L’inganno perfetto: alla scoperta del crimine informatico. Intervista a Ruth Ware

L'inganno perfetto

L’inganno perfetto

INTERVISTA A CURA DI: Laura Crottini e Barbara Stasi

SPAZIO A CURA DI: Laura Crottini

L'inganno perfetto

Buongiorno cari lettori, la graditissima ospite del nostro spazio interviste di oggi è Ruth Ware con il suo nuovo libro “L’inganno perfetto” (Newton Compton editori, 2024) letto e recensito dalla nostra Barbara (link recensione)

Ruth Ware, da sempre grande appassionata di libri gialli è diventata una delle più note scrittrici di thriller; i suoi libri sono tradotti in oltre quaranta lingue e due dei suoi romanzi sono in attesa di trasposizione cinematografica.

THRILLER LIFE: L’argomento di Zero Days è davvero appassionante! Cosa l’ha spinta a scrivere sul crimine informatico?

RUTH WARE: Grazie mille! L’idea di scrivere di un “pen tester” – qualcuno che testa i limiti dei sistemi di sicurezza e ne trova i punti deboli – è nata dai podcast che ho ascoltato durante il lockdown. Avevo iniziato ad ascoltare molti podcast di tecnologia mentre facevo ricerche per il mio precedente romanzo e, forse perché sono un’autrice di gialli, mi sono ritrovata ad essere affascinata dal lato più oscuro della tecnologia, ascoltando podcast sul crimine informatico e sull’hacking. È così che ho scoperto il ruolo che svolge Jack nel romanzo. Ho pensato che sarebbe stato un buon argomento per un thriller e ho deciso che mi sarebbe piaciuto scriverne.

THRILLER LIFE: Jack Cross – il protagonista de “L’Inganno perfetto” – è un hacker ed esperto di sicurezza. Si è divertita a scrivere il suo personaggio? Ha dovuto studiare molto per scrivere questo romanzo?

RUTH WARE: Beh, fortunatamente avevo già fatto molte ricerche ascoltando i podcast che ho citato sopra – ma sì, ho passato molto tempo a scoprire le tecniche che i veri hacker userebbero e a cercare di capire come farle funzionare nel libro. Ci sono cose che sono eccitanti da guardare sullo schermo, ma difficili da scrivere in un libro! È stato sicuramente uno dei libri più interessanti da lavorare.

THRILLER LIFE: Scrivere di crimini digitali la influenza oggi? Cosa pensa della tecnologia?

RUTH WARE: Fare ricerca su così tante truffe e hack mi ha reso sicuramente più cauta nel condividere le mie informazioni. Ma in un certo senso mi ha anche reso più fatalista. La verità è che potete essere attenti al 100%, ma le vostre informazioni finiranno comunque nelle mani degli hacker. Un’azienda di cui vi servite sarà violata e i vostri dati saranno rubati dal suo database, oppure un amico cadrà in una truffa e condividerà i vostri dati. Anche se si fa tutto “bene”, non c’è modo di proteggersi completamente. Si tratta quindi di proteggersi dalle conseguenze. Non riutilizzate le stesse password, non mettete online informazioni sensibili, insegnate ai vostri figli come riconoscere una truffa.

THRILLER LIFE: Ci sono romanzi di ispirazione per Zero Days?

RUTH WARE: È una bella domanda! Non conosco molti altri scrittori di gialli che scrivono di tecnologia, il che è strano in un certo senso, visto che è molto più probabile essere vittima di una truffa che di un omicidio.

Ho apprezzato molto Our House di Louise Candlish, che parla di un tipo di truffa molto diverso – che finisce con la perdita della casa da parte del protagonista.

Mi piacciono anche i libri che parlano di persone in fuga, che sopravvivono in ambienti fisicamente difficili e pericolosi. Rogue Male di Geoffrey Household parla di un uomo in fuga dalle autorità, mentre The Last One di Alexandra Oliva parla di una concorrente di un programma di sopravvivenza che deve superare i suoi inseguitori. Entrambi sono eccellenti per quanto riguarda gli effetti fisici della paura e dell’isolamento.

THRILLER LIFE: I tuoi libri preferiti: dai la tua top list ai lettori di Thrillerlife

RUTH WARE: Oh, troppi da elencare! Dovrei tornare subito a Sherlock Holmes e Daphne du Maurier, che non hanno certo bisogno di presentazioni. Hanno già un sacco di lettori! Ma chi ama i miei libri dovrebbe provare a leggere scrittori come Erin Kelly, Riley Sager o Lisa Jewell. Non si può sbagliare con nessuno dei loro libri. Se vi interessa il lato oscuro della tecnologia, provate Every Smile You Fake di Dorothy Koomson. Oppure, per un altro thriller su giovani in fuga dalle autorità, provate Hunted di Abir Mukherjee. Sono tutte letture eccellenti!

La redazione di Thriller Life ringrazia Ruth Ware per la disponibilità all’intervista sul suo capolavoro “L’inganno perfetto”

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