L’estate dei morti
Redazione di: Giovanna Lauretta
Sezione curata da: Sharon Lattanzi

Giuliano Pasini, classe 1974, è nato a Vignola. Dopo la laurea in Giurisprudenza, intraprende la carriera di scrittore con “La giustizia dei martiri”, pubblicato nel gennaio del 2012 con il titolo “Venti corpi nella neve” (Fanucci). Trovate la recensione di ThrillerLife QUI
ThrillerLife: Ciao Giuliano! Grazie per aver accettato di rispondere alle nostre domande. Partiamo con una domanda semplice: quanto hanno influito le fiabe (e il folklore) nel ricreare l’ambientazione del tuo romanzo?
GiulianoPasini: È un piacere raccontare un po’ de “L’estate dei morti” ai lettori di ThrillerLife. Per certi versi, questo è il romanzo che volevo scrivere da sempre proprio perché, pur essendo un giallo di impianto “classico” (con un’indagine come si deve, per capirci) la vicenda si snoda nell’equilibrio tra reale e sovrannaturale.
E il sovrannaturale è rappresentato da un universo di creature delle leggende dei boschi del mio Appennino, a partire dalla crudele Borda, strega che funge da “uomo nero” da quelle parti, fino alla Stria, la guaritrice del paese. D’altronde, i giorni dell’estate dei morti, o di San Martino, in diverse culture sono dedicati alla commemorazione di chi non c’è più, come se la barriera tra questo e altri mondi si assottigliasse, in quel periodo…
ThrillerLife: Oggi sappiamo che è fondamentale parlare di salute mentale. Qual è la tua posizione?
Giuliano Pasini: Tutti i miei personaggi sono rotti, in un modo o nell’altro. Serra è un sociopatico con manie quasi ossessive, Rubina Tonelli è una ragazza fragilissima che per scacciare il male che ha dentro se ne infligge sul corpo. Sono certo che se esistesse uno scanner per le anime (come c’è per i corpi negli aeroporti) rivelerebbe che dentro tutti noi abbiamo ferite e fratture. Convivere con queste rotture è la nostra sfida quotidiana. Talvolta riusciamo a ripararle con l’oro, come nell’arte del Kintsugi, talvolta sono lì, aperte, fanno male e sanguinano.
ThrillerLife: Il filo conduttore de “L’estate dei morti” è rappresentato dal trauma che, nonostante sia confinato a eventi del passato, ha ripercussioni anche nel presente. Quanto incide nella vita dei tuoi personaggi? Dopo un trauma si può tornare a una vita normale o si “sopravvive” ad esso?
Giuliano Pasini: In tutti i miei romanzi, i momenti che marcano la differenza tra un “prima” e un “dopo” sono temi portanti. In questo romanzo c’è una ragazza, Sibilla, che annega a quattordici anni in uno stagno nel bosco. È un evento che, oltre a spegnere la sua vita, sconvolge per sempre quella della madre, proprio la Stria, che dedicherà tutte le sue forze e le sue “arti” a trattenere l’anima della figlia; sconvolge la vita di Luce, l’amica che era con lei. Da quel momento, si entra nel “dopo”. Con certi traumi, i traumi veri, ci si convive e al massimo si impara a gestirli ma il “dopo” non torna più “prima”.
ThrillerLife: Una curiosità: qual è stato il primo personaggio a “prendere vita”?
Giuliano Pasini: “L’estate dei morti” ha avuto una genesi lunghissima, i personaggi hanno girato nella mia testa (e in più di qualche pagina scritta) per oltre dieci anni. La prima a nascere è stata Sibilla, ragazza dal nome evocativo, ribelle, che in un borgo di mille anime, perso nei boschi, vuole fare la propria vita senza adeguarsi alle regole non scritte delle comunità chiuse. È proprio lei ad annegare nello stagno, nel 1984. È proprio lei, nel 2005, a chiamare il commissariato di Case Rosse per denunciare la presenza di due cadaveri in un casale abbandonato nel borgo di Montecuccoli, accusando dell’omicidio la terribile Borda. Possibile? Ai lettori l’ardua sentenza.
ThrillerLife: Ricordi come è nata l’ispirazione de “L’estate dei morti”?
Giuliano Pasini: Stephen King dice che, spesso, sono due frecce scoccate da due direzioni diverse che centrano lo stesso obiettivo e creano una storia. Così è stato per me. Da una parte, volevo raccontare quattro stagioni della vita di una donna. Per questo più di dieci anni fa ho scritto il romanzo breve in cui compariva per la prima volta Sibilla (anche Luce, Diana e la Borda erano con lei…). Poi mi è venuta voglia di raccontare i castagneti dell’Appennino (nel periodo dell’anno più bello e inquietante), facendovi muovere le creature della mitologia popolare, rurale, di cui le nostre nonne e mamme erano impregnate. Ed eccoci qua.
ThrillerLife: Hai da consigliare tre libri a cui tieni particolarmente?
Giuliano Pasini: “La strada” di Cormac McCarthy, “Furore” di John Steinbeck e “Le lezioni americane” di Italo Calvino. Ma così di getto. Me ne vengono in mente altri milioni. Posso continuare?
ThrillerLife: Prima di salutarci, quale messaggio vuoi dare ai lettori di Thriller Life?
Giuliano Pasini: Leggete. È uno dei pochi modi per lenire le ferite.
La redazione di Thriller Life ringrazia Giuliano Pasini per la disponibilità.