“Alla scoperta dei finalisti del premio Nebbia Gialla: curiosità sulle ambientazioni”

Nebbia Gialla

Nebbia Gialla

SPAZIO A CURA DI: Laura Crottini

INTERVISTA A CURA DI: Laura Crottini, Leonardo Di Lascia e Roberto Frazzetta

Rieccoci con i nostri quattro finalisti del premio Nebbia Gialla. La scorsa settimana abbiamo cercato di scoprire qualcosa di più riguardo a questi autori proprio grazie a ciò che di loro emergeva nei libri, (per chi se lo fosse perso QUI trovate la prima parte dell’intervista)

Oggi invece parleremo un po’ delle ambientazioni che – come ben saprete – sono una delle parti fondamentali di un thriller, aiutano a creare quel senso di terrore e di suspence in grado di rende un racconto un buon thriller.

ALESSANDRO BONGIORNI

Favola per rinnegati” (2023, Mondadori)

Nebbia Gialla

THRILLER LIFE: Milano è la città in cui sei nato e lo scenario di tutti i tuoi romanzi. In “Favola per rinnegati” è devastata da un attentato che ha l’apparenza dei più classici attacchi terroristici, al punto che viene accostata alla Parigi del Bataclan. La definisci, inoltre, “ferita”, “blindata”, “in lutto” e comunque la poni al centro di traffici internazionali di armi e di droga. Il degrado della città si può considerare come una sorta di co-protagonista nell’economia dell’opera?

ALESSANDRO BONGIORNI: Questo è soprattutto un romanzo sulla solitudine, e Milano, che è una città estrema in ogni aspetto, e oggi soprattutto nelle disuguaglianze, si prestava bene a questa mia idea. È sicuramente la coprotagonista del romanzo, è la mia città, la amo a dismisura e non vorrei vivere in nessun altro posto, eppure ha dei grossi problemi che la politica ha troppo a lungo ignorato trincerandosi dietro i – molti – suoi lati positivi.

Il risultato è che adesso i nodi sono venuti al pettine, il costo della vita è esploso, i salari sono tendenzialmente da fame e le persone normali non riescono a comprarsi una casa e sono costretti ad andarsene fuori città. Il quaranta percento dei milanesi residenti in città, quindici anni fa non c’era, mentre chi c’era adesso se ne sta andando: questo la dice lunga.

LEONARDO GORI

La libraia di Stalino(2023, TEA)

Nebbia Gialla

THRILLER LIFE: Guerra, spie e Ucraina. L’ambientazione ricorda molto i fatti recenti nonostante sia ambientata nel periodo della seconda guerra mondiale. Come sei riuscito a ricostruire a livello storico le descrizioni di quelle terre e quei dettagli storici?

LEONARDO GORI: Ho iniziato a scrivere la mia storia ucraina ben prima dei noti avvenimenti contemporanei, e sono stato colto decisamente di sorpresa.In tutte le storie che ho raccontato finora, la documentazione ha avuto un ruolo fondamentale, ma ho sempre cercato di non farla “passare” tutta quanta nei romanzi, perché non voglio appesantire il racconto di dettagli.

Il lettore deve trovarsi a proprio agio in un mondo alieno, distante dalla sua quotidianità, e non deve mai e poi mai sentirsi oggetto di una lezioncina di Storia. Per ottenere questo, la documentazione deve servire soprattutto a me, perché io possa credere di essere nel luogo e nel periodo che sto raccontando. Dopo aver passato del tempo fra fatti, filmati, letteratura memorialistica, fotografie e saggi storici, metto tutto via e mi immergo nel semplice fluire della narrazione.

MARCELLO SIMONI

Morte nel chiostro” (2024, La nave di Teseo)

Nebbia Gialla

THRILLER LIFE: L’ambientazione è il punto di forza del tuo romanzo. Sei riuscito a immergere il lettore nell’atmosfera “romita e selvaggia” di quel 21 ottobre dell’Anno Domini 1187. Quel tempo nebbioso e uggioso, scandito dalle campane del monastero, è stato pensato volutamente per calare la storia in quella “vana imago” legata alla morte sospetta e ai segreti inconfessabili che aleggiano, come nebbia sottile, su quel luogo di preghiera?

MARCELLO SIMONI: Sono un fan accanito dell’espressione “Era una notte buia e tempestosa” di Paul Clifford (e di Snoopy). Credo che le atmosfere, in un romanzo, non facciano soltanto da scenario, ma debbano entrare a pieno diritto all’interno della narrazione alla stregua di autentici personaggi, proprio come se si trattasse delle selve impenetrabili e dei cieli tempestosi dipinti dai pittori del Romanticismo. D’altro canto, Morte nel chiostro si ambienta nei luoghi in cui sono nato e cresciuto. Luoghi di nebbie, di labirinti d’acqua e di sterminate distese di natura selvaggia. Luoghi che, proprio grazie all’albore della caligine e al grigiore degli autunni, mi hanno insegnato a fantasticare sulle storie di mistero.

LICIA TROISI

La luce delle stelle(2024, Marsilio)

Nebbia Gialla

THRILLER LIFE: L’ambientazione e molto particolare, unica, un giallo che danza sul filo del rasoio con la fantascienza; non hai voluto abbandonare il tuo lato fantasy, ambientando il giallo in una specie di non luogo?

LICIA TROISI: Volevo soprattutto parlare di ricerca scientifica, di come si pratica, di come funzionano gli enti dove lavorano gli scienziati. Inoltre, avendo un protagonista che non faceva il detective di mestiere, avevo bisogno di una situazione che lo costringesse ad indagare. Per questo ho scelto l’osservatorio, che è un luogo isolato e per lo più sconosciuto a chi non ci lavora.

Lo staff di Thriller Life ringrazia gli autori per la disponibilità e non perdetevi il prossimo incontro con altre curiosità riguardo questi finalisti.

Condividi questo articolo:

Potrebbero interessarti anche: