Un bagliore
Recensione di: Giovanna Lauretta
TRAMA:
Un uomo è al volante. Guida senza sapere davvero dove sta andando. Ha effettuato diverse svolte a sinistra, altrettante ne ha fatte a destra, fino a ritrovarsi di fronte a un bosco, lungo un vecchio sentiero sterrato segnato da profondi solchi. Il sole è già calato, nevica e fa molto freddo: qualsiasi altra persona sarebbe già tornata su strade e pensieri più tranquilli e sicuri. Ma il protagonista di questa storia si è già inoltrato nel fitto della boscaglia, e la macchina rimane bloccata nel fango. Mentre cerca aiuto nel bosco, perdendosi inevitabilmente, nell’oscurità un bagliore lo sorprende…
RECENSIONE:
“Mi ero messo al volante ed ero partito. Era servito. L’essere in movimento mi faceva stare bene. Avevo guidato, senza sapere dove fossi diretto.”
Ne “Un bagliore” dopo varie svolte casuali prima a destra e poi a sinistra, l’uomo al volante si ritrova bloccato con la sua auto in un sentiero dai solchi profondi, di fronte a un bosco.
Il sole è già tramontato e il buio inizia a incombere.
È necessario cercare aiuto, ma come fare?
D’un tratto la neve inizia a fioccare, la sua danza lenta e copiosa copre tutto, rendendo indistinguibili i sentieri che conducevano all’interno del bosco.
Il vuoto e il silenzio sono ovunque, nel petto, nel cuore, tra gli alberi.
Nonostante gli spazi aperti, si sente addosso l’implacabile terrore di non avere vie di fuga.
L’angoscia di essere intrappolati in una selva oscura, desolata e fredda, a tratti, non permette di proseguire la lettura.
Il monologo dell’uomo diventa pian piano più incalzante, la mente farnetica, i pensieri si sovrappongono. Prima di procedere è necessaria una pausa dai rimuginii dell’uomo. Si sente il bisogno di riflettere, fermarsi e ritornare a respirare.
Ne “Un bagliore” Jon Fosse non solo scandaglia i pensieri più latenti dell’animo umano, ma riesce a rendere la natura un tutt’uno con la mente del protagonista: la neve, il cielo cupo, il silenzio che avvicina a Dio e l’inquietudine che abitano ogni pagina, diventano tangibili, reali.
Poi, all’improvviso, l’oscurità del bosco è rischiarata da un bagliore intenso che illumina tutto. Ma di chi sono le voci che risuonano nella notte? E chi è l’uomo con l’abito nero? Riuscirà il protagonista a ritrovare la strada di casa?
In questo racconto spettrale, farneticante e allucinato, Jon Fosse indaga profondamente quel vuoto esistenziale che porta alla malinconia e alla follia e quel potente desiderio di morte e vita che si intrecciano indissolubilmente nell’animo umano.
Avete mai provato la desolante sensazione di essere rimasti soli al mondo?
Tra le pagine di questo romanzo tutto grida la parola “solitudine”: l’immagine della vecchia fattoria abbandonata con le finestre sprangate da assi di legno e la pittura scrostata e malconcia, le tende chiuse di una casa di legno, le cene solitarie e quel vuoto persistente nel cuore.
Le atmosfere di “Un bagliore” e la lotta impari tra uomo e natura, riportano alla memoria il racconto “Accendere un fuoco” di Jack London, in cui il protagonista si ritrova a dover combattere, completamente da solo, le intemperie e le problematiche di un terreno gelato e di una natura desolata in cui non c’è spazio per l’uomo.
Ma non è solo una questione di sopravvivenza: l’angoscia quasi soprannaturale che si respira tra le pagine, ricorda anche “I salici” di Algernon Henry Blackwood in cui la natura ostile e malvagia, sviluppa desideri violenti e gli uomini non sono altro che intrusi e invasori da sacrificare.
Ma si può davvero sfuggire al destino, alla natura o al caso? Al lettore l’ardua sentenza.
Traduzione: Margherita Podestà Heir
Editore: La nave di Teseo
Pagine: 80
Anno edizione: 2024
AUTORE:
Jon Fosse ha ricevuto il premio Nobel per la Letteratura 2023 ed è universalmente considerato uno dei più importanti scrittori contemporanei. Nato nel 1959 a Strandebarm, una piccola città della Norvegia, vive nella residenza onoraria di Grotten, a Oslo, concessagli dal Re per i suoi meriti letterari. Ha esordito nel 1983 e da allora ha pubblicato romanzi, raccolte di poesie, saggi e libri per bambini. Le sue opere – per cui è stato insignito di numerosi premi internazionali ed è stato più volte candidato al premio Nobel – sono state tradotte in oltre 40 lingue. I suoi testi teatrali sono stati messi in scena in tutto il mondo.