Nebbia Gialla
Spazio a cura di: Laura Crottini
Intervista a cura di: Laura Crottini, Leonardo Di Lascia e Roberto Frazzetta
Buongiorno a tutti i lettori, eccoci di nuovo con i nostri quattro finalisti del premio Nebbia Gialla. Nelle scorse settimane abbiamo cercato di scoprire qualcosa di più riguardo a questi autori proprio grazie a ciò che di loro emergeva nei libri, (per chi se lo fosse perso qui trovate la prima parte dell’intervista)e poi ci siamo diretti alla volta delle ambientazioni (per chi se lo fosse perso link nebbia gialla 2).
In questo terzo incontro – invece – parleremo dei personaggi; del resto, sono proprio i personaggi che ci fanno innamorare di un libro, è con loro che piangiamo o gioiamo pagina dopo pagina, quindi perché non voler scoprire di più riguardo ai personaggi di questi quattro libri?
“Favola per rinnegati” (2023, Mondadori)
THRILLER LIFE: I tuoi protagonisti (Carrera come l’Arciere, ma anche Raimondo e Marta Terrasanta, tra gli altri) convivono dolorosamente con i propri ‘fantasmi’ (Rudi afferma addirittura “Io sono i miei fantasmi”). Questo tormento interiore li rende più forti o più fragili agli occhi del lettore?
ALESSANDRO BONGIORNI: Forse solo un po’ più umani. È una storia di sconfitti, questa, non ci sono vincitori in senso classico. La strage di piazza San Marco diventa una scusa che ogni personaggio adotta per fare i conti soprattutto con sé stesso e con le sue questioni irrisolte.
“La libraia di Stalino” (2023, TEA)
THRILLER LIFE: i personaggi femminili nei contesti di guerra sono sempre lasciati al margine nonostante la loro importanza; nel tuo romanzo invece personaggi come Irina o Elena si mostrano in modo rilevante. A chi si ispirano queste donne? e quali qualità portano nella storia di Arcieri?
LEONARDO GORI: Nella piccola saga di Bruno Arcieri le donne hanno da sempre un’importanza fondamentale: in “Nero di maggio”, il primo romanzo della serie, Elena Contini svolge addirittura il ruolo chiave nell’economia della vicenda. Le donne sono una proiezione ideale del personaggio di Arcieri, rappresentano i suoi ideali, i suoi desideri, il sogno, la vita… Ma sono anche personaggi a tutto tondo, che hanno il potere di metterlo in crisi o di rivelargli aspetti della vita che in precedenza aveva trascurato.
Questa duplice funzione è presente in ogni romanzo, ma ne “La libraia di Stalino” ho voluto compiere un passo ulteriore, in pratica mettendo in secondo piano Arcieri per raccontare il dolore e l’orrore della guerra dal punto di vista femminile, rendendo le donne autentiche protagoniste. Per Irina e compagne mi sono ispirato a figure autentiche, trovate in memoriali dell’epoca, ma trasfigurate dalla pura invenzione. Mi auguro che risultino verosimili e convincenti.
“Morte nel chiostro” (2024, La nave di Teseo)
THRILLER LIFE: Padre Vespertilio, non fidandosi del giudizio della badessa, le dice: “Siete una donna (…) ossia una creatura irrazionale e facile alla suggestione.” Madre Engilberta, così colta e avveduta, mi ha ricordato monache medievali, quali Eloisa e Rosvita. A quale figura femminile del passato ti sei ispirato per caratterizzare la magistra abbatissa?
MARCELLO SIMONI: Engilberta incarna, nel mio romanzo, la risolutezza e la genialità di Ildegarda di Bingen. Parliamo di una donna – prima ancora che monaca – dalle qualità intellettuali e dal carattere autoritario niente affatto secondi ai grandi dottori della Chiesa come Tommaso d’Aquino e Anselmo d’Aosta. Musicologa, profetessa, enciclopedista ante litteram e fondatrice di monasteri, dimostrò al di là di ogni dubbio che una donna potesse raggiungere le stesse vette dei grandi uomini della sua epoca. Uomini che tuttavia, non di rado, continuavano a guardarla dall’alto in basso. Perché si sentivano minacciati da lei, io credo.
“La luce delle stelle” (2024, Marsilio)
THRILLER LIFE: il tuo libro è ambientato in un luogo chiuso dove sono presenti tutti i personaggi, tutti possono essere colpevoli e tutti innocenti, insinui il dubbio su ognuno di loro, il lettore durante la lettura punta il dito su tutti. Come sei riuscita a creare questa doppia faccia dei protagonisti?
LICIA TROISI: L’idea generale era quella di parlare di un delitto della stanza chiusa, quindi mi è venuto abbastanza spontaneo far sì che ogni personaggio risultasse un po’ ambiguo. Tra l’altro, il libro parla del mondo della ricerca, che è molto competitivo e chiuso, quindi pieno di rivalità e rancori che mi hanno aiutata a creare un’atmosfera di sospetto
Lo staff di Thriller Life ringrazia gli autori per la disponibilità e, mi raccomando, non perdetevi il prossimo (e ultimo) incontro con altre curiosità riguardo questi finalisti.