Il filatelista dalla formidabile penna di Nicolas Feuz

Il filatelista
“Trova la sede delle emozioni, delle passioni e dell’intelligenza e troverai me.”

Il filatelista

Recensione di: Chantal Guzzetti

TRAMA:

All’avvicinarsi del Natale, un’ondata di terrore attraversa la Svizzera. Un assassino sta organizzando una macabra caccia al tesoro utilizzando i pacchi postali. La sua firma? Francobolli fatti di pelle umana. Ana Bartomeu, ispettrice della Polizia giudiziaria di Ginevra, viene assegnata al caso. La sua indagine la porterà dai quartieri eleganti di Ginevra al centro storico di Annecy, dai vicoli bui di Losanna alle strade acciottolate di Delémont. Riuscirà a smascherare il misterioso criminale che i media svizzeri e francesi hanno soprannominato «il Filatelista»?

Recensione:

La trama de Il Filatelista ha tutte le carte in regola per essere un poliziesco a tutti gli effetti. Al di là del crimine, e del lato thriller della storia, abbiamo il classico cliché della poliziotta brava nel suo lavoro che, però, ha avuto un mucchio di problemi e per questo è scontrosa e poco ligia al regolamento: i suoi superiori, invece di assecondarla a favore dell’indagine, tendono a metterle i bastoni tra le ruote.

L’intrigo si infittisce se aggiungiamo altri due poliziotti che, o sono stati allontanati dal servizio, oppure hanno la tendenza a non seguire le regole e hanno un trascorso travagliato, proprio come la protagonista.

Pare che Nicolas Feuz abbia dato alla polizia ginevrina parecchie gatte da pelare, in questo suo romanzo.

Ne Il Filatelista la storia presenta diversi frammenti del passato. L’autore porta il lettore indietro nel tempo, negli anni ‘80, per chiarire dove tutto è cominciato, mentre l’indagine procede su due binari differenti che spesso si interrompono per intervallarsi, lasciando il lettore in sospeso. Una giusta suspense e cliffhanger perfettamente posizionati.

Il personaggio di Ana è complesso, ma ben strutturato. Borderline, che sembra davvero vacillare tra la vita e la morte, Ana sembra non curarsi della gravità della sua condizione. Feuz ha costruito la storia in modo da far credere che nessuno si preoccupi per la protagonista, e il perché è racchiuso abilmente nel suo passato che rimane in penombra durante il racconto. È una tecnica narrativa molto buona che accende la curiosità del lettore.

Anche se Ana vuole apparire come una donna forte e strafottente, arriva al cuore attraverso la compassione che riesce a suscitare. Il finale, poi, è toccante e inaspettato. La vera ciliegina sulla torta.

Una nota dolente de Il filatelista sono gli acronimi che spezzano la lettura. Sarà dovuto al fatto che non conosciamo le istituzioni svizzere, tuttavia di volta in volta ci si trova a inciampare in una sigla e la sua relativa spiegazione, cosa che si poteva evitare o aggirare. Per esempio, nell’affermare che Tizio è in ospedale, l’autore parla di CHUV e spiega a piè di pagina che è il Centro Ospedaliero Universitario di Vaidois: definirlo “Il libro degli acronimi” non sarebbe altrettanto ridondante.

L’opera tocca i temi del bullismo e dei rapporti malati che a volte ci possono essere tra un uomo e una donna. Sono argomenti di cui non si parla mai abbastanza. La scelta di Feuz di inserire un personaggio alquanto contradditorio, che non svelasse fino alla fine la verità, è un tocco di grande astuzia che aiuta a riflettere sulle dinamiche di coppia e su come sia difficile giudicare realmente una persona. Il lettore viene in parte ingannato a favore di un intrigo molto interessante.

Traduzione:

Editore: Baldini + Castoldi

Pagine: 384

Anno di pubblicazione: 2024

Autore:

Nicolas Feuz

Nicolas Feuz è nato nel 1971. Alterna la sua attività di procuratore del cantone di Neuchâtel a quella di scrittore. Pare che, come autore, sia molto apprezzato da Joel Dicker.

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