Cliché e aspetti cupi e minacciosi della città del Festival – intervista ad Adriano Morosetti, autore di “Il breve mestiere di vivere. Sanremo non è solo Festival”

Il breve mestiere di vivere Sanremo non è solo Festival

Il breve mestiere di vivere

Intervista a cura di Federica Cervini

Il breve mestiere di vivere Sanremo non è solo Festival

Adriano Morosetti, è nato a Sanremo nel 1977. In passato è stato molto cose: giardiniere, barista, copywriter, autore televisivo. Da anni lavora come sceneggiatore di serie animate per la Rai e per il mercato internazionale.

Il suo primo romanzo thriller, Il breve mestiere di vivere. Sanremo non è solo Festival, Ugo Mursia Editore 2024, è stato letto e recensito per Thriller Life da Federica Cervini QUI

Adriano Morosetti ha gentilmente accettato di rispondere alle nostre domande.

Thrillerlife: Il tuo giallo “Il breve mestiere di vivere Sanremo non è solo Festival” è ambientato nel 1993 nella settimana in cui si è svolto il memorabile Festival in cui vinse il rock di Enrico Ruggeri – ed il titolo del tuo libro è proprio uno dei versi della canzone vincitrice. Come mai hai scelto proprio quell’anno e quell’edizione specifica della famosa kermesse musicale?

Adriano Morosetti: Il 1993 segna un punto di svolta nella storia italiana. La fine di un’era. Esplode Tangentopoli, con i primi avvisi di garanzia in parlamento e il declino di un’intera classe dirigente. L’anno dopo ci sarà la discesa in campo di Berlusconi e l’inizio di una nuova fase politica e sociale del paese, con tutto quello che ha significato. E poi, nel ‘93, avevo sedici anni, abitavo a Sanremo, e quello è stato il primo Festival che ho vissuto davvero, al di là dell’evento televisivo, girovagando per la città, tra feste, musica, incontri, divertimento. Nella settimana del Festival, Sanremo diventa Las Vegas.

Thriller Life: Sanremo non è solo musica, ma scopriamo poter essere anche un giallo: perché la tua città d’origine si tinge di giallo / il Festival si tinge di giallo? Cosa ti ha spinto a farla diventare l’ambientazione per il tuo primo romanzo?

Adriano Morosetti: Sono cresciuto a Sanremo, una città che ho iniziato a capire davvero solo dopo essermene andato, finite le scuole. Ho vissuto in altre città, ma con nessuna ho creato un legame così forte. Sanremo è una città atipica e complicata, con tutti i pregi e i difetti della provincia italiana, ma ricchissima e famosa.

Conta poco più di cinquantamila abitanti ma – tra Casinò, Festival, turismo, edilizia – produce quasi il giro d’affari di una capitale. E come sempre succede, quando girano molti soldi arrivano anche criminalità e corruzione. Ho cercato di mettere in luce questo aspetto di Sanremo, che pochi conoscono e che le televisioni non mostrano mai. Oltre i cliché del mare, dei fiori e della musica. Una città cupa, minacciosa e piena di segreti.

Thriller Life: Parliamo di uno dei personaggi di contorno ne “Il breve mestiere di vivere Sanremo non è solo Festival”, e cioè Leo – il barista amico di Arturo. Vuoi parlarci di questo personaggio e dirci a chi ti sei ispirato per costruirne il profilo psicologico?

Adriano Morosetti: Sono molto legato a Leo. Diciamo che è una sorta di compendio di alcuni baristi che ho conosciuto, veri “maestri” della tipica accoglienza ligure. Burberi, perennemente infastiditi e con un odio viscerale per i “foresti” e i clienti fastidiosi. Ma con un gran cuore quando impari a conoscerli. Nel romanzo c’è una scena in cui dei turisti si azzardano a ordinare a Leo delle cioccolate calde, due decaffeinati e un orzo in tazza grande. E Leo li prende a male parole e li caccia via. Be’, quella è successa veramente.

Thriller Life: Un altro personaggio molto particolare è il Deca – professore di storia e filosofia: vuoi parlarci di lui e del peculiare rapporto di amicizia e stima che lega Arturo al Deca.

Adriano Morosetti: Anche qui ci sono riferimenti a più persone, ma soprattutto a mia nonna, una figura molto conosciuta a Sanremo. Professoressa di storia e filosofia, staffetta partigiana, marxista, per anni in consiglio comunale. Arrivano da lei, sia la biblioteca piena di libri del Deca – nel cui odore mi perdevo da piccolo – che il suo amore per Marc Bloch, il grande storico francese trucidato dai nazisti.

Thriller Life: Un rapporto difficile e sofferto è quello di Arturo con il proprio padre: quali caratteristiche sono state fondamentali in tale relazione ed hanno forgiato la personalità chiusa e solitaria di Arturo?

Adriano Morosetti: Il padre di Arturo è un uomo silenzioso e impenetrabile. Viene dalla campagna e da un’altra epoca. È molto “ligure”, per certi aspetti. Non è cattivo, è solo chiuso e incapace di esprimere le proprie emozioni. Per tutta la vita, Arturo non ha saputo quello che il padre pensasse veramente di lui e del suo lavoro. Certo, l’amore non era in discussione, ma probabilmente gli sono mancati una parola d’affetto, un complimento, un abbraccio. Poi i tragici eventi del suo passato hanno fatto il resto, forgiando una personalità cinica e disillusa.

Thriller Life: “Il breve mestiere di vivere Sanremo non è solo Festival” è il tuo primo romanzo: quali sono stati i tuoi principali riferimenti letterari di genere noir per la stesura del romanzo? Inoltre, quali sono gli autori che ti hanno maggiormente influenzato e che ami leggere? Infine, concordi con l’affermazione che si è bravi scrittori se si è stati negli anni forti lettori?

Adriano Morosetti: Faccio quattro nomi, ma sarebbero molto di più: Jean–Claude Izzo, Massimo Carlotto, James Crumley e Joe Lansdale. Mi ritrovo soprattutto in quello che viene chiamato “noir mediterraneo”, in quelle storie con un legame indissolubile tra il territorio, le vicende storiche e la narrazione, che hanno una capacità unica di raccontare la realtà sociale e criminale. Come la Marsiglia di Izzo o il Nord–Est di Carlotto. Ho sempre letto molto. Leggo di tutto, spesso quattro, cinque libri alla volta. Cerco sempre romanzi che mi facciano pensare “wow” (anche solo per poche pagine), che mi facciano provare quel brivido, quel senso estatico che solo la lettura è in grado di dare. Ed è l’effetto che provo a ottenere quando scrivo.

Thriller Life: Prima di salutarci quale messaggio o augurio desideri lasciare ai nostri lettori?

Adriano Morosetti: Sicuramente, di continuare a seguire Thriller Life perché è la migliore “bussola” per trovare i romanzi che facciano dire “wow”!

Thriller Life ringrazia Adriano Morosetti

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