Il mietitore di angeli di Roberto Genovesi

Il mietitore di angeli
Una storia accattivante nonostante il tema angosciante della sparizione di bambini.

Il mietitore di angeli

Recensione di Alessandra Boschini

TRAMA

Capodanno 1938. Il gotha della società fascista si è riunito in una villa sull’Appia Antica per festeggiare la notizia dell’arrivo a Roma di Adolf Hitler in visita ufficiale. Nel corso della serata, però, sparisce la figlia undicenne del padrone di casa, il potente gerarca Cucchi, a cui Mussolini ha affidato da poco la supervisione del cerimoniale per la visita del Führer.

Giunto sul posto per indagare, il commissario della Mobile Marcello Toscanini riconosce subito la firma del rapitore: un fazzoletto di seta bianca. La stessa firma che dieci anni prima aveva sconvolto le notti degli inquirenti in una celebre vicenda finita per lungo tempo su tutti i giornali. Lo spettro di Giardinoni torna ad aleggiare su una Roma che si prepara ad accogliere il leader del nazismo e che non può permettere a un delitto insolito di minare la credibilità nazionale.

Per questo, quando le piccole vittime cominciano a susseguirsi a ritmo inquietante, Mussolini decide di far scendere in campo l’OVRA, il suoi temutissimo servizio segreto. Tra agenti deviati che cecano di attentare alla vita di Hitler e le pressioni di Mussolini che vuole approfittare del caso per liberarsi di tutti gli oppositori politici, Toscanini, ormai esautorato dall’incarico, è l’unica persona a cui interessi davvero la sorte dei bambini rapiti e per salvarli è disposto a tutto…Un fazzoletto di seta per ogni anima innocente uccisa, un filo rosso sangue che unisce passato e presente, un’indagine destinata a scuotere la Roma fascista fin dalle fondamenta.

RECENSIONE

Ne Il mietitore di angeli ci troviamo in una Roma che sta per festeggiare il Capodanno e che si sta organizzando per ricevere la visita di Stato di Hitler dove la sparizione di diversi bambini ed il successivo ritrovamento dei loro corpi, scuote le autorità, sebbene con modalità piuttosto diverse.

L’establishment di Mussolini non deve e non vuole mostrarsi debole, convinto che gli omicidi siano parte di un piano di destabilizzazione politica, l’unico intento è che non venga scalfita l’immagine del Duce.

Il commissario Toscanini ed il vice Mascolo, invece, accomunati dai loro dolori familiari e dalla divisa che indossano, sentono sulla pelle i casi, le sparizioni toccano i loro cuori.

Un poliziotto sa bene che i sono casi che scelgono l’investigatore che dovrà risolverli, e non il contrario” Il legame tra un poliziotto e il suo caso è indissolubile. Fino alla fine. non basta un pezzo di carta a romperlo”.

Il mietitore di angeli è un romanzo incentrato sulla dualità dei sentimenti, un noir dalle tinte cupe e tetre per il tema trattato, oscuro per le tramortite dal regime e per il mistero che avvolge l’attentato al Führer, ombroso per i segreti e le perversioni che vi si celano.

Ma è anche ricco di positività, quella dei due poliziotti votati al dovere e alla giustizia, nonostante il caso venga loro tolto e passato all’Orva, e grazie ad alcuni personaggi cattivi, spietati e spregiudicati, che sapranno stravolgere la loro missione ribaltandone i ruoli e traghettandosi così dalla parte dei buoni.

I personaggi ne Il mietitore di angeli sono caratterizzati alla perfezione, con le loro fobie, la loro umanità, le fragilità e le paure.

Il commissario Toscanini è Il protagonista principale.

Basso e tracagnotto, occhi frizzanti e baffetti discreti, è empatico ed usa solo la bicicletta per spostarsi, il motivo lo si scoprirà nelle prime pagine.

Se a indagare è Toscanini, il malfattore ha le ore contate.”

Il vicecommissario Mascolo, foggiano dalla marcata inflessione dialettale, ha il compito di eseguire le autopsie e lo fa con tatto, umanità e tutta la pietas possibile.

Ne Il mietitore di angeli ci sono personaggi senza un nome, citati continuamente solo attraverso descrizioni sommarie: l’uomo con il naso da pugile o la donna alta, quasi a celarne la vera identità perché appartengono agli innominabili, ma che avranno un ruolo fondamentale e determinante nello svolgersi della trama, dimostrando di avere un cuore sotto la maschera da duri.

La piega inaspettata che prende la storia, anche se forse già celata tra le righe, sconvolge e diventa inquietante: la caccia al “seduttore di bambini” si sovrappone all’attività dei servizi segreti, in un crescendo di tensione e adrenalina.

Ne Il mietitore di angeli ci sono tutti gli ingredienti che servono per una lettura piacevole: descrizioni accurate e dialoghi frizzanti e vivaci, personaggi realistici e una storia affascinante, in un mix dinamico e coinvolgente.

EDITORE: Newton Compton

PAGINE: 384

Anno di pubblicazione: 2024

AUTORE

il mietitore di angeli Roberto Genovesi

Roberto Genovesi, classe 1965, è giornalista, scrittore, sceneggiatore e autore televisivo. Direttore di Rai Libri ha collaborato con i più importanti periodici e quotidiani italiani. Insegna teoria e tecnica dei linguaggi interattivi e crossmediali in diverse università.

Con la Newton Compton, oltre ai primi 5 volumi della saga “Legione occulta”, ha pubblicato “La mano sinistra di Satana”, “Il templare nero”, “Il leone di Svevia”, la trilogia “La legione maledetta”, “il ragazzo che liberò Auschwitz” (finalista al Premio Acqui Storia 2023) e ovviamente “Il mietitore di angeli“. Ha vinto il “Premio Lucini” per il giornalismo e il “Premio Italia” per la saggistica. I suoi romanzi sono pubblicati anche in Spagna, Portogallo e Inghilterra.

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