I vecchi muoiono a giugno
Recensione di: Chantal Guzzetti
TRAMA:
Il nuovo capitolo della lunga storia che lega Harry McCoy alla sua città, una Glasgow di ombre e poche luci, di corrotti e corruttori, dove il discrimine tra chi è colpevole e chi è innocente è labile. Glasgow, maggio 1975. Una donna entra in una stazione di polizia per denunciare la scomparsa del figlio Jeremiah, nove anni. Suo padre è il pastore della Chiesa della Sofferenza di Cristo. Harry McCoy sa che, quando c’è di mezzo una setta spesso non ne esce nulla di buono.
Per giunta, è distaccato a Possil, una stazione dall’altra parte della città, perché sta aiutando il collega Wattie in un’indagine spinosa: Possil è il centro di un’indagine sommersa sulla corruzione nella polizia, e McCoy deve condurla senza dare troppo nell’occhio. In più, da giorni viene segnalato il ritrovamento di corpi, morti avvelenati.
RECENSIONE:
Leggendo I vecchi muoiono a giugno si intuisce chiaramente che il romanzo è una sorta di sequel, ma in realtà è possibile seguire la storia con estrema facilità, anche senza aver conosciuto prima il protagonista: McCoy.
La trama è lineare, ma questo giallo si dirama su vari livelli, apparentemente scollegati, che però ogni tanto si incontrano, hanno come legame assoluto McCoy, e poi si ricongiungono in un bel finale. Forte, triste, ma ben fatto e aperto, anche se la storia è autoconclusiva.
Forse le prime pagine de I vecchi muoiono a giugno non sono così avvincenti. Alan Parks ci presenta sia i personaggi in gioco che le storie da seguire. Il pov è comunque sempre di Harry McCoy ed è attraverso le sue indagini e vicissitudini che impariamo a conoscerlo.
È un personaggio costruito bene, dal punto di vista realistico e umano; ha difetti e ferite interiori, come tutti, ma è forte e conduce tutto il gioco della trama. Alla fine, sarà lui a tirare i fili e unire tutte le storie, che poi sono una sola.
L’abilità di Alan Parks sta proprio in questo. Ci fa credere che l’indagine verta sulle morti dei senzatetto, e in parte è così, ma usa questa indagine per costruire la storia.
McCoy dovrà affrontare tante battaglie: la risoluzione di un caso interno di corruzione, quella di una donna che denuncia la scomparsa del figlio, quella dei senzatetto avvelenati dal metanolo…quella con sé stesso e un padre alcolizzato e violento che lo ha abbandonato.
C’è altro? Parks non si fa mancare nulla ed affianca a McCoy una sorta di malavitoso che, però, è un vecchio amico che cerca di coinvolgerlo in affari illeciti – come se fosse l’unico, in questa storia di degrado e corruzione.
Il quadro c’è tutto. Invece di perdersi in macchinosi ed elaborati flashback, Alan Parks tesse la sua ragnatela in orizzontale e si può chiaramente vedere McCoy cercare di tirarne i fili e vagarci sopra in cerca di risposte.
Quando si ha a che fare con un testo di livello, non c’è da preoccuparsi di disquisire su sintassi, scorrevolezza o editing. Considerato un giallo che tende molto al noir, “I vecchi muoiono a giugno” è un libro molto molto buono che va giudicato individualmente solo dal punto di vista del gradimento personale. Che piaccia oppure no, è un romanzo ben scritto che prende parecchio, soprattutto da metà in poi.
L’ambientazione britannica degli anni ’70 non è molto tridimensionale, forse avrebbe potuto essere un po’ più immersiva e colorare maggiormente la trama, ma forse Alan Parks non voleva gettare l’opera nel noir più completo. Per il resto l’atmosfera alcolica è molto sentita, quasi aleggia nell’aria leggendo il testo.
Traduzione: Marco Drago
Editore: Bompiani
Pagine: 384
Anno pubblicazione: 2024
AUTORE:
Alan Parks è uno scrittore scozzese. Ha frequentato l’Università di Glasgow, studiando Filosofia Morale. Ha lavorato per oltre vent’anni nel mondo della musica. Ha iniziato scrivendo un libro sull’edilizia popolare nella Glasgow del dopoguerra, che in qualche modo è diventato un romanzo poliziesco ambientato nel 1973: Bloody January, edito in Italia da Bompiani con il titolo Gennaio di sangue, esordio che ha ottenuto un enorme successo di critica. Tra le altre opere ricordiamo: Il figlio di febbraio, Crepare di maggio, L’ultima canzone di Bobby March, episodio della saga che ha come protagonista l’ispettore Harry McCoy.