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Birnam wood di Eleanor Catton

Birnam Wood
“Non c’è posto per tutti sulla vetta, se no che vetta sarebbe?”

Birnam wood

Recensione di Federica Cervini

TRAMA


Il collettivo ecologista Birnam Wood è sempre a caccia di nuovi terreni da coltivare abusivamente.

Una disastrosa frana nel Parco Nazionale del Korowai, in Nuova Zelanda, sembra offrire loro l’occasione sperata.

Ma quella terra ferita è oggetto di altri disegni.
Chi avrà la meglio?

L’ambiziosa leader del collettivo, Mira, i vecchi proprietari terrieri, i Darvish, o l’inquietante miliardario Lemoine, magnate dell’industria della sorveglianza, convinto di essere un dio?

Fra droni di ultima generazione e boschi shakespeariani, Eleanor Catton ha scritto un affilato thriller psicologico sui lupi e gli agnelli del nostro tempo, e su quanto può essere difficile distinguerli.

Ne nasce un thriller psicologico fittissimo, fatto di doppi e tripli giochi, di colpi di scena e tradimenti incrociati, sotto l’occhio incessante dei droni che volteggiano in cielo; ma anche un romanzo di raro acume sulle relazioni fra gli individui e le dinamiche che le abitano.

In palio c’è l’innocenza dell’anima e la vita stessa.

Macbeth non sarà vinto fino a quando il gran bosco di Birnam non avanzi contro di lui”, profetizza una strega nel dramma shakespeariano. “Allora, mai” s’illude Macbeth. Sbagliando.

RECENSIONE

Birnam Wood è un eco-thriller avvincente da leggere tutto d’un fiato, è una tragedia, anzi un’eco-tragedia, basata sui temi dell’ambizione e dell’invidia.

Il titolo riprende Shakespeare ed il suo “Macbeth”, l’archetipo per eccellenza della brama di potere sfrenata e dei pericoli che sono in essa insiti: è la Birnam Wood Prophecy a rivelare a Macbeth che verrà sconfitto solo quando il bosco di Birnam arriverà a Dunsinane – cosa per Macbeth impossibile, perché un bosco non si può spostare.

Eppure, quando l’esercito del nemico attraversa il bosco di Birnam ed ogni soldato per nascondersi taglia e porta con sè un grosso ramo d’albero, ecco che la truppa che avanza fa apparire il bosco in movimento, e Macbeth, coraggioso ma accecato dall’ambizione, viene sconfitto ed ucciso: la profezia si compie.

Un riferimento quindi dotto nel titolo dell’opera, che vuole ricordare al lettore i pericoli insiti in chi nutre ambizioni sfrenate e cupidigia.

Birnam wood si compone di tre parti e non è suddiviso in capitoli: la vicenda parte con un ritmo lento e solo gradualmente si sviluppa in un crescendo sanguinoso ed agghiacciante.

Le prime due intere parti, pari a più della metà del romanzo, rappresentano un lavoro preparatorio di impostazione della scena e conoscenza dei personaggi: la trama si svolge in Nuova Zelanda, dove il collettivo di attivisti Birnam Wood coltiva abusivamente appezzamenti di terreno in città, a volte violando le proprietà private.

Pianto cose nelle proprietà di altre persone a loro insaputa.  E in spazi pubblici.  E poi coltivo le piante, le innaffio e alla fine la raccolgo, faccio parte di un collettivo di attivisti.

I Birnam Wood si appropriano di spazi creando orti biologici sostenibili in zone abbandonate, e, basandosi sui principi della solidarietà e del mutuo soccorso, sfruttano il terreno dividendosi il raccolto, dandone parte ai bisognosi e vendendo ciò che riescono nel tentativo di recuperare un po’ dei soldi spesi … in altre parole “un progetto sfacciatamente illegale di violazione della proprietà privata e vandalismo botanico”.

L’idea di fondo del collettivo è attuare un diffuso, radicale e durevole cambiamento sociale per far capire quanta terra viene ogni giorno sprecata, attraverso atti di guerrilla gardening.

Anticapitalista, intersezionalista, ecologista” il collettivo Birnam Wood è convinto che la terra appartenga a chi la lavora; quando l’anima del gruppo, Mira, sente parlare di un appezzamento di terra abbandonato nel Parco Nazionale del Korowai, vi si dirige illegalmente con l’intenzione di iniziare a coltivarlo.

