La villa sulla collina
RECENSIONE DI: GIOVANNA LAURETTA
TRAMA:
Per sessant’anni è rimasta disabitata, ma ora la villa sulla collina ha nuovi ospiti… ignari del loro destino. Che cosa c’è di meglio di una villa enorme, isolata e disabitata per mettere in scena un testo teatrale ispirato alla caccia alle streghe? È quello che pensa Holly, l’autrice, ed è quello che pensano anche gli attori che ha convocato lì per le prove e che adesso ne occupano, affascinati e incuriositi, le stanze cavernose, cariche di segni del tempo. Esaltata da quell’atmosfera irreale, Holly non bada all’inquietudine della sua ragazza, Nisa, che invece ha la netta sensazione che la casa emani un’energia minacciosa.
E non cambia idea neppure quando una serie di strani avvenimenti coinvolgono tutti gli ospiti: voci misteriose – e maligne – sembrano riecheggiare nei corridoi, spifferi gelidi si alternano a folate caldissime, macchie rosse si allargano a dismisura, ombre dalle strane forme appaiono in giardino… Ma cosa sta succedendo davvero a Hill House? In una lotta violenta tra la razionalità e il terrore, mentre l’impossibile diventa sempre più reale e la realtà sembra scivolare via, un pensiero si fa strada in tutti gli abitanti della villa sulla collina: abbandonarla, tornare alla normalità, potrebbe rivelarsi impossibile…
RECENSIONE:
Non lasciamo che il mondo condanni streghe e demoni; loro seguono noi e noi seguiamo loro.
La villa sulla collina è un tributo all’indimenticabile e indimenticata scrittrice Shirley Jackson e ai suoi mondi letterari inquietanti e oscuri.
Elizabeth Hand fa rivivere Hill House, una dimora inquieta che non dorme mai e che è rimasta disabitata per sessant’anni: “avvolta nel manto dei suoi prati incolti e delle sue distese boschive, nelle lunghe ombre delle montagne e delle querce secolari, Hill House osserva, Hill House aspetta.”
Se avete già letto L’ incubo di Hill House di Shirley Jackson, saprete quanto costi al lettore varcare nuovamente quegli infernali cancelli (in cui la mente umana diventa labile davanti all’inconoscibile) e quanto sia spettrale l’oscurità che abita tra quelle mura.
Ne La villa sulla collina i malcapitati protagonisti fanno parte di una compagnia di teatranti pronti a rappresentare “La notte delle streghe”, pièce teatrale incentrata su una donna che vende l’anima al diavolo per vendicarsi dei suoi persecutori.
Per una regista dal passato oscuro, una cantante ambiziosa, un attore vittima di abusi e una stella attempata del cinema su cui gravano inquietanti accuse, quest’opera da mettere in scena risuona tra le pareti della magione come una rivincita dell’esistenza, e quale posto migliore di Hill House per trasformare la tragedia da recitare in una spiazzante e sinistra meraviglia?
Tra quei corridoi bui, una torre decadente e pareti che sembrano vivere di vita propria sarà impossibile non sentirsi ispirati e “posseduti” dalla musa dell’arte, ma è davvero possibile una catarsi?
Durante la lettura risulta difficile affezionarsi ai protagonisti della storia: sono egocentrici, meschini, egoisti e avidi. I loro sentimenti e ciò che provano nel profondo sono sanzionati dall’ambizione e dal voler emergere a tutti i costi in un mondo che li ha messi da parte, dimenticandosi di loro.
Tra le pagine del romanzo troverete demoni reali e angoli oscuri e insondabili della mente, le paure e i fardelli dolorosi che ci portiamo dietro e quell’inesauribile desiderio di trovare il proprio posto nel mondo e prendere la vita a morsi.
Dimenticate allora l’opera di Shirley Jackson (inutile fare paragoni) e abbandonatevi a questo romanzo da brividi che vi farà immergere in un folle incubo, in un buio liquido che ricopre ogni cosa e in uno spazio claustrofobico e illimitato che come una bocca spalancata vi intrappolerà in un abisso senza fine.
La villa sulla collina di Elizabeth Hand è un romanzo tetro e avvincente che vi regalerà parecchi brividi di terrore, perfetto da leggere in una notte buia e tempestosa ( magari a lume di candela)… ma state attenti al vento, potrebbe sussurrarvi parole stregate e portarvi lontani echi di voci sghignazzanti e crudeli.
Dopo anni di trepidante attesa, siete pronti a varcare ancora una volta la soglia di una delle case più infestate della letteratura o avete paura di risvegliare qualche forza malvagia? E se Hill House stesse aspettando solo voi?
Traduttore: Raffaella Maria Arnaldi Scarsini
Editore: Astoria
Collana: Contemporanea
Pagine: 400
Anno edizione:2024
INFORMAZIONI SULL’AUTORE:
Elizabeth Hand è nata a San Diego, California, nel 1957 da una famiglia d’origini irlandesi, ha trascorso la giovinezza a Yonkers, nello stato di New York. Dal 1979 al 1986 ha lavorato al National Air and Space Museum e ha conseguito un B.A. in antropologia culturale all’Università Cattolica d’America nel 1984. A partire dal suo esordio nel 1988 con Prince of Flowers apparso sulla rivista Rod Serling’s The Twilight Zone Magazine, ha pubblicato numerosi romanzi appartenenti al genere fantasy e fantascientifico ottenendo alcuni dei più importanti riconoscimenti della narrativa di genere. Giornalista e critica letteraria, ha collaborato con numerose testate quali il Washington Post e il Village Voice