Tutti innocenti
Trama:
Primavera 2020. Il lockdown per frenare la pandemia sembra paralizzare anche i criminali. E il commissario Gastaldi indaga sul ribaltamento sospetto di un tratto in alta val Trebbia, per avere la scusa di lasciare una Piacenza spettrale, percorsa incessantemente dalle ambulanze, e respirare l’aria pulita degli Appennini. La tregua dura poco, però. Una ragazza viene trovata morta, in città, lungo «la pista ciclabile del degrado». Ha diciott’anni ed è una studentessa di Anna Carfì, la moglie di Gastaldi. Sua madre è infermiera, in prima linea contro il Covid-19, che «non è più come a marzo, ma…».
Un migrante senza fissa dimora viene arrestato immediatamente nei pressi del luogo del delitto. Il caso sembra già chiuso. Eppure, secondo Gastaldi, qualcosa non quadra. «Sei il solito razzista al contrario», gli rimprovera un collega. Bosonetto torna al poliziesco con lo stesso indagatore de Gli alberi del Nord: Pietro Gastaldi, piemontese trapiantato in pianura, nonno in astinenza da nipote, sfollato sulle Alpi cuneesi. Un eroe riluttante incapace di mettere a tacere la voce della coscienza.
Recensione:
Tutti innocenti è il terzo titolo della collana I Lupi pubblicata dall’editore Baldini-Castoldi. Il libro porta la firma di Marco Bosonetto che, nel 2022, ha pubblicato con la stessa casa editrice “Gli alberi del nord”, primo capitolo della serie che ha come protagonista il commissario Pietro Gastaldi.
Come sottolineato dallo stesso Marco Bosonetto, i due volumi pur condividendo lo stesso protagonista sono totalmente indipendenti e si possono leggere in maniera distinta.
Ma tornando a Tutti innocenti, siamo a Piacenza nel bel mezzo del lockdown del 2020. Marco Bosonetto fa una panoramica molto dettagliata della città e del momento storico particolare che sta attraversando.
Il cadavere di una giovane ragazza viene ritrovato su quella che viene definita “la pista ciclabile del degrado” e il colpevole sembra scontato, almeno dopo un primissimo sopralluogo. La personalità del commissario Pietro Gastaldi, però, si impone quasi subito a guidare le sorti del caso e della trama.
È un uomo a cui non piacciono i facili giudizi, un professionista che vuole arrivare fino in fondo per eliminare ogni dubbio.
Un tema molto importante trattato in Tutti innocenti è quello dell’immigrazione: Marco Bosonetto mostra perfettamente i due volti in cui la società si divide quando si parla di questo argomento, ovvero quelli che prendono le difese di queste persone bisognose di aiuti e supporto, e quelli che mostrano tutto il proprio disappunto sulla loro presenza nel nostro Paese.
Una nota dolente, ma spesso presente in libri di questo tipo, è l’uso del dialetto e di dialoghi con termini molto colloquiali. L’uso di quello che è, oggettivamente, un linguaggio tipico di un luogo, rallenta e rende complicata la lettura. Sebbene sia una scelta fatta per caratterizzare ed umanizzare i personaggi, fa sentire i lettori non “autoctoni” in difficoltà, soprattutto quando la cosa si ripete spesso nel corso della narrazione.
Un altro passaggio che può risultare difficile da comprendere è una sottotrama del libro che riguarda esclusivamente la figura di Pietro Gastaldi: la minaccia che grava su di lui, infatti, ha radici nel libro precedente, ma l’argomento non viene affrontato in maniera esaustiva se non si è a conoscenza delle vicende raccontate ne “Gli alberi del nord”, lasciando al lettore la spiacevole sensazione che manchi un pezzo del puzzle.
Quello che sicuramente conquista è la vasta gamma di personaggi che incontrerete lungo il cammino e le descrizioni perfette della città. Lo stile di Bosonetto garantisce un’esperienza di lettura immersiva al 100% tanto che vi sembrerà di far parte della scena.
Questa serie, di sicuro, è perfetta per tutti gli amanti del noir!
Editore Baldini Castoldi
Pagine 400
Anno pubblicazione 2024
Autore:
Marco Bosonetto ha pubblicato Il Sottolineatore Solitario (1998), Nonno Rosenstein nega tutto (2000), Morte di un diciottenne perplesso (2003), Requiem per un’adolescenza prolungata (2008), Nel grande show della democrazia (2010), Un’ora sola (2015) e Il bacio della Dea Montagna (2018). Inoltre, per i lettori più giovani, Uffa, cambio genitori! (2011) e L’economia è una bella storia (con Giacomo Vaciago, 2013). Ha scritto anche per il teatro e per il cinema. In particolare, il film di Alessandro Aronadio Due vite per caso (tratto da Morte di un diciottenne perplesso) è stato presentato al Festival di Berlino nel 2010.