Prende così avvio un racconto di azioni e imbrogli, in cui terra, denaro, clima e personaggi del tutto sorprendenti animano una vicenda che si basa su inganno e segreti.

Birnam Wood è un romanzo entusiasmante: la trama thriller e lo stile narrativo attento alle relazioni tra i personaggi toccano importanti temi attuali, quali, ad esempio, l’ecologismo, i miliardari e la loro folle idea di costruirsi bunker per sopravvivere, le ideologie di una certa sinistra radicale – che forse non è pura come si crede -, lo scontro fra generazioni (i Birnam Wood da una parte, Lady Jill Darvish e Sir Owen dall’altra), l’uso – anzi abuso – dei droni e la violazione della privacy.

Centrali sono i sogni e le ambizioni dei personaggi: tutti sono mossi dai propri personali desideri, nel bene e nel male.

Mira vorrebbe finalmente vedere stabilizzato il collettivo Birnam Wood, e per ottenere ciò che desidera stringe un patto faustiano con Robert Lemoine, un miliardario americano a cui non potrebbe fregare meno dell’ambiente …ma è un uomo abile nell’inganno e disposto a tutto, a sua volta, per il proprio tornaconto.

In un mondo totalmente saturo di social media, Eleanor Catton pone le moderne modalità di comunicazione al centro della vicenda thriller che descrive: intercettazioni abusive di mail e messaggi su smartphone da una parte, e mancanza di comunicazione diretta tra persone dall’altra, alimentano incomprensioni e conducono di pagina in pagina alla catastrofe conclusiva.

Eleanor Catton non ha paura delle frasi lunghe, utilizza la narrazione in terza persona e qualche dialogo per condurre il lettore in profondità nella psiche della maggior parte dei personaggi principali.

Il romanzo si compone di frasi fluide e di ampie descrizioni di un meraviglioso territorio, la Nuova Zelanda (“God’s own country” cioè la terra di Dio) – per noi europei totalmente altro.

Birnam Wood è il thriller delle sliding doors:

  • se Tony non fosse stato così scorbutico ed odioso verso i Birnam Wood in riunione;
  • se Mira e Shelley fossero state più comunicative nei reciproci confronti e verso gli altri ragazzi del collettivo;
  • se i Darvish non avessero firmato il contratto vincolante con Lemoine

… tutto questo significa che le decisioni individuali contano e graveranno sulla tragedia che si sta per compiere.

Tanti i punti di forza del romanzo: le riflessioni che l’autrice costringe a fare sul consumismo, sul potere politico e su come esso sia ovunque governato dai soldi (la logica capitalistica), sulla tecnologia ed in particolare sulla sorveglianza (a partire dai minacciosi droni che dall’alto osservano e registrano, ai vecchi binocoli dei ragazzi del collettivo, a Tony che spia da dietro gli alberi le attività in corso), sulla sostenibilità ambientale, l’estrazione mineraria, la solidarietà, le organizzazioni no-profit.

Birnam Wood è un thriller di azioni umane, di connessioni e di reazioni, di complotti e corruzione, di menzogne e abuso di potere, il tutto in un sorprendente mix di satira sociale e thriller.

Traduzione: Giulia Boringhieri

Editore: Einaudi Editore

Pagine: 440

Anno di pubblicazione: 2024

AUTORE

Birnam Wood

Eleanor Catton è nata nel 1985 in Canada ed è cresciuta in Nuova Zelanda, dove ha vinto diversi premi letterari per il suo incredibile romanzo di esordio “The Rehearsal”, incluso il prestigioso Glenn Schaeffer Fellowship 2008 presso l’Iowa Writers’ Workshop.

Nel 2013 si è aggiudicata il Man Booker Prize (a 28 anni è stata lo scrittore più giovane di sempre nella storia del premio) con “The Luminaries”, ambientato nei bacini auriferi della Nuova Zelanda nel 1866.

In Italia Fandango ha pubblicato nel 2010 “La prova” (“The Rehearsal”, scritto nel 2008) in lizza per il Guardian First Book Award e il Dylan Thomas Prize, oltre che finalista all’Orange Prize. È stato tradotto il 12 lingue e pubblicato il 17 paesi.

Seguono “I luminari” (Fandango, 2014) e “Birnam Wood” (Einaudi, 2024).

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