Nient’altro che ossa
Recensione di: Roberto Frazzetta
TRAMA:
Nelson “Nails” McKenna è solo un ragazzino quando, quasi senza volerlo, diventa uno scagnozzo di Gareth Burroughs, il temuto boss che alla fine degli anni Ottanta controlla il territorio di Bull Mountain. Dieci anni dopo, Nails aggredisce uno sconosciuto in un bar per soccorrere una ragazza. L’uomo muore, e ci sono troppi testimoni perché Nails possa scampare alla legge. Gareth quindi lo costringe a fuggire in Florida, per ricominciare da zero.
Mentre viaggia verso un destino incerto, la storia di Nails si intreccia con quella di Dallas, la ragazza che ha difeso: come Bonnie e Clyde, i due scappano insieme, e lui riscopre in sé un sentimento che credeva perduto. Ma lasciarsi alle spalle Bull Mountain è impossibile: lo sa bene anche Clayton, figlio di Gareth, che parte in cerca dell’amico Nails nel timore che il padre lo abbia condannato a morte certa, sacrificandolo pur di conservare intatto il suo potere sulla montagna.
“Nient’altro che ossa” è un romanzo dal ritmo serrato che racconta le origini del clan della famiglia Burroughs, già protagonista di “Bull Mountain” e “Come leoni”. Brian Panowich torna con un crime ricco di colpi di scena, e celebra la forza dei legami che si scelgono, quelli capaci di prevalere sul sangue, abbattere i pregiudizi e aprire la strada a una nuova libertà.
RECENSIONE:
“Ai disadattati, siamo più noi che loro”
“Nient’altro che ossa”, il nuovo romanzo di Brian Panowich è un’opera che stimola riflessioni su temi complessi e profondi: quali legami sono realmente significativi nella vita? È la famiglia, con i suoi difetti, a meritare protezione e comprensione anche quando le divergenze sembrano impossibili da risolvere? O sono i legami scelti, quelli con amici e partner che ci accettano senza riserve, che ci sostengono nelle decisioni più difficili, a definirci?
Panowich ritorna in grande forma, trascinando il lettore in un viaggio emotivo coinvolgente, tanto che è difficile distogliere lo sguardo dalle pagine. I protagonisti, Nelson “Nails” McKenna, Dallas e Clayton Burroughs, non sono solo personaggi ben caratterizzati, ma rappresentano le sfide umane più complesse. Le loro storie offrono uno spaccato di scelte sbagliate e della continua aspirazione al cambiamento. Ognuno di loro affronta un demone personale, che si tratti di un difetto fisico, di un orientamento sessuale diverso o di visioni del mondo in contrasto con quelle dei propri cari.
La scrittura di Panowich riesce a fondere momenti di azione intensa con attimi di profonda riflessione, creando un ritmo incalzante che cattura il lettore. La fuga di Nelson e Dallas, insieme alla ricerca di Clayton, sviluppa una narrazione avvincente, ricca di suspense. Il finale, che corrisponde alle scelte fatte dai personaggi, riserva sorprese che invitano a una meditazione profonda sulla complessità e talvolta sul paradosso delle relazioni umane.
Particolarmente degno di nota è il modo in cui Panowich esplora la lealtà e il senso di giustizia, temi di grande attualità in un periodo in cui le imperfezioni dei valori sono sempre più evidenti. Le motivazioni dei personaggi, descritte con straordinaria chiarezza, rendono il libro non solo una lettura avvincente, ma anche una riflessione attenta sulle scelte di vita.
In sintesi, “Nient’altro che ossa” è una lettura imperdibile per chi ama storie che indagano a fondo la condizione umana, toccando i nervi scoperti delle nostre esistenze quotidiane. Con la sua abilità nel coniugare azione e introspezione, Panowich offre un’esperienza letteraria che colpisce e costringe a confrontarsi con le questioni fondamentali delle relazioni e della propria identità.
“Odore di quercia, vaniglia e pessime decisioni”
Brian Panowich si riconferma maestro della narrazione in “Nient’altro che Ossa”, che si rivela un noir magnetico, avvincente e scorrevole. La trama si sviluppa attraverso diverse linee narrative, approfondendo il percorso di Clayton Burroughs, che si allontana da un ambiente familiare tossico per prendere una decisione cruciale: tagliare definitivamente i legami con il suo passato e schierarsi dalla parte della legge.
Un elemento affascinante è la capacità dell’autore di costruire queste fondamenta senza mettere Clayton (personaggio principale in altri suoi romanzi) al centro della scena per gran parte della storia. Tuttavia, la sua presenza risuona come il cuore pulsante del racconto, poiché sarà lui ad affrontare le conseguenze delle proprie scelte, in contrasto con il padre, come si scoprirà nella parte finale del romanzo.
In opere precedenti abbiamo già conosciuto la montagna maledetta, simbolo del Male, descritta potentemente dal vecchio Gareth, che sembra vivere in simbiosi con essa. Bull Mountain, pur rappresentando una minaccia costante, non inghiottirà Nails/Nelson, che troverà la sua strada verso la redenzione, saldando il suo debito e mantenendo le distanze da chi lo ha manipolato, offrendogli facili vie d’uscita a scapito della sua innocenza.
Uno dei punti salienti di questo libro è proprio la maestria di Panowich nel dare voce ai personaggi, pur relegandoli in secondo piano. Già nella sua opera precedente, Gareth Burroughs si affacciava come una figura minacciosa, ma in “Nient’altro che ossa” il patriarca irrompe con tutta la sua malvagità, rubando la scena anche quando è assente. Se Bull Mountain rappresenta il Male, Gareth ne è l’incarnazione vivente, un costante testimone della sua presenza, destinato a culminare in un confronto decisivo con il figlio all’interno della casa che entrambi stavano costruendo. Questo incontro lascerà un’orma indelebile nella memoria di Clayton, segnando il suo cammino per il resto della vita.
Con “Nient’altro che ossa”, Brian Panowich rinnova la sua straordinaria capacità narrativa, aggiungendo nuovi strati al già ricco mosaico della saga di Bull Mountain.
“Questo libro è per chi cammina lungo i binari per schiarirsi le idee, per chi alza il volume al massimo quando alla radio passano i Massive Attack, per chi guida di notte pensando che la luna sia sulle sue tracce, e per chi crede che tutti meritino una seconda occasione, una possibilità di vedere a colori dopo una vita in bianco e nero.”
Editore: NN Editore
Pagine: 384
Anno di pubblicazione: 2024
Traduzione: Serena Daniele e Matteo Camporesi
AUTORE:
Brian Panowich è stato per anni un musicista itinerante prima di fermarsi in Georgia, dove vive tuttora e lavora come pompiere. Il suo romanzo d’esordio, Bull Mountain, pubblicato da NNE nel 2017, è stato finalista nella categoria Mystery/Thriller del Los Angeles Times Book Prize 2016 accanto ad autori del calibro di Don Winslow. La saga di Bull Mountain prosegue con il secondo episodio, Come i leoni (2018) e Hard Cash Valley (2021).