“Cristallo” di Livia Sambrotta: un oscuro thriller alla stupefacente luce delle Dolomiti

Cristallo

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INTERVISTA A CURA DI: Laura Crottini e Roberto Franzetta

SPAZIO A CURA DI: Laura Crottini

Cristallo

Buongiorno cari lettori, graditissima ospite del nostro spazio è Livia Sambrotta con il suo “Cristallo” (SEM, 2024). Conosciuta nel mondo editoriale nel 2015 con il suo primo romanzo noir “Amazing Grace”,  seguito due anni dopo da “Tango Down”, selezionato tra i finalisti al Festival Giallo al Centro Rieti e che ha ricevuto la Menzione Speciale al Festival Garfagnana in Giallo.

THRILLER LIFE: La montagna ha indubbiamente un certo fascino ed è abbastanza ricorrente nei thriller,ma la tua ambientazione è particolare; stiamo parlando di uno chalet di lusso completamente isolato tra le montagne. Come mai questa scelta così particolare? Da dove arriva l’ispirazione?

LIVIA SAMBROTTA: L’ispirazione arriva da una suggestione. Ho immaginato lo Chalet Cristallo, un rifugio di lusso ad alta quota in vetro e legno, impreziosito da un’architettura all’avanguardia. Queste sue caratteristiche permettono allo chalet di essere inondato dalla stupefacente luce delle Dolomiti. Lo Chalet Cristallo è prima di tutto un luogo contemporaneo ed evocativo, capace di regalare delle emozioni immediate sia per la sua bellezza che per la magnifica posizione in cui si trova: affacciato sulle vette, ma protetto alle sue spalle da un bosco di abeti a perdita d’occhio.

Un luogo dove tutti noi vorremmo immergerci per ritrovare noi stessi e lasciarci sedurre dall’incanto della natura. Questo setting mi ha permesso di realizzare l’intento del mio thriller: una storia che stesse lontana da alcuni stereotipi legati alla montagna (come il buio e l’impenetrabilità o le baite vecchie e scricchiolanti) per rendere invece omaggio alla lucentezza tipica della roccia delle Dolomiti.

Il crimine di Cristallo, infatti, si consuma sotto un sole invincibile e, allo stesso tempo, indifferente di Ferragosto. La luce ci mette a nudo più dell’oscurità. Inoltre, la trasparenza delle vetrate dello Chalet Cristallo permette non solo di osservare senza confini il paesaggio esterno, ma di essere guardati da fuori, instillando in chi lo abita il sospetto e la tensione verso l’altro. Questo rifugio ha reso al massimo la suspense del mio thriller: più la bellezza si espande, più il terrore si infittisce sul crinale dell’anima dei miei personaggi.

Thriller Life: Rachele è la protagonista di Cristallo, una donna che nella sua vita ha avuto molti cambiamenti ed ha affrontato tanti ostacoli, anche insormontabili. La sua vita è segnata dalla montagna che per un periodo si rifiuta di affrontare. Come è nato questo personaggio? E quanto c’è di te in lei?

Livia Sambrotta: Rachele è una donna di 35 anni, la cui vita è stata duramente messa alla prova da alcuni episodi drammatici accaduti alla sua famiglia. Originaria del Cadore, a 20 anni lo abbandona per trasferirsi a Milano e realizzare il suo sogno di diventare una fotografa. Da una parte, Rachele possiede in sé la forza granitica delle montagne, dall’altra è attraversata dalla fragilità sublime della loro luce.

Anche se il destino le ha tolto molto, in un certo senso l’ha ripagata regalandole il talento puro e inimitabile della fotografia. Rachele è quindi una protagonista che deve combattere con i suoi demoni ma allo stesso tempo una donna che può esprimersi liberamente e non ha paura di farlo. Questa dualità ha regalato al personaggio forza e vividezza. “La Fotografa” in Cristallo non è solo una vittima, ma anche una sopravvissuta. Una donna destinata a resistere.

Questo è l’aspetto che più amo di lei. I fatti così drammatici che vive Rachele la rendono distante da me. La sua integrità nel rifiutare qualsiasi compromesso che possa incanalare e limitare la sua arte è un tratto della sua personalità che amo visceralmente. Mi piacerebbe a volte poter essere come lei.  Ammiro inoltre la sua forza e il fatto di non avere paura di rimanere sola pur di affermare se stessa.

Thriller Life: Nella storia che hai scritto ogni personaggio nasconde un mistero, un segreto, e proprio questa peculiarità li ha resi così reali: in fin dei conti tutti noi abbiamo qualche segreto. Quanto è incisivo per te avere segreti nella vita di tutti e giorni? E nella vita di coppia?

Livia Sambrotta: C’è un aspetto che amo particolarmente del cinema di David Lynch: nulla è come sembra. Questa polarizzazione è amplificata da alcuni elementi portanti della sua cinematografia: entrare nel buio, osservare di nascosto il male e sussurrare segreti nell’orecchio senza che lo spettatore possa conoscere quelle parole.

Quest’ultimo aspetto ha inciso profondamente nella mia fascinazione verso l’inespresso e l’inconfessabile. I segreti non sono necessariamente una silenziosa ammissione di colpa.  Piuttosto, il delinearsi al nostro interno di un orizzonte oscuro ed enigmatico, che persino noi abbiamo difficoltà a decifrare. Sono anche connessi con una nostra intimità che teniamo a proteggere dal giudizio altrui. In questa direzione ti direi che qualche segreto mi appartiene.

