L’ananas no di Cristiano Cavina

L'ananas no
“Fai fatica a ricominciare a vivere, quando hai un bagaglio così grande di traverso nelle budella.”

L’ananas no

Recensione di Ilaria Galafassi

TRAMA

Ogni carattere ha la sua pizza e ogni pizza il suo carattere: questa è una delle poche certezze di Manolo Moretti, ex sovrintendente della polizia penitenziaria e ora pizzaiolo del Gradisca di Galatea a Mare, in Romagna. Moretti ci mette poco a capire se chi ha di fronte è un tipo concreto da Prosciutto e funghi, un esagerato Doppio salame piccante o un raffinato Bufala con basilico.

Ma nemmeno il suo principale Vittor Malpezzi – che, ironia della sorte, è un ex pregiudicato – potrà mai convincerlo a preparare una pizza con l’ananas sopra. Nonostante i battibecchi tra Moretti e Malpezzi a proposito di frutta tropicale, le cose in pizzeria procedono a gonfie vele fino a che, proprio la sera in cui la cameriera Channèl, appassionata di true crime, si è presa ferie, succede qualcosa di eccezionale: la morte fa capolino tra i tavolini del “Gradisca” e i carabinieri devono aprire un’indagine.

Nell’aria dolce della Romagna di fine estate, un delitto ci sta proprio come l’ananas sulla pizza: è un corpo estraneo, inquietante, incomprensibile. Ma non è così per tutti: la Channèl, per esempio, è entusiasta di poter finalmente avere a che fare con un vero crimine. E per Moretti, che ha un passato pieno di segreti e una singolare incapacità di tenersi lontano dai guai, potrebbe essere l’occasione per ammettere che quello dietro il forno delle pizze è un nascondiglio da cui deve trovare il coraggio di uscire.

L’ananas no” è l’atto di nascita di un nuovo detective più che mai improbabile eppure carico della profonda umanità di chi maneggia ogni giorno la pasta di cui noi umani siamo fatti. Con Manolo Moretti, Cavina dà vita a un personaggio, capace di infondere a questo giallo tutta l’autenticità, la malinconia e l’allegria delle nostre estati italiane.

RECENSIONE:

Vi siete mai chiesti che pizza potreste essere? L’aspetto di una persona e i suoi atteggiamenti potrebbero tradursi in una corrispondente farcitura.

Con L’ananas no,Cristiano Cavina ci accompagna nella pittoresca Galatea a Mare, in Romagna. Qui, lo sguardo esperto del pizzaiolo del “Gradisca” individua immediatamente quale tipo di persona ha davanti. Manolo Moretti, infatti, è di poche parole, ma lavora tanto, e i suoi silenzi nascondono i segreti del passato.

Lo circonda una compagnia eterogenea di colleghi e amici che anima la pizzeria: Vittor, il proprietario, ex pregiudicato; Zafàr, Momo, la Channél, la Gina e Ragù; i fratelli Servadei, pescatori da una vita; Bangkok e Terri, clienti abituali; Don Leopoldo e Padérna, gli amici e confidenti .

Quando, in una calda sera di fine estate, un cliente si accascia sulla pizza che stava mangiando, l’ombra di un delitto inizia a farsi strada. Lo staff del “Gradisca”, chi con entusiasmo e altri un po’ meno, decide così di indagare, per amor di verità e anche per riabilitare il locale e le persone che ci lavorano.

L’ananas no è un giallo brillante, ricco d’azione, un po’ malinconico e a tratti esilarante, perché i suoi personaggi sono concreti e ben caratterizzati. Il lettore non può fare a meno di empatizzare con alcuni di loro, come Manolo e Sandra, ad esempio, per la loro profonda e sofferta umanità. Ognuno di essi è indispensabile per la buona riuscita del romanzo, come lo sono le tessere di un puzzle per completarlo.

L’ambientazione de L’ananas no è curata: mentre scorrono le pagine ci si ritrova nel clima accogliente della riviera romagnola, se ne riescono ad assaporare il calore, i colori e addirittura i profumi. Persino chi non ci fosse mai stato, potrebbe ben immaginare di conoscere i luoghi descritti.

L’ananas no ha una trama intrigante, le espressioni dialettali e i soprannomi enfatizzano la narrazione e conferiscono maggior realismo. I dialoghi sono frizzanti e rendono la scrittura di Cristiano Cavina molto scorrevole. I capitoli sono in prevalenza brevi e invogliano ad una lettura senza soluzione di continuità.

Il finale riserva delle sorprese e potrebbe preludere a futuri sviluppi, in primis per il protagonista Manolo, rustico astro nascente tra i detective.

Perché L’ananas no? Perché sulla pizza fa a pugni, così come tanti elementi possono stridere nella vita. Buona lettura.

Editore: Romanzo Bompiani

Pagine: 272

Anno di pubblicazione: 2024

AUTORE

L'ananas no

Cristiano Cavina è nato a Casola Valsenio, in Romagna, nel 1974. Per metà della sua vita ha fatto il pizzaiolo. Per l’altra metà ha scritto libri. I suoi primi dieci romanzi sono stati pubblicati da Marcos y Marcos. Per Bompiani sono usciti La parola papà (2022) e Il ragazzo sbagliato (2023), di cui è autore insieme a Giada Borgatti e ovviamente L’ananas no (2024)

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