Anna O: un thriller fra sogno e realtà. Intervista all’autore Matthew Blake

Matthew Blake

Anna O

Intervista a cura di Federica Cervini e Laura Crottini

Spazio a cura di Laura Crottini

Anna o

Graditissimo ospite del nostro spazio interviste è Matthew Blake, scrittore inglese e speechwriter a Westminster. Diventato famoso in tutto il mondo dopo il suo romanzo di esordio Anna O (tradotto in più di 30 lingue) pubblicato da La Nave di Teseo e per noi letto e recensito da Federica Cervini QUI. Questo romanzo nasce da numerosi studi da parte dell’autore riguardo ai crimini legati al sonno, incuriosito dopo aver scoperto che in media una persona passa dormendo trentatré anni della propria vita.

Matthew Blake ha gentilmente risposto ad alcune nostre domande.

Thriller Life: “Anna O” è un romanzo che pone diversi interrogativi morali al lettore, uno fra tutti: quale è il confine tra colpevolezza ed innocenza quando il reato è commesso in stato di sonnambulismo? È quindi lecito decidere di riportare alla veglia Anna con l’unico obiettivo di processarla? Quindi ti chiediamo, quali sono gli interrogativi morali che ti sei posto personalmente e su cui hai voluto far riflettere i lettori con questo romanzo?

Matthew Blake: Questa è veramente un’ottima domanda! La principale questione etica legata alla storia del mio thriller Anna O e al personaggio di Anna è: si può esser considerati colpevoli di un crimine commesso mentre non si era svegli oppure no? Il sonnambulismo è – infatti – molto affascinante poiché gli occhi della persona possono esser aperti ma il loro cervello è a tutti gli affetti addormentato, ma si può effettivamente capire se quella persona è veramente sonnambula? Questo è il grande dilemma all’inizio del libro e ciò che il romanzo esplora.

Thriller Life: I tentativi di riportare allo stato di veglia i sonnanbuli si concentrano sull’utilizzo di ricordi di momenti felici della loro vita: attraverso canzoni, parole dei famigliari più stretti, fragranze a cui erano legati. Vuoi descriverci il diverso ed innovativo metodo inaugurato dal Dottor Prince, cioè ridare al paziente speranza?

Matthew Blake: Si, Anna soffre di “sindrome di rassegnazione” cioè quando i pazienti cadono in un sonno profondo che può durare anche per anni. Ci sono molti approcci differenti per trattare questa patologia, ma una delle tante teorie è che questa condizione è in parte causata dell’assenza di speranza nella vita dei pazienti. Quindi, per svegliarsi, il paziente ha bisogno di una ragione per vivere ancora e la speranza (o il ricordo di un tempo più sereno) deve tornare. Questa è la teoria di Ben nel libro e come lui cerca, appunto, di svegliare Anna.

Thriller Life: “Essere genitori è davvero un’impresa” dice il Dottor Prince guardando la sua KitKat. “È un compito difficile, o addirittura impossibile fare i genitori” – scriveva Sigmund Freud -“considerando che più o meno consciamente si vorrebbe a propria immagine e somiglianza un figlio che, invece, può prendere strade imprevedibili e inattese”. Parlaci del tenerissimo e sofferto rapporto tra Ben e Kitty.

Matthew Blake: Queste sono state le mie scene preferite da scrivere in Anna O. Ben è divorziato da sua moglie Clara, il che significa non poter vedere sua figlia “KitKat” tutte le volte che vorrebbe. Ciò gli causa grande sofferenza e lo porta ad una crisi di mezza età. Ben, da psicologo, ben sa come un padre non presente possa esser distanziato del tutto dai figli, ed è determinato a non farlo succedere con sua figlia, assicurandola sul fatto che lui sarà sempre presente come padre; questa è a tutti gli effetti la motivazione chiave di tutto il libro.

Thriller Life: Anna O tratta un tema particolare (il sonnambulismo) e lo fa in modo molto dettagliato, raccontaci come hai trovato informazioni utili alla stesura del romanzo: come ti sei documentato sulla sindrome della rassegnazione di cui soffre la protagonista, ed in generale sui DNS disturbi neurologico-funzionali?

Matthew Blake: Ho parlato con moltissimi esperti e letto molti articoli e libri sull’argomento. Sono estremamente affascinato dalla psicologia e trovo sia molto importante che tutto ciò di cui parlo nel libro sia basato sulla vita reale. Per questo, tutte le tecniche/condizioni ecc nominate in “Anna O” sono reali così da aumentare l’autenticità del libro e – spero – renderlo più concreto e terrificante.

Thriller Life: Cito parole del Dottor Prince dal tuo thriller Anna O: “Siamo ancora animali. C’è il lato razionale dell’Homo Sapiens e il lato animale. La gente pensa che il lato animale sia il corpo e il lato razionale sia il cervello. Ma spesso è il contrario”. Con premesse come questa, la mente dell’uomo è a tutti gli effetti un luogo affascinante in cui ambientare un thriller; come ti è venuta questa idea?

Matthew Blake: Sapevo con Anna O di voler scrivere un romanzo trattante il sonno, è un tema veramente universale, per questo ho iniziato a fare ricerche al riguardo e così sono incappato in casi di persone che hanno commesso crimini durate esperienze di sonnambulismo ed in informazioni riguardo alla “sindrome da rassegnazione”, che è veramente una malattia misteriosa. Mettendo assieme questi due elementi della vita reale mi è venuta la scintilla d’ispirazione per il libro.

Thriller Life: Sappiamo che sei uno speechwriter a Westminster, cioè ti occupi di scrivere i discorsi per i parlamentari britannici. Quindi ti chiediamo, quali sono le differenze o affinità nei due stili: scrivere di politica e scrivere thriller com Anna O?

Matthew Blake: Ci sono moltissime somiglianze fra i due stili. Essenzialmente nello speechwriting e nel thriller si prova a connettere milioni di persone e toccare le loro vite in qualche modo; hai bisogno di esser chiaro, di aver empatia e di ottenere l’attenzione del pubblico. Personalmente ho imparato molto dai miei dieci anni nel mondo della politica e mi ha aiutato molto come scrittore.

Thriller Life: In quanto autore ti chiediamo, quali sono i tre libri che sono stati fondamentali per te? che sia a livello di ispirazione, di emozioni trasmesse o anche solamente come libri del cuore?

Matthew Blake: I tre libri a cui continuo a guardare come autore sono probabilmente: “L’assassinio di Roger Ackroyd” di Agatha Christie, “On writing. Autobiografia di un mestiere” di Stephen King e “Il mastino dei Baskervilles” di Arthur Conan Doyle.

Thriller Life: Prima di salutarci quale messaggio o augurio desideri lasciare ai nostri lettori?

Matthew Blake: Grazie mille per questa intervista, e per aver letto “Anna O”; sono veramente emozionato nel mettermi in contatto con i lettori di Thriller Life e grazie a tutti coloro che supportano questo libro.

La redazione ringrazia Matthew Blake per la disponibilità

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