Sicuramente apparterrà anche a mio marito e a ognuno di noi. Poiché il mistero che ci abita, è la sostanza che attrae maggiormente non solo noi stessi, ma anche lo sguardo degli altri. In questo, i personaggi di Cristallo sono tutti dominati da un’ombra, un segreto che lentamente si svelerà fino a un epilogo inaspettato.

Thriller Life: Per quanto riguarda la fissazione di Rachele per la fotografia ti sei ispirata a qualche artista contemporaneo oppure hai pescato nel tuo bagaglio di esperienze?

Livia Sambrotta: Rachele è un’artista nel vero senso della parola: naturalmente dotata un talento eccezionale, un fuoco sacro che la eleva e la divora, è tormentata e sfuggente anche a se stessa. Per delineare il suo personaggio non mi sono ispirata a un’artista in particolare, piuttosto a diverse figure iconiche che nella mia vita hanno acceso il mio immaginario.

Da Patricia Highsmith a Kathryn Bigelow, da Liliana Cavani a Elsa Morante, tutte donne che hanno dovuto lottare per affermare se stesse, ma che non hanno mai avuto paura di esprimere liberamente la loro voce. Rachele, seppure inquieta, è una donna animata da un profondo coraggio. La mia protagonista fotografa solo “i fratelli” (il perché non posso rivelarlo, ma i lettori lo scopriranno leggendo Cristallo).

Per scovare i suoi soggetti da giovane è disposta “come un cane randagio” a percorrere da sola strade sconosciute di Milano fino allo sfinimento. Un’artista che per la sua vocazione si mette totalmente in gioco. Questo atteggiamento ha animato spesso alcune mie scelte di vita, in questo io e Rachele siamo simili. Per questa sua determinazione e autenticità, “i suoi fratelli” diventano la domanda e la risposta per ogni rapporto umano: un legame esclusivo, basato sull’amore profondo di essere l’altro.

Thriller Life: Rispetto a “Non salvarmi” Cristallo è una storia diversa, hai raccontato di una zona che conosci e che è parte di te: Il Cadore. Quanto è stato faticoso – a livello emotivo – scrivere una storia del genere? E quanto pensi di essere cresciuta con questo tipo di trama?

Livia Sambrotta: Cristallo è stato per me una grande sfida. Il Cadore fa parte della mia vita. Non solo ho trascorso qui tutte le estati, ma da adolescente fino ai 18 anni ho abitato a Domegge, il paesino in cui si svolge il mio romanzo. In quegli anni ho potuto vivere le conseguenze emotive che un luogo del genere ti regala. Da una parte la libertà e la potenza di una natura selvaggia e bellissima, dall’altra il suo richiamo ignoto verso il silenzio e l’oscurità.

Queste emozioni sono state fondamentali nella mia formazione da autrice, sapevo quindi che un giorno sarei dovuta tornare in Cadore. Avevo però bisogno di una storia che potesse rendere al meglio la polifonia di queste sensazioni. Per questo, ho dovuto attendere diversi anni.

Quando ho avuto l’intuizione dello Chalet Cristallo, sapevo di aver trovato la chiave giusta. Per mettere in scena una storia che avesse al centro un thriller così ambizioso, ho lavorato sei mesi nella fase preliminare, non solo occupandomi dei sopralluoghi, della documentazione necessaria e della raccolta delle testimonianze, ma, soprattutto, focalizzandomi sulla architettura della trama, la studio dei personaggi e lo sviluppo delle diverse linee narrative. Ho fatto questo lavoro tenendo bene a mente una formula: se si inizia un thriller in un modo così folgorante come accade in Cristallo – una strage di 5 amici a Ferragosto – si deve essere consapevoli che Il finale della storia a questo punto dovrà essere ancora più sorprendente e inimmaginabile per il lettore.

Per trovare questa risposta sono serviti mesi di lavoro prima di iniziare la stesura. Mi auguro di aver raggiunto l’obiettivo, regalando al lettore una storia originale e inaspettata.

Thriller Life: In quanto autrice ti chiediamo, quali sono i tre libri che sono stati fondamentali per te? che sia a livello di ispirazione, di emozioni trasmesse o anche solamente come libri del cuore?

Livia Sambrotta: La domanda è difficile, poiché i romanzi influenti sono tantissimi, ma cercherò di concentrarmi: Cuore di tenebra di Joseph Conrad, It di Stephen King e Il Grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald. Forse, volendo semplificare, quello che ha inciso di più su di me, è l’ambizione di questi romanzi straordinari di raccontare il cuore nero e allo stesso tempo sublime dell’essere umano.

Thriller Life: Prima di salutarci quale messaggio o augurio desideri lasciare ai nostri lettori?

Livia Sambrotta: Innanzitutto, voglio ringraziarli: tantissimi lettori da quando è uscito Cristallo mi stanno regalando il loro amore e il loro entusiasmo per il mio romanzo. Questa è la vera linfa del mio mestiere. Inoltre, vorrei dire loro di approcciarsi sempre verso le storie con curiosità e senso di avventura: a volte lasciarsi stupire può essere più suggestivo del sentirsi rassicurati. Infine, voglio anche augurargli un’estate fantastica perché, come dice Stephen King “è la stagione dei sogni”, quindi approfittatene per leggere e aprire il sipario sulla meraviglia!

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