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Il tempo delle mosche di Claudia Piňeiro

Il tempo delle mosche
"A volte, per sconfiggere un parassita, niente di meglio che combatterlo con un altro. La storia dell’umanità."

Il tempo delle mosche

Recensione di: Federica Cervini

TRAMA:

Inés Pereira, protagonista di Tua, la prima opera dell’autrice, esce dal carcere dopo avere scontato la pena per avere ucciso l’amante del marito Ernesto.

Sono trascorsi quindici anni, Inés è cambiata, e anche la società è cambiata notevolmente, tanto che il suo delitto, con gli occhi di oggi, appare carico di attenuanti che a suo tempo non erano state prese in considerazione.

Per rifarsi una vita, Inés apre un’azienda di disinfestazione domestica e investigazioni private, la MMM, insieme a un’amica del carcere, soprannominata Monca.

Loro malgrado si ritrovano presto invischiate in un’altra storia piena di suspence in cui la posta in gioco per Inés è più alta di quanto si aspetti e che le cambierà la vita.

RECENSIONE:

Probabilmente tutto è già stato scritto: sulle donne, le mosche e la morte”.

La giallista latinoamericana più venduta al mondo, Claudia Piňeiro, pubblica in Italia con Feltrinelli “Il tempo delle mosche” – atteso seguito del suo famoso romanzo “Tua” (Feltrinelli, 2011).

“Il tempo delle mosche” testimonia l’abilità dell’autrice argentina a mescolare sapientemente questioni sociali ed etiche ad uno stile narrativo appassionante.

Sullo sfondo dell’Argentina contemporanea, la Piňeiro parla di crimini, di giustizia e della condizione umana ed in particolare femminile, in una narrazione avvincente e stimolante, descrivendo situazioni vivide e spesso venate di umorismo, con uno sguardo diretto ai lati più oscuri e violenti della natura umana.

Abituati come siamo a leggere notizie di femminicidi, relazioni tossiche, violenza fisica e abusi psicologici sulle donne, l’autrice ci spiazza, proponendo una situazione ribaltata, perché a commettere un omicidio è, nelle sue pagine, una donna – la protagonista Inés, che nel precedente romanzo “Tua” ha freddato l’amante del marito e, di conseguenza, ha scontato 15 anni di carcere.

Da qui prende avvio “Il tempo delle mosche”, chiarendo al lettore che Inéssta per nascere una terza volta: la prima quando sua madre la partorì; la seconda quando uccise Tua; la terza non appena si aprirà il portone (del carcere – ndr) e sarà libera”.

Subito l’autrice pone al lettore una questione etica: Inés “aveva sbagliato?”. La protagonista stessa dice di non reputare di essere un’assassina: “non volevo ammazzare una donna, volevo ammazzare il dolore che mi avevano provocato”.

Si empatizza facilmente con la simpaticissima Inés, “vita nuova, nome nuovo”, considerato anche che, in 15 anni, la mentalità delle persone e i giudizi circa i crimini compiuti sono profondamente cambiati.

Forse questa donna “dolorante, ferita, offesa, tradita, maltrattata, violentata” oggi non verrebbe condannata a 15 anni di detenzione.

Ora, sola e senza soldi, Inés si reinventa una professione insieme all’amica uscita con lei di prigione, la Monca, fondando la MMM “un’azienda double face: da una parte fumiga, dall’altra investiga”, in cui Inés si occupa di disinfestazione di insetti negli appartamenti, mentre l’amica si dedica ad indagare situazioni di infedeltà o divorzi.

La protagonista di “Il tempo delle mosche” vuol tenersi lontana da indagini e sospetti, ma si trova ben presto coinvolta in una situazione rischiosa che, tuttavia, le garantirà tanti soldi facili – salvo poi riscattarsi in un finale che ne cancella le colpe e la rende libera.

Claudia Piňeiro riesce a creare una trama ricca di intrecci, cha genera moltissime riflessioni, eppure lo fa con semplicità, conducendo un’analisi profonda dei sentimenti umani.

“Il tempo delle mosche” ha valenza sociologica perché parla della condizione femminile, di maternità (molto ben descritto il doloroso rapporto tra Inés e sua figlia Laura, che poi rapporto non è!), di femminismo, di amicizia e sorellanza (il rapporto tra Inés e la Monca è un esempio di come le donne sanno fare squadra e sostenersi), di solidarietà e forza.

Il tutto è condito da un irresistibile umorismo sia da parte della protagonista che del suo alter ego, la Monca – sua socia e migliore amica, in sella alla Dragonessa (la sua moto) tra birre, sigarette e lo spettro di un tumore al seno.

Inés, che si considera condannata alla solitudine per sempre, è una donna solo apparentemente ingenua: ha molto sofferto e la sua autostima è stata demolita dai tradimenti di Ernesto, ma quella solitudine che si è creata intorno, è solo un meccanismo di difesa per non dover più soffrire.

Inoltre, il crimine che ha commesso e i tanti anni di reclusione, l’hanno definitivamente allontanata dalla figlia Laura, ragazza “orfana di genitori viventi”.

Il punto di forza del romanzo “Il tempo delle mosche” è la capacità che ha avuto l’autrice di costruire una trama che, sino alle ultime pagine, incuriosisce (a chi è destinato il veleno che Inés ha procurato?), dando al contempo l’occasione a chi legge di riflettere sulle ingiustizie che colpiscono quotidianamente le donne.

Il lettore è stimolato a considerare a più livelli i tanti temi sociologici affrontati, ma sempre con un sorriso sulle labbra per lo humor nero e grottesco di cui è dotata la penna dell’autrice.

Irresistibili tutti i soprannomi che Claudia Piňeiro escogita per i personaggi femminili cui dà vita (la Monca, Petra, Pinot Noir) e anche i capitoli sparsi qua e là, in cui il Coro delle Donne commenta a più voci la vicenda, come nella Medea di Euripide.

In un “turbinio di pensieri, supposizioni, dubbi, maledizioni e domande” l’autrice chiude con un colpo di scena “Il tempo delle mosche” e il lettore può, con la protagonista, incastrare a dovere le tessere del rompicapo di menzogne che è stato costruito.

Traduzione: Michela Finassi Parolo

Editore: Feltrinelli Editore

Pagine: 352

Anno di pubblicazione: 2024

AUTORE:

Il tempo delle mosche

Claudia Piñeiro è nata a Buenos Aires nel 1960.

Scrittrice, drammaturga e sceneggiatrice, con Feltrinelli ha pubblicato: Tua (2011), Betibú (2012), La crepa (2013, vincitore del Premio Sor JuanaInés de la Cruz 2010), Un comunista in mutande (2014), Le vedove del giovedì (2015, vincitore del Premio Clarín 2005), Piccoli colpi di fortuna (2016), Le maledizioni (2019) ed Elena lo sa (2023), con cui ha vinto il LiBeratur Preis nel 2010 ed è arrivata finalista all’International BookerPrize 2022.

Inoltre, nel 2019 si è aggiudicata il premio Pepe Carvalho, riconoscimento internazionale destinato agli scrittori di polizieschi e intitolato al famoso detective ideato dallo scrittore Manuel Vázquez Montálban, vinto in passato da autori come Andrea Camilleri, Petros Markaris e James Ellroy.

Nel 2021 l’autrice si è aggiudicata il premio Dashiell Hammett della Semana Negra de Gijón.

Il tempo delle mosche è il suo ultimo romanzo.

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