L’amore sprecato
Recensione di: Federica Cervini
TRAMA:
Un’altra estate idilliaca alle Vignole, la casa nell’Alta Langa piemontese di Sebastiano Guarienti.
Un’estate piena di fervore, perché lo sceneggiatore, in combutta col suo più caro amico, ha messo su una scuola di cinema alla quale partecipa un gruppo di ragazzi che vivono nella cascina trasformata alla bisogna in laboratorio e campus.
La vicenda prende avvio dall’arrivo di un giovane giornalista che da subito cade vittima dello charme sofisticato ed elusivo di Guarienti&Company.
Si mangia pane e cinema allestendo il set dove i ragazzi stanno girando un cortometraggio al quale si prestano come interpreti due professionisti, il giovane e promettente Marco Trabia e Livia Rosso, celebre attrice di grande fascino.
Il soggetto del film è tra i più ambiziosi: Anna Karenina in versione contemporanea, perché, come dice l’amico di Sebastiano, «’sti millennial bisogna pure farli leggere!».
Ma tra amene merende e picnic notturni, la vicenda vira in tragedia ribaltando l’atmosfera gioiosa dell’estate.
Il maresciallo dei carabinieri Beppe Buonanno, coinvolto in prima persona, si ritrova a dover sciogliere un sanguinoso mistero che, com’è evidente, è avvenuto sotto gli occhi di tutti.
Forse è troppo doloroso accettare la realtà, o il filo che la unisce alla finzione è così sorprendentemente labile?
Un romanzo che è anche un’ode al cinema, la più appassionante e ambigua delle arti.
RECENSIONE:
CIAK, si gira!
Non siamo a Cinecittà e non abbiamo a disposizione moderne telecamere e droni: il film che la scuola di cinema descritta da Gianni Farinetti in “L’amore sprecato” vuole girare è ambientato in Piemonte nelle Langhe e utilizzeranno i cellulari al posto delle cineprese.
Il set “casalingo” che qui si compone è quello che una coppia di appassionati di cinema ha messo in piedi in una cascina piemontese, all’interno della quale si tiene una scuola di cinema:
“anzi una chiacchiera di cinema, perché ‘scuola’ è troppo pomposo, diciamo dei piccoli corsi, qualche simpatica lezione alla buona”.
Per una ventina di giorni un gruppo di ragazzi alloggeranno nella cascina – un po’ ostello, un po’ laboratorio – e vivranno di pane e cinema, studiando la sceneggiatura che intendono realizzare: Anna Karenina rivisitata in versione contemporanea.
Il gruppo di studenti sarà coadiuvato dalla presenza di due attori ’veri’, i rinomati professionisti Livia Rosso e Marco Trabia.
Il lettore di “L’amore sprecato” si trova quasi a leggere un copione di scena – perché poche sono le pagine descrittive, mentre la vicenda procede basandosi in massima parte sui dialoghi in forma diretta tra i personaggi.
Le pagine del libro “L’amore sprecato” rappresentano quindi lo storyboard della messa in scena di Anna Karenina versione anni 2020: l’autore, mentre narra l’accaduto, dà una rappresentazione visiva della vicenda come farebbe un regista al momento di tracciare le scene chiave del suo film.
Il protagonista da cui prende avvio la vicenda è Gianluca Dalmasso, un giovane giornalista in erba che si è recato “sul set” per intervistare Sebastiano Guarienti, l’anziano regista che ha dato vita a questa stramba scuola di cinema.
Ma nella cascina c’è anche una grande sorpresa: Gianni Farinetti in persona, ossia l’autore di “L’amore sprecato”, che qui interpreta se stesso.
Farinetti è il migliore amico di Sebastiano e si trova in Piemonte alla ricerca di una buona ispirazione per il suo prossimo romanzo.
Gianluca, il protagonista, è presto preda del fascino di Sebastiano e di tutto ciò che lui racconta circa il mondo del cinema e in ciò, il lettore lo seguo di pari passo.
Tutto “L’amore sprecato” appare come una celebrazione dei più grandi registi e attori, sia italiani che stranieri, di cui Sebastiano racconta simpatici aneddoti e qualche segreto.
“Eh il cinema, una grande famiglia, e come ogni famiglia un covo di vipere”.
Che sia un noir decisamente diverso rispetto al solito, il lettore lo percepisce sin dalle prime pagine: ma un morto prima o poi ci sarà?
Mano a mano che si procede nella lettura, si gustano piacevolmente le immagini di molti film che hanno fatto la storia del cinema. Se Gianluca è per lo più digiuno della settima arte e maschera la propria ignoranza in materia, parimenti il lettore può immedesimarsi in questo giovane che, ignorante ed estraneo a quel mondo, poi ne rimane del tutto affascinato e coinvolto.
Il morto finalmente arriva, in questo noir tutto particolare, ma solo verso la metà del romanzo. E così arriva pure l’investigatore, che in questo caso è un Maresciallo dei Carabinieri che indagherà su una sanguinosa morte avvenuta sotto gli occhi di tutti i protagonisti.
L’omicidio in sé e l’indagine che ne scaturisce occupano poche pagine del libro, ma non manca il piacere di scoprire cosa sia accaduto, anche se la parte centrale resta il privilegio di vivere qualche ora nel magico mondo del cinema.
Il punto di forza di “L’amore sprecato” sta nell’eleganza con cui l’autore ha costruito questo noir atipico, nell’interesse che riesce a far scaturire per il cinema, nel saper coinvolgere chi legge con tanti particolari su personaggi famosi. Inoltre, il ritmo viene garantito da dialoghi vivaci e capitoli brevi, che permettono una lettura frizzante e mai noiosa.
Insomma: buona la prima!
Traduzione: /
Editore: Marsilio
Pagine: 240
Anno di pubblicazione: 2024
AUTORE:

Gianni Farinetti (Bra, 1953) ha esordito con Marsilio nel 1996 con il romanzo “Un delitto fatto in casa”. Autore prolifico, ha successivamente pubblicato, sempre con Marsilio, “Lampi nella nebbia”, “L’isola che brucia”, “Regina di cuori”, “La verità del serpente”, “Rebus di mezza estate”, “Prima di morire”, “Il segreto tra di noi”, “Il ballo degli amanti perduti”, “La bella sconosciuta” e “Doppio silenzio”. I suoi libri sono tradotti nei maggiori paesi europei. Vive fra Torino e le Langhe.