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Il museo dei misteri di Owen King

Il museo dei misteri
Dora stava al mondo in modo così lieve. Gli sembrava strano persino che camminasse invece di volare.

Il museo dei misteri

Recensione di Chantal Guzzetti

TRAMA

A prima vista, il mondo non è cambiato affatto: i tram sui viali, i grandi alberghi, i caffè pieni di gente. I ragazzi in strada giocano ancora sui due grandi ponti che dividono la città, e i più snob continuano ad avventurarsi sulla Nave Obitorio in cerca di una serata divertente.

Eppure, basta una scintilla per innescare una rivolta. Per la giovane Dora, che lavora all’Università Nazionale, è giunta finalmente l’occasione per fare un passo decisivo. Inizia a uscire con Robert, uno studente dalle idee radicali, ed è finalmente libera di indagare su ciò che suo fratello Ambrose potrebbe aver visto alla Società per la Ricerca Psichica prima di morire.

Ma è un altro l’edificio di cui Dora è incaricata di occuparsi: il Museo Nazionale del Lavoratore. Questa strana costruzione dimenticata da tutti, che pullula di inquietanti statue in cera di minatori, infermieri, negozianti e altre figure assolutamente realistiche, nasconde un mistero. Mentre fuori la rivoluzione e la controrivoluzione scatenano forze oscure, inaspettate e terrificanti, Dora si avventura fino ai confini del mondo in cerca di una verità taciuta troppo a lungo.

RECENSIONE

Le premesse de Il museo dei misteri sono interessanti. Un mondo nuovo, colto da una rivolta di giusti che ribaltano i poteri forti e che lasciano, come spesso accade, i poveri in balia di malattie come il colera.

L’idea di un museo delle cere, dove vengono rappresentate parecchie figure lavoratrici e di Dora, rimasta praticamente sola al mondo e con un passato triste, protagonista indiscussa, che viene incaricata di occuparsene e che finisce a viverci, è originale.

Peccato che Owen King bombardi il lettore di contesto, sparato addosso come una palla in un cannone, senza contestualizzare davvero.

Mentre passato e presente si alternano, il lettore rimane disorientato.

Se è vero che i pareri che riguardano Il museo dei misteri sono discordanti, è anche vero che parte dei buoni propositi è dovuta alla riverenza dei lettori nei confronti del padre di Owen King. Inutile dover specificare che stiamo parlando del grande Stephen, re dell’Horror.

Se si affronta Il museo dei misteri senza preconcetti, purtroppo, la prima parola che può balzare alla mente per descriverlo è: delirante. O almeno è così dalle prima pagine.

Il lettore viene catapultato in un mondo nuovo, con una narrazione che inizialmente ricorda L’Ickabog di J.K. Rowling, e viene sommerso di capitoli, parti di storia, che sembrano non avere né capo e né coda. Fa tutto parte di un disegno che Owen intende svelare più avanti? Forse, ma alcuni dei lettori non lo scopriranno mai.

Il rischio, appunto, nell’affrontare Il museo dei misteri è che l’opera venga abbandonata entro pagina 100. Perdersi in un discorrere astratto e che salta di palo in frasca è cosa quasi certa. Non è un libro adatto a chi ha poca pazienza, questo è sicuro, è una storia per pochi.

Tutti conoscono i lunghissimi preamboli di alcuni dei più bei romanzi del padre, in cui le ambientazioni balzano all’occhio ed escono dalle pagine. Molti, negli anni, ne hanno contestato una narrazione lenta, i più ne hanno apprezzato l’immersione.

Nessuno si aspetta che la penna di Owen King segua le orme del padre, poiché, spesso, il desiderio è proprio quello di distaccarsi dall’aurea di un grandissimo mito letterario. Tuttavia il preambolo che ci regala il piccolo King ne Il museo dei misteri porta più alla deriva che all’interno della storia.

Ciò premesso, non è assolutamente vero che poi la storia non parte. Difficile al decollo, l’opera tocca temi profondi, quasi politici, come la ricerca della verità e affrontare le proprie paure. Le descrizioni sono vivide, il degrado del basso ceto è palpabile, quasi si sente l’odore, ad esempio, dei cadaveri conservati nella Nave obitorio, e Dora è un personaggio che riserva sorprese.

Il potenziale de Il museo dei misteri è ampio. Purtroppo il mistero, nascosto tra le pagine, rischia di diventare smarrimento…del lettore.

TRADUZIONE Luca Briasco

EDITORE Sperling e Kupfer

PAGINE 496

ANNO PUBBLICAZIONE 2024

AUTORE

il museo dei misteri

Owen Philip King, nato a Bangor nel 1977, è il terzogenito – dopo Naomi King and Joseph Hillstrom King (anch’egli scrittore) – di Stephen King e Tabitha Jane Spruce. Ha frequentato il Vasar College e la Columbia University, dove si è laureato in Fine Arts.

È autore di due raccolte di racconti, la prima delle quali pubblicata in Italia da Frassinelli nel 2006 con il titolo Siamo tutti nella stessa barca; e di due romanzi: il primo, Double Feature, è stato pubblicato nel 2013, il secondo, pubblicato in Italia da Sperling & Kupfer nel 2017,l’ha scritto a quattro mani con il padre, e si intitola Sleeping beauties. Ha ricevuto diversi premi letterari per il suo lavoro. Sempre con Sperling & Kupfer pubblica appunto Il museo dei misteri (2024)

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