“L’ultimo presagio”: i fratelli Corsaro indagano. Intervista a Salvo Toscano

L'ultimo presagio

L’ultimo presagio

Intervista a cura di: Sharon Lattanzi e Laura Parise

Spazio a cura di: Sharon Lattanzi

L'ultimo presagio

Salvo Toscano, classe ‘75, prima di laurearsi in Giurisprudenza esordisce come giornalista nel 1996. Oltre a questo, intraprende anche la carriera di scrittore vincendo il Premio Telamone. I suoi romanzi sono incentrati sui fratelli Corsaro e i primi quattro della serie sono diventati anche una serie TV. Trovate la recensione di ThrillerLife de “L’Ultimo presagio” qui.


ThrillerLife: Ciao Salvo! Grazie per aver accettato di rispondere alle nostre domande. Una domanda bruciapelo: i due fratelli Corsaro continueranno a fare indagini?

Salvo Toscano: Spero di sì. A me la loro compagnia fa ancora piacere dopo tutti questi anni.

ThrillerLife: In “L’ultimo presagio” ci sono tante frasi in dialetto. Come mai questa scelta stilistica? È stata una scelta volta a rendere i dialoghi/personaggi più reali?

Salvo Toscano: Uso il dialetto quasi esclusivamente nei dialoghi per un’esigenza di
verosimiglianza. Ci sono cose che nessun siciliano direbbe in italiano. Mi sforzo di far
parlare i miei personaggi come parlerebbero nella realtà. E poi io amo molto il siciliano.

ThrillerLife: Di tutti i romanzi pubblicati quali, secondo te, sono stati quelli più graditi ai lettori?

Salvo Toscano: Non lo so, credo che “Insoliti sospetti” abbia avuto un posto particolare
nella storia dei fratelli Corsaro perché è stato il romanzo che mi ha fatto conoscere
decine di migliaia di lettori. So che uno che piace molto è “Memorie di un delitto”, lo
apprezzo anche io, credo sia un buon romanzo.

ThrillerLife: Dietro a “L’ultimo presagio” c’è solo fantasia oppure attingi a qualche storia vera? Quanta ricerca c’è nei suoi romanzi?

Salvo Toscano: Tutta fantasia ma la ricerca c’è comunque. Quando si parla di
procedura penale, di nozioni mediche, di ricostruzioni storiche, un lavoro di ricerca lo
faccio sempre. Nella vita faccio il giornalista, è più forte di me cercare di fare attenzione
a non scrivere cose eccessivamente strampalate.

ThrillerLife: Qual è, secondo te, il genere più difficile da scrivere tra giallo, noir e
poliziesco? La stesura dei tuoi romanzi risulta più facile grazie al lavoro che svolgi?


Salvo Toscano: Confesso che non sono un appassionato classificatore di romanzi. Dove
finisce il giallo e comincia il thriller o il noir, non sempre è facile stabilirlo. Credo che
sia difficile scrivere un buon romanzo, a prescindere dall’etichetta. A me piace scrivere
gialli classici, se dobbiamo classificarli, ma ho scritto anche dei noir, come “Falsa
testimonianza” o il primo dei miei romanzi su Joe Petrosino, e mi sono divertito a farlo.
Quanto ai punti di incontro con il mio lavoro, credo che la cosa che mi abbia aiutato di
più nello scrivere romanzi essendo un giornalista sia l’abitudine a sforzarmi affinché chi
mi legge mi capisca senza affaticarsi troppo.

ThrillerLife: Hai da consigliare tre libri a cui tieni particolarmente?

Salvo Toscano: “La strada” di Cormac McCarthy, “1984” di George Orwell e “Lo straniero” di Camus.

ThrillerLife: Prima di salutarci, quale messaggio vuoi dare ai lettori di Thriller Life?

Salvo Toscano: Se un mio libro vi è piaciuto fatemelo sapere, mi fa sempre felice. Se non
vi è piaciuto siete dispensati dal parlarne.

La redazione di Thriller Life ringrazia Salvo Toscano per la disponibilità

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