Mare di Pietra
Recensione di Alessandra Boschini
TRAMA
Un insolito trio composto da Andrea, la Signora e Donna Achille – esemplare di un non meglio definito animale fuggito da un circo – si gode la tranquillità della cabina al mare, di fronte alle onde di Posillipo. La quiete però dura poco, perché Marzio Mansi ha un incarico per loro: recarsi su un’isola al largo della costa sorrentina e infiltrarsi tra gli eccentrici ospiti di Villa Genziana, in apparenza esclusivo resort, in realtà centro di ogni sorta di traffico lecito e, soprattutto, illecito.
Lo scopo è scoprire che fine ha fatto la spietata maîtresse Gada di Spagna: si sa che è stata uccisa. Ma da chi? Perché? E dov’è finito il cadavere? Così, Andrea e la Signora, fingendosi l’una aspirante soubrette pronta a tutto e l’altra manager-protettrice, si trovano al centro di un intrigo torbido e pericolosissimo.
Tra raffinati voyeur e medici corrotti, cantanti isteriche e cuoche dalle insospettabili risorse, scopriranno come le ferite del passato tornino facilmente a sanguinare. Ma anche come si possano guarire. Dopo Guaio di notte, Patrizia Rinaldi regala ai suoi lettori un nuovo caso per la Signora e Andrea, in cui si mescolano le tinte più fosche del noir e l’umorismo partenopeo nutrito da una verve linguistica irresistibile.
RECENSIONE
Dopo “Guaio di notte” tornano le due donne più affascinanti della Campania, Andrea e la Signora che in Mare di pietra dovranno, ancora una volta, affrontare guai seri procurati, come sempre, dall’uomo che le protegge ma che, allo stesso tempo, fornisce loro incarichi pericolosi: Mister M., ossia Marzio Mansi, l’uomo che le ha assoldate perché “se non si fossero messe al suo servizio, di spie o di cos’altro fosse, lui le avrebbe fatte finire povere o in galera”.
Ecco che Andrea, giovane e bellissima, dal corpo androgino, lineamenti asiatici, in fuga dai ricordi di un’infanzia orribile, e la Signora, sessantottenne napoletana, vedova segnata da mille cicatrici, dall’intelligenza acuta e dal grande senso dell’umorismo, sono costrette ad approdare in una villa costruita su uno scoglio, nella costa Sorrentina. Ci troviamo nell’imponente e lussuosa Villa Genziana, un espléndido burdel con ampie stanze, cunicoli sotterranei e terrazze affacciate sul mare.
Inseparabile compagna della Signora è Donna Achille, “l’animale scappato da un circo che non si capiva che tipo di bestia fosse”.
Ed è proprio qui a villa Genziana, teatro di scandali e crimini di ogni tipo, che prende il via la storia. Sì, perché Mare di pietra è un groviglio di peripezie e di personaggi interessanti e così ben dettagliati che sembra di poter assistere alle scene che vi si svolgono.
Troviamo XY, chiamato così perché possiede molteplici identità, un criminale “che aveva allestito un impero economico di dannazione e di rovine” e che, insieme a Gada di Spagna, maîtresse spietata, nonché sua amante, aveva allestito a Villa Genziana un traffico di prostitute e schiavi, oltre al commercio di armi e droghe.
In questo ambiente devono operare le due donne, anzi tre, perché Donna Achille ha un ruolo fondamentale, è un essere pensante, agisce per amore della padrona, capisce subito quando la Signora ha bisogno di lei e la difende.
Sono soprattutto le donne le protagoniste di Mare di pietra, donne che pur avendo subito soprusi, violenze, inganni, sono in grado di cambiare il loro destino e crearsi un nuovo futuro.
Cercando di scoprire la fine di Gada di Spagna, conosciamo la cuoca della villa, Susù Spinosa, che “col ricatto è costretta a smistare i lavoratori stranieri che vengono mandati alla villa”, luogo in cui “i segreti sono custoditi a doppia mandata grazie alle minacce”.
Susù resta impassibile fino all’arrivo di una migrante, una donna di colore che le spezzerà il cuore, uno spirito affine al suo, carico di dolore che sente di dover proteggere, salvare in ogni modo. La donna, Malaika Noor, ha capitoli interi dedicati a lei, alla sua esistenza travagliata e Susù prova per lei quell’affetto materno che non ha mai potuto provare, madre posticcia che ama come una madre vera, una madre non di sangue, ma di affinità.
In Mare di pietra il tema della maternità mancata è il fil rouge dell’intera trama, ad iniziare dal rapporto che lega la Signora ad Andrea, un legame stretto, un bisogno l’una dell’altra, “una quasi figlia per una quasi madre”. Sono come piatti di una bilancia in equilibrio, se cade una cade anche l’altra, e non è certo pietà quello che provano e che le unisce, è un bisogno di dare e ricevere protezione.
Tutti i personaggi di Mare di pietra sono stravaganti, unici, fuori dagli schemi e Patrizia Rinaldi li analizza così bene, anche nelle loro intimità, da presentarceli carichi di difetti, fragilità e debolezze, riuscendo a farceli entrare nel cuore.
Attraverso una scrittura evocativa, ricercata e allo stesso tempo d’effetto, Mare di pietra ci consegna una storia a tinte fosche, una trama articolata che mescola intrighi e pericolosi inganni, senza super eroi o super eroine, solo persone che cercano la salvezza.
Vivacità linguistica e dialoghi brillanti, inframmezzati da butade dialettali esilaranti e piacevoli, regalano una lettura sciolta, fluida e scorrevole, che invita a scorrere le pagine senza porre freno al tempo.
È difficile collocare Mare di pietra in un unico filone narrativo, perché è un po’ giallo e un po’ noir, hard boiled e commedia partenopea, e di quest’ultima possiede le atmosfere calde del sud e la sua tavolozza di colori.
”Il mare nero blu, per il brillio di varie fonti di luce, a tratti era schiarito in una fosforescenza viva. Le stelle benedicevano la grazia sparsa senza risparmio sull’incanto della penisola”.
La bellezza di una natura generosa e rigogliosa, le tante sfaccettature dell’animo umano, l’introspezione psicologica ed una location incantevole, oltre a personaggi dinamici e spumeggianti, come quel mare che incanta ma che nasconde un anima di pietra, capace di ferire e abbandonare, sono gli ingredienti della trama di questo romanzo.
In attesa che le nostre due detective tornino a regalarci un’altra storia emozionante e coinvolgente, si consiglia caldamente la lettura di Mare di pietra, perché non è soltanto un semplice libro, è un’immersione nel mistero, nell’amore, negli intrighi e nell’eros, un’esplosione di emozioni e molteplici colori.
EDITORE: Rizzoli
PAGINE: 372
Anno di pubblicazione: 2024
AUTORE
Patrizia Rinaldi è un’autrice italiana nata a Napoli nel 1960. È laureata in filosofia e si è specializzata in scrittura teatrale. Dal 2010 partecipa a progetti letterari presso l’Istituto penale minorile di Nisida. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo la graphic novel Adesso scappa (Sinnos 2014), Federico il pazzo, vincitore del premio Leggimi Forte 2015 e finalista al premio Andersen 2015 (Sinnos 2014), Mare giallo (Sinnos 2012), Rock sentimentale (El 2011), Piano Forte (Sinnos 2009). Per E/O Edizioni ha pubblicato, inoltre, Tre, numero imperfetto (2012), Blanca (2013), Rosso caldo (2014) Ma già prima di giugno (2015) e La danza dei veleni (2019).