Nebbia Gialla
Spazio a cura di: Laura Crottini
Intervista a cura di: Laura Crottini, Leonardo Di Lascia e Roberto Frazzetta
Buongiorno a tutti i lettori, eccoci giunti all’ultimo incontro con i nostri quattro finalisti del premio Nebbia Gialla.
Nelle scorse settimane abbiamo cercato di scoprire qualcosa di più riguardo a questi autori proprio grazie a ciò che di loro emergeva nei libri, (per chi se lo fosse perso qui trovate la prima parte dell’intervista) (link Nebbia Gialla 1) e poi ci siamo diretti alla volta delle ambientazioni (per chi se lo fosse perso link nebbia gialla 2) e dei personaggi (per chi se lo fosse perso link nebbia gialla 3) quindi perché non concludere questo viaggio chiedendo proprio agli autori quali possono essere i punti di forza dei loro romanzi?
Quindi ecco qui la domanda che è stata posta a tutti e quattro di autori:
THRILLER LIFE: prima di salutarci fino al 14 Settembre quando ci sarà la premiazione, cosa ha – secondo te – il tuo libro di accattivante per poter vincere il premio Nebbia Gialla?
“Favola per rinnegati” (2023, Mondadori)
Mi sento di dire che è un romanzo onesto, che non vuole piacere a tutti a ogni costo. Va per la sua strada, che può convincere o meno, ma non ammicca al lettore distribuendo qualche contentino fine a se stesso. Non so però se basterà per vincere il Nebbia Gialla… gli altri autori sono molto bravi. Colgo l’occasione per fare un in bocca al lupo a tutti e per ringraziare chi mi ha permesso di arrivare a giocarmi un premio così prestigioso.
“La libraia di Stalino” (2023, TEA)
Non sta certo a me dire se “La libraia di Stalino” è degna o no di vincere il prestigioso premio Nebbia Gialla! Se dovesse esserlo, però, cosa che ovviamente mi auguro con tutto il cuore, spero che il motivo sia perché ha toccato il cuore dei lettori. Riuscire a far sì che la vita, la morte, l’amore e l’odio cieco passino attraverso la pagina, con un profumo di verità, e che i personaggi sappiano comunicare empatia ai lettori, è senz’altro il traguardo più ambito.
Grazie a tutti!
“Morte nel chiostro” (2024, La nave di Teseo)
Morte nel chiostro non è un semplice giallo. L’architettura della sua trama poggia su una commistione di generi – storico, thriller, gotico, noir, avventura – a voler dimostrare che il romanzo d’indagine può aspirare al superamento dei suoi limiti per diventare un’espressione narrativa a 360°. Sono consapevole che queste parole faranno storcere il naso ai puristi, ma io sono fermamente convinto che il genere e la narrativa in generale siano elementi vivi e in costante evoluzione. E insieme a me, spero che lo siano molti scrittori e lettori.
“La luce delle stelle” (2024, Marsilio)
Non sono molto brava a vendermi, ma credo conti molto l’ambientazione: il mio è un giallo, ma è anche un modo per scoprire un luogo che pochi nella vita hanno modo di visitare e per farsi un giro dietro le quinte della ricerca, che non è sempre un cosa così tranquilla e compassata come ce la immaginiamo.
E così si conclude il nostro viaggio alla scoperta di questi quattro formidabili romanzi, che vinca il migliore!
La redazione ringrazia Alessandro Bongiorni, Leonardo Gori, Marcello Simoni e Licia Troisi per la disponibilità