Nkondi
Recensione di: Federica Cervini
TRAMA:
Una serata tra amici si trasforma in orrore quando un gruppo di sconosciuti, col volto coperto da maschere tribali, irrompe nel loro giardino e li assale, trucidandoli a colpi di machete. L’indagine sulla carneficina è affidata al Vice Questore di Roma Anna Mascagni, che interroga un uomo di colore di nome Azrael, il quale avverte che se non gli verrà concesso di parlare con il Presidente del Consiglio, i massacri si ripeteranno. E l’orrore ricomincia.
Stavolta nella villa della famiglia Pianello, riunita al gran completo per festeggiare i settant’anni di nonna Elena. Strani suoni nel giardino, e poi un’inquietante statuetta africana ricoperta di chiodi arrugginiti, uno Nkondi. È il segnale: c’è qualcuno nella villa. Ai Pianello non resta altro da fare che lottare per la propria sopravvivenza. “Vice questore Mascagni, questa non è una trattativa. Non ci può essere alcun compromesso. Noi non ci fermeremo finché non avremo ottenuto ciò che vogliamo”. Nkondi è l’incubo. La rivoluzione è cominciata.
RECENSIONE:
Ad inizio 2024 avevamo con piacere ospitato Leonardo Araneo nella nostra rubrica “Auto-RiTratto” parlando del suo romanzo distopico “Back Home”.
Lo ritroviamo oggi in libreria con il suo nuovo thriller a tinte horror Nkondi.
Uno nkondi è nella cultura africana uno spirito della vendetta, rappresentato da una statuetta di legno con il corpo ricoperto di chiodi.
Che significato può assumere questa statuetta nella nostra società?
Protagonista inanimato del thriller scritto da Araneo, lo nkondi (che viene rinvenuto nel giardino dai protagonisti) genera immediatamente terrore e semina il panico. Allo sgomento ed incubo a cui lo nkondi dà avvio, fa subito da contraltare un personaggio del tutto calmo e risoluto, Azrael, uno dei più importanti del romanzo: è a partire da lui infatti che si innesca una trama agghiacciante e crudele, dal ritmo spietato e magnetico.
“Puoi aspettare tutto il tempo che vuoi ma il Presidente del Consiglio
non verrà mai a parlare con te. Non funziona così.”
“E invece io credo che questa volta funzionerà proprio così.”
A partire da questo scambio, il lettore avverte la serietà della situazione, capendo che l’assurda pretesa di parlare con il Presidente del Consiglio andrà di pari passo con la gravità e la depravazione delle azioni di cui Azrael e compagni si macchieranno.
Se da un lato non si possono accettare le inaudite e gravissime violenze commesse dalla banda guidata da Azrael, neppure si può individuare un personaggio completamente puro fra i tanti, perché all’autore piace definire ciascuno dei suoi protagonisti con azioni e pensieri malvagi.
Il lettore è costretto a riflettere su molti interrogativi etici, in particolare sui soprusi che vengono perpetrati dai pochi fortunati ricchi del mondo ai moltissimi poveri, sull’immenso divario sociale presente nella nostra società, sul conflitto fra le culture.
L’elemento chiave di questo thriller a tinte horror sta quindi nel puntare il dito su un problema attuale e fondamentale quale il divario economico e sociale esistente.
La rivoluzione che inizia nella villa dei Pianello non ne è certamente la soluzione.
Probabilmente una soluzione non c’è, ma l’autore ha il coraggio di provocare e scuotere le coscienze, e costringere i lettori a ragionare e magari rivedere le proprie convinzioni più intime.
Lo stile narrativo di Leonardo Araneo è “nudo e crudo”: i personaggi sono marci e spietati, le vicende taglienti e strazianti, l’ambientazione claustrofobica e disturbante.
Nkondi è diviso in due parti, di cui la prima (più breve) è una sorta di prologo a ciò che accadrà: al lettore viene in questi capitoli suggerito che sta per leggere qualcosa che va molto oltre la più nera delle sue fantasie, e che un vero e proprio incubo sta per compiersi nella villa dei Pianello.
La famiglia del tutto disfunzionale che viene “attaccata” è composta da una serie di personaggi indimenticabili, costruiti in modo tale da sembrare persone in carne ed ossa, ciascuno con un proprio ampio bagaglio di vizi e perversioni sulle spalle e che Araneo, con tono irriverente, quasi prende in giro a suon di “chi è senza peccato scagli la prima pietra”.
Fra di essi memorabili sono certamente i fratelli Pianello (chi è il peggiore dei tre?), i loro genitori, Iliana (“un po’ bambina un po’ mignotta”).
Si salva probabilmente da questo sciagurato cast solo Giulia, la protagonista femminile, che, a dispetto della giovane età, ha già un occhio cinico e disincantato, tanto sulla propria famiglia quanto sul mondo.
Per tutti loro
“un solo pensiero, un solo imperativo categorico: fuggire, scappare, salvarsi”.
I molti brevi capitoli di Nkondi (il cui ritmo incalzante ha decisamente un taglio cinematografico) affrontano l’incubo che si sta svolgendo dal punto di vista di ciascuno dei personaggi.
Le emozioni di ognuno di loro diventano i brividi sulla pelle del lettore, a cui Araneo permette di prendere fiato solo occasionalmente, cioè quando la telecamera si sposta da Villa Pianello all’ufficio del Vice Questore Anna Mascagni, che conduce l’interrogatorio di Azrael.
Le sue parole, fredde ma pacate, permettono al lettore di prendere una necessaria boccata d’aria, bilanciando l’angoscia e temporaneamente allontanando lo sguardo da quel sadico bagno di sangue.
Se lo scopo degli omicidi commessi è spiegato più volte da Azrael, solo alla fine del romanzo (proprio all’ultima pagina), si viene a sapere la dimensione e portata della rivoluzione in corso; Araneo riesce a tenere il lettore in sospeso fino alla fine, anche dopo aver descritto la seconda carneficina.
Nkondi è un mix molto ben riuscito di thriller psicologico, horror ed analisi sociale: è caratterizzato da dialoghi molto vividi, realistici ed intensi e da una prosa essenziale e disturbante.
Nkondi è crudo, diretto, mai banale, avvincente e profondo, di certo non adatto a tutti per la strage e lo spargimento di sangue che descrive.
“Lo sa. L’ha appena imparato il rumore che fa una lama quando penetra carne e ossa di un individuo.”
Un finale bellissimo, asciutto e del tutto inaspettato lascia il lettore stravolto e smarrito, solo con le proprie domande circa lo scontro fra civiltà, il senso di rivalsa che riempie le pagine del romanzo ed un profondo scoraggiamento.
Editore: Eclissi Edizioni
Pagine: 246
Anno di pubblicazione: 2024
AUTORE:
Leonardo Araneo classe 1980, inizia la sua carriera lavorando come assistente di regia e poi aiuto regista per serie televisive di successo e film. Successivamente si dedica ai documentari, scrivendone molti e dirigendone quattro. Nel dicembre 2022 pubblica il thriller distopico “Back Home”.
“Nkondi” è il suo secondo romanzo.