECENSIONE:

Romeo e Giulietta e la dolorosa storia della faida tra Capuleti e Montecchi rivivono nelle pagine di Lo hijab mancante, trasposta in una Milano contemporanea con “odore di fritto e spezie”, ben lontana dalle sfilate di moda e dagli aperitivi glamour sui Navigli.

I giovani innamorati di Lo hijab mancante sono Umut e Jessenia: lui un diciannovenne pakistano dal “carattere mite, rispettoso nei confronti di chiunque”, in Italia da sei anni, cameriere nel ristorante dello zio e lei, una diciassettenne afghana.

Alle loro spalle ci sono le rispettive famiglie che si odiano e che osteggiano il puro sentimento dei loro ragazzi, sia per la diversa etnia che per problemi derivati da traffici di droga.

Nelle primissime pagine del romanzo, Jessenia viene trovata cadavere e le indagini portano velocemente ad accusare di omicidio Umut, perché sul corpo della ragazza vengono rinvenute parecchie sue impronte.

Ad occuparsi dell’indagine è l’ispettore Valerio Giusti (già protagonista del precedente noir di Roberto Pegorini “Almeno non questa notte”, Caosfera Editore 2021), di certo non “il poliziotto più popolare ed amato del commissariato” perché ha avuto l’ardire di denunciare dei colleghi per peculato, ma un uomo dal cuore davvero grande e dal formidabile istinto.

Accanto a sé ha una squadra che è una vera e propria armata Brancaleone: il classico gruppo eterogeneo su cui nessuno scommetterebbe nulla, ma che invece sa dare il massimo ed essere efficace.

Se tutti puntano il dito contro Umut, resosi irreperibile, benché braccato, non solo dalla polizia, ma anche dalla famiglia della vittima che vorrebbe farsi giustizia a modo suo, l’ispettore Giusti semplicemente non crede alla sua colpevolezza e compie un passo inaspettato che mette a rischio persino la propria posizione professionale.

Il comportamento di Umut è totalmente dissonante da quello di un omicida”.

Ne Lo hijab mancante Impossibile non empatizzare con Giusti e non appoggiare le sue scelte, spesso “al limite” ma guidate da un istinto che raramente lo porta a commettere errori, coinvolgendo da subito nella vicenda il lettore.

Perché Umut scappa e si nasconde? È colpevole o innocente? Quanto può essere dannoso un pregiudizio?

Ne Lo hijab mancante la Milano multietnica costringe il lettore a porre lo sguardo su un contesto di violenza urbana, di periferie degradate, ove miseria ed ignoranza fanno da padrone in un inconcepibile scontro tra mondi ed etnie popolati dalla medesima povertà.

Roberto Pegorini conosce bene questa Milano “di serie B” di cui scrive ne Lo hijab mancante: ha una vasta esperienza come giornalista di cronaca nera e mescola nelle pagine del romanzo malavita, cinismo e violenza, affrontando temi attualissimi, quali i rapporti con gli extracomunitari, la violenza sulle donne (Jessenia in primis, ma poi anche Irene), la dura vita da immigrato e le quotidiane difficoltà di una integrazione etnica e parità di genere non raggiunte, ed a volte nemmeno da tutti desiderate.

Ne Lo hijab mancante con l’occhio puntato sul mondo femminile che indaga (lo hijab è il simbolo per eccellenza della modestia femminile e della fede religiosa), l’autore affronta nodi quali l’integrazione razziale e i diritti delle donne tout court, con uno stile narrativo molto coinvolgente che tocca l’emotività del lettore, ed un ritmo incalzante anche su temi sociali affrontati con immensa sensibilità e profonda competenza

Non resta che sperare in un terzo capitolo della serie con Valerio Giusti e la sua squadra, ora più che mai consolidata.

EDITORE Todaro Editore

PAGINE: 320

ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2024

AUTORE

Lo hijab mancante

Roberto Pegorini, nato a Milano nel 1969 e laureato in Giurisprudenza, vive nella bergamasca Val Cavallina, ai piedi del lago di Endine. Di professione giornalista, da oltre trent’anni si occupa prevalentemente di cronaca nera. Nel 2002 pubblica il suo primo romanzo “Vita a spicchi”, a cui faranno seguito dal 2011 quattro noir e sette racconti. Di sé dice: “ La solitudine mi sa fare buona compagnia e io la so fare a lei.  Dico troppi pochi no, amo il vino rosso e Dublino, odio la neve in città e mi emoziono ancora davanti al mare”. Nel 2024 con Todaro pubblica Lo hijab mancante